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The Surge - prova

Un souls like con ambientazione sci-fi ad opera dei ragazzi di Deck 13.

I souls like sono titoli appartenenti ad un genere tutto sommato recente nel panorama videoludico, anche se in rapida ascesa. Chiunque voglia cimentarvisi deve prepararsi ad affrontare una strada lastricata di lacrime, sudore e imprecazioni, alla fine della quale c'è la soddisfazione di aver portato a compimento un'ardua impresa.

From Software però, anche se ha dato il via a questa nuova corrente, non è l'unica a sfornare titoli tosti, con un level design intricato e una narrativa tanto silenziosa quanto eloquente. I ragazzi di Deck 13, già responsabili del solido Lords of the Fallen, ci riprovano infatti con The Surge, un gioco che abbandona le ambientazioni fantasy in favore di una fantascienza in cui esoscheletri e aberrazioni meccaniche la fanno da padroni.

La storia di The Surge ha un inizio criptico: siamo svenuti, vestiti con un tutone da lavoro azzurro e rosso ricoperto da agganci al momento inutili. Quello che sembra un grosso drone pare interessato al nostro corpo immobile e comincia a trascinarci chissà dove. Rinvenuti malamente, ci lasciamo prendere dall'ira che abitualmente segue un brusco risveglio, raccattiamo un tubo metallico da terra e fracassiamo la nostra sveglia fluttuante in men che non si dica.

Quello che ci troviamo ad affrontare dopo aver fatto fuori il fastidioso drone è a tutti gli effetti un tutorial, utile per metterci a nostro agio con le meccaniche base del titolo. Ci sono attacchi verticali (rapidi e leggeri) e orizzontali (lenti e pesanti), così come l'immancabile barretta della stamina che diminuisce a seguito di attacchi, parate, schivate o quando si corre. Dopo aver disintegrato una manciata di robot volanti giungiamo alla Med Bay, un'area sicura che funge da punto di controllo dove un ologramma ci informa che la nostra Eso-tuta è danneggiata e servirà un nuovo nucleo per rimetterla in sesto.

Selezionare la parte del corpo da attaccare è un buon modo per decidere se chiudere lo scontro in fretta o accaparrarsi lo schema di un nuovo pezzo di armatura.

Usciamo guardinghi dalla saracinesca che si è appena aperta e cominciamo ad avventurarci tra le lamiere contorte di una fabbrica in cerca del nucleo. Non appena scesi gli scalini incontriamo il primo nemico umanoide, uno zombie coperto in parte da un esoscheletro, che mette in luce una delle meccaniche peculiari del titolo. Dopo aver agganciato il bersaglio infatti, è possibile scegliere attraverso l'analogico destro quale parte del corpo colpire.

Avventandoci contro una parte scoperta è possibile farlo fuori più facilmente, mentre attaccandone una corazzata ci si impiegherà più tempo. La buona notizia però è che scegliendo di accanirci su un braccio protetto da un'armatura, ad esempio, entreremo in possesso dello schema della suddetta armatura una volta che lo avremo distrutto, riservandoci poi di costruirla non appena raccolti i materiali necessari.

Sconfiggendo i nemici si accumulano inoltre gli scarti tecnologici, una valuta che ha molteplici funzioni. Questa si rivela utile per aumentare il livello della nostra corazza, permettendoci di equipaggiare un numero sempre maggiore di modificatori attivi e passivi, e serve anche per craftare armi, armature e per migliorarne la qualità.

Da buon souls like, tutti gli scarti che ci portiamo dietro vengono lasciati cadere alla morte, ed è nostro compito tornare sul posto a recuperarli se non vogliamo che vadano persi per sempre. È buona norma depositarli non appena possibile presso un Med Bay in modo da non rischiare di perderli, anche se questa operazione farà respawnare tutti i nemici precedentemente fatti fuori nelle aree esplorate.

Il primo boss incontrato non è un mostro di innovazione, ma picchia abbastanza da costringerci a farmare un po' prima di affrontarlo.

Un'altra meccanica che differenzia il titolo rispetto alla concorrenza è la presenza di un sistema di finisher. Una volta picchiato per bene un nemico, e riempita l'apposita barretta, è possibile porre fine alle sue sofferenze con un solo colpo, cosa che avviene attraverso una tamarrissima animazione in slow motion con conseguente smembramento pirotecnico del malcapitato.

Questa soluzione potrebbe forse risultare una facilitazione eccessiva, soprattutto per gli amanti del gameplay ostico e poco permissivo dei souls like, che si fa ancora più sbilanciata se abbinata a determinati modificatori passivi da montare sulla tuta. Detto questo, potrebbe invece lasciare la porta aperta a chi vuole avvicinarsi al genere senza subire shock eccessivi, limando la difficoltà ad un livello più accessibile per i neofiti.

Il resto della demo si è dipanato attraverso la fabbrica dismessa, in un groviglio di corridoi che si intrecciano tra loro regalando, forse fin troppo presto, quel senso di "Ah, ma guarda dove sono sbucato!" che nei Souls si presenta in modo molto più diluito. Si tratta però delle prime aree di gioco, quindi è lecito aspettarsi un'apertura del level design maggiore nelle sezioni più avanzate. Scale, ascensori vari e zone sotterranee offrono una discreta verticalità, ma ci riserviamo di dare un giudizio definitivo sulle mappe in sede di recensione, dove inevitabilmente si dovrà fare un paragone con il magistrale lavoro dei ragazzi di From Software.

Dal lato artistico, dobbiamo ammettere di essere rimasti un po' delusi. Se all'inizio eravamo esaltati da un'ambientazione fantascientifica, diversa dal solito vecchio dark fantasy, purtroppo quello che ci siamo trovati davanti non è che ci abbia entusiasmato più di tanto. I nemici visti finora sono droni attaccabrighe o zombie in armatura, quanto di meno carismatico si trovi su piazza. Vero, alcuni di essi hanno pattern di attacco differenti tra loro, ma nulla di ciò che abbiamo affrontato ci ha davvero sorpreso in senso positivo.

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Il combat system ci è sembrato fluido e divertente, fresco, considerando la possibilità di scegliere la parte del corpo da bersagliare. Purtroppo non possiamo parlare altrettanto bene del versante tecnico che si è dimostrato un po' ballerino. Cali di frame non giustificati sono stati frequenti anche su macchine di fascia alta (lo abbiamo testato su PC), così come qualche compenetrazione poligonale che ha reso più ostico del previsto lo scontro con il boss alla fine della demo.

Quest'ultimo purtroppo conferma la piattezza del comparto artistico, trattandosi del più classico dei mech bipodi come se ne sono già visti di identici in altre migliaia di film/videogiochi/fumetti, un nemico stanco di essere reiterato e che di certo avrete sconfitto in centinaia di altre occasioni.

A conti fatti The Surge ci è sembrato un titolo buono, con meccaniche solide, qualche sbavatura tecnica e meno carisma rispetto ai titoli a cui vuol fare concorrenza. Al netto di ciò, presenta però una barriera all'ingresso meno invalicabile, che invita i neofiti del genere a "fare un giro".