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The Surge - recensione

I nemici vi danno fastidio? Dateci un taglio!

Lo avrete già letto nella nostra anteprima e visto nei vari trailer rilasciati finora: Deck 13 si è chiaramente ispirata a Dark Souls per sviluppare The Surge e più che qualche spunto evidente qua e là, molte meccaniche sono state riprese in pieno e trasposte in chiave futuristica.

È per questo che il continuo paragone col titolo giapponese è d'obbligo, con tutte le riflessioni che questo comporta e che devono essere tenute in conto sia da parte nostra che lo analizziamo, sia da parte dei giocatori che stanno pensando di buttarsi di nuovo nella mischia. La saga di Miyazaki è però ormai finita e The Surge ha dalla sua ottime trovate che riescono a distanziarlo dalla definizione di semplice copia e che possono dare pane per i denti a chi abbia ancora fame di ardue sfide. Vediamole insieme.

Salutiamo quindi demoni e cavalieri smemorati erranti per dare il benvenuto a un futuro distopico dove la CREO, potentissima multinazionale, vuole dare vita ad un nuovo paradiso terrestre tramite il progetto reSolve, che si prefigge di modificare il pianeta e gli umani stessi per risolverne i problemi. Tecnologia, biologia e... rischio vengono dunque fusi insieme.

Attenti a non morire due volte di seguito senza aver recuperato le vostre anim… ehm, scarti tecnologici.

Lo sa bene Warren, il protagonista, paraplegico che ricorre alla tecnologia della exo tuta per innestare dispositivi che gli permetteranno di camminare di nuovo. Qualcosa però va storto, tutto il sistema va in errore e lui si risveglia dopo un lungo periodo in quello che è tutto fuorché un paradiso terrestre. Gli umani modificati si sono tramutati praticamente in zombie, le strutture della CREO sono collassate e nessuno pare sapere cosa sia successo.

In questo marasma tutto quello che rimane da fare a Warren è sfruttare le nuove capacità della exo tuta. Ora può contare sulle sue gambe e una forza aumentata. Con nient'altro a disposizione, il resto dovrà procurarselo strada facendo. Viene introdotta quindi una delle meccaniche innovative più interessanti in The Surge, ovvero il recupero di equipaggiamento sradicandolo letteralmente dai nemici, che è l'elemento di maggiore interesse in tutto il combat system del gioco.

Dopotutto è logico pensare che se un nemico è vestito di un pezzo di armatura che ci piace, perché non farlo a pezzi e prelevare il bottino? In The Surge funziona più o meno così, sfruttando un divertente e appagante sistema. Potendo mirare a una delle cinque parti del corpo è possibile scegliere quale tagliare, previo caricamento dell'apposita barra d'energia, e con la pressione prolungata di un tasto si dà il via alla sequenza automatica. La barra dell'energia funziona come fosse quella del mana in altri giochi, ma al contrario, ovvero si caricherà col proseguire delle combo con cui Warren si sbarazza dei nemici.

La difficoltà è alta, si muore spesso e ci si arrabbia eccome. Sì, proprio come nei Dark Souls.

Il sistema funziona ed è appagante, e costringe a tenere un ritmo alto per non sprecare l'energia accumulata, che scende di secondo in secondo. In un gioco Souls Like, dove anche lo scontro con il più semplice dei nemici può essere fatale, è un'ottima aggiunta.

Un'altra aggiunta che forse poteva essere sfruttata un po' meglio è il drone, il nostro companion. Appare solo quando premiamo il tasto dedicato e può essere modificato in alcune sue parti, ma non si dimostra mai determinante negli scontri o utile a grossi stravolgimenti nel gameplay. Anzi, lo abbiamo spesso usato per avere (troppo) vantaggio nell'attirare i nemici dove conviene di più.

Una menzione positiva va invece alla meccanica del recupero degli scarti tecnologici, la moneta di gioco che perdiamo se moriamo due volte di seguito senza riprenderla, sempre come il recupero delle anime di Dark Souls. Con l'aggiunta di un timer, a cui è possibile aggiungere secondi solo se sconfiggiamo i nemici per strada, tutto diventa più ansiogeno, soprattutto quando rischiate di perdere tantissimi scarti.

Le novità nel gameplay finiscono però qui. D'altra parte il resto del combat system (e non solo) è praticamente ripreso uno a uno da Dark Souls: ritmo e pattern degli scontri che obbligano a ragionare, un attacco veloce e uno più lento, quello caricato, quello in salto, la schivata, i mini-boss e i boss veri e propri... a parte qualche variante, sapete cosa aspettarvi insomma.

Gli NPC lasciano molto a desiderare. Niente a che vedere l'intricato capolavoro di Miyazaki.

Per il level design invece si è scelto di percorrere un'altra via. Niente grandi mappe aperte con checkpoint da trovare in giro, qui di "falò" ce n'è uno per livello e ogni tanto trovate una mappa minimale che vi lascia intuire come sia strutturata l'area. Tutto è più ristretto, è difficile perdersi e dopo un po' le zone si memorizzano abbastanza facilmente. Le connessioni e le scorciatoie da sbloccare comunque non mancano e le diverse strade hanno un design intelligente.

Al termine del livello, dopo aver battuto un boss, è possibile avanzare in quello nuovo. Il giudizio qui è soggettivo, a seconda dei gusti del giocatore che può approvare o meno una scelta di design che riprende più gli hack'n'slash tradizionali.

Questo approccio ricade sulla parte di gioco di ruolo di The Surge. Ogni arma, armatura e innesto della tuta influisce su tutta una serie di parametri, ma ci si è tenuti ben lontani dalla sfiza di caratteristiche dei titoli concorrenti, arrivando massimo ad una decina di valori da controllare per costruire le proprie build come si preferisce. Purtroppo, anche se il sistema è più snello, anche in questo caso si ha la sensazione che si perda qualcosa in termini di quantità e di complessità, dedicando poco spazio a chi ami calibrare ogni singolo numero per avere la build perfetta per ogni situazione.

Dopo il tentativo di Lords of the Fallen gli sviluppatori hanno cambiato decisamente pagina per quanto riguarda l'ambientazione di gioco. Siamo nel futuro, il metallo e i materiali sintetici hanno sostituito le mura di castelli medioevali, e tutto è realizzato decisamente bene. Sfruttando a fondo il motore di gioco proprietario FLEDGE, i livelli vantano texture in alta definizione e una grande quantità di dettagli, impreziositi da una gestione dell'illuminazione dinamica efficace, senza alcuna sbavatura, frutto di un ottimo lavoro di ottimizzazione che anche su console mostra un frame rate solidissimo. L'illuminazione è sfruttata anche per sottolineare i toni gore/splatter degli eventi della storia e per giocare in qualche zona illuminata solo dalla luce emessa dalla exo tuta.

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In alcuni momenti sembra che si sia cercato di rifarsi un po' allo stile di Dead Space, con scene sanguinolente e cadaveri mutilati in laboratori di alta tecnologia, peccato però che la storia qui sia troppo debole per catturare il giocatore. Deck13 ci ha provato, con un introduzione minimale, a lasciare all'esplorazione e agli NPC il compito di sviscerare gli eventi che hanno portato alla catastrofe, ma i livelli mancano di aree esplicative o che facciano riflettere, mentre i personaggi secondari sono davvero anonimi nelle fattezze e recitano i dialoghi spesso senza enfasi, come se non ci fosse un cataclisma in corso. Anche i boss non stupiscono come altre produzioni, penalizzati come ci aspettavamo dai limiti imposti dal setting. Robot canonici, poco particolari e con pochi cambi di fase tra l'inizio e la fine della battaglia.

The Surge è in definitiva un souls-like in tutto e per tutto, e si porta dietro i pro e i contro di questa scelta. Il combat system funziona, è collaudato e propone qualche variante efficace alla formula che non lo rende una mera copia. Il resto invece paga il dazio di confrontarsi con uno dei migliori giochi di questa e della scorsa generazione. Non bastano l'ottima veste grafica e la natura diversa dell'ambientazione a salvare uno spessore narrativo minore rispetto ai rivali, siamo diverse spanne sotto la pietra miliare di Miyazaki e anche altri come il recente NiOh hanno raccontato storie in modo migliore.

Ma i fan di questo genere che soprassederanno alla trama debole e troveranno appagante lanciarsi ancora una volta in una sfida ardua dove la morte è dietro l'angolo, e spremersi le meningi per imparare i pattern d'attacco dei nemici e stabilire nuovi record in una speedrun.

7 / 10
Avatar di Michele Sollazzo
Michele Sollazzo: Provenendo dalla leggendaria regione del Molise, non poteva fare a meno di vivere avventure in mondi virtuali. Dopo un'infanzia vissuta tra gli arcade dei bar diventa adulto firmando petizioni per far uscire Shenmue 3. Ora è passato a Outcast 2.

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The Surge

PS4, Xbox One, PC

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