The Tomorrow Children - recensione
Potere al popolo!
Ormai ne siamo consapevoli, ce ne dispiaciamo ma lo capiamo perché in qualche caso l'abbiamo fatto noi stessi. Questa volta però vi chiediamo un pizzico di attenzione, voglia e tempo per soffermarvi sulle poche parole con le quali cercheremo di presentarvi il particolare esperimento che tratteremo in questa recensione. Non andate semplicemente a leggere il voto, perché mai come in questo caso quel numerino in fondo alla pagina non riesce neanche minimamente a riassumere le qualità di questo progetto.
Non vogliamo sciorinarvi il classico discorso sull'arte che tanto va di moda in questi anni, in cui si cerca di difendere (giustamente) il videogioco cercando di porlo (altrettanto giustamente) al livello degli altri media. Questa recensione serve più a noi che a voi utenti. Dobbiamo in un certo senso tirare le somme, capire come valutare e come approcciarci a un prodotto di questo tipo. Q-Games ci ha spiazzato e lo ha fatto sin dai primi trailer e dalla manciata di beta in cui abbiamo provato con mano The Tomorrow Children.
Questa è una recensione davvero complicata e ci siamo appositamente presi il tempo necessario per riflettere davvero sull'essenza di un'opera che, nonostante i tanti dubbi e dei problemi piuttosto evidenti, ci ha intrattenuto per diverse ore costringendoci a porci un quesito che normalmente passa in secondo piano di fronte alla maggior parte dei giochi: perché continuiamo a giocare? Perché continuiamo ad accendere la nostra PS4 per entrare nella città che ci ospita e lavorare per garantirne la crescita?
Una domanda tutt'altro che semplice anche perché dobbiamo ammetterlo, The Tomorrow Children non ci ha divertito, almeno non nel senso stretto del termine. Il lavoro degli sviluppatori conosciuti per alcuni capitoli portatili di Star Fox e per la serie di PixelJunk ci trasporta in un universo in cui un esperimento decisamente molto ambizioso (unire le menti dell'intera umanità) ha causato la creazione del Void, un immenso nulla dal quale bisogna cercare di ricostruire un'umanità completamente in ginocchio.
Questo è l'incipit di un gioco che riprende i simbolismi del comunismo e dell'Unione Sovietica per proporci un'avventura fondata completamente sull'importanza della collettività e della patria, più che sul volere del singolo individuo. Non aspettatevi alcuna narrazione nel corso delle vostre ore di gioco né particolari interazioni con gli altri giocatori che saranno sì presenti e visibili in qualche occasione, ma che allo stesso tempo non avranno un'importanza concreta per il nostro personaggio ma esclusivamente per l'intera città.
Dopo una piccola introduzione attraverso la quale il leader della nostra nazione ci presenta quello che sarà il nostro compito, apprenderemo quelle che sono le basi del titolo Q-Games. Già da queste prime fasi di gioco, The Tomorrow Children si propone come un'esperienza estremamente difficile da inquadrare e cercare di classificarlo all'interno di un certo genere pare pressoché impossibile. Proprio per questa ragione non possiamo far altro che analizzare le singole attività che ci hanno accompagnato nella ricostruzione di diverse città.
Il gioco ci assegnerà a una città e ci chiederà di lavorare al fine di raggiungere il traguardo di 500 abitanti. Per riuscirci è necessario trovare delle matriosche all'interno delle isole, delle zone che possono essere raggiunte attraverso un bus e che sono sostanzialmente l'unica fonte di risorse. Ogni matriosca contiene l'essenza di un essere umano e attraverso un macchinario apposito potremo effettivamente ricreare una vita.
Per la maggior parte del tempo ci troveremo a tagliare alberi, raccogliere frutti e a imbracciare il fido piccone per farci strada tra le strutture rocciose spesso molto particolari che caratterizzano le isole. Il nostro inventario sarà limitato e per questo potremo trasportare solo un certo numero di risorse e portare con noi solo alcuni oggetti utili come picconi, vanghe e motoseghe ma anche delle armi.
Sulle isole potremmo infatti essere attaccati da alcuni mostri che appartengono alla pericolosa razza degli Irzveg, delle creature che assumono forme molto diverse e che in alcuni casi, vista la loro gigantesca mole, possono essere abbattuti solo con la collaborazione di più torrette manovrate da diversi giocatori. Il combattimento rimane in ogni caso un'attività accessoria che mostra anche parecchie limitazioni con meccaniche estremamente basilari.
La gestione della comunità è, oltre alla raccolta di risorse, l'altra attività fondamentale della produzione Q-Games. Potremo infatti creare delle nuove case o dei condomini per accogliere la nuova popolazione, dei negozi per soddisfare i nostri bisogni di nuovo equipaggiamento ma anche dei poster per proporre un nuovo sindaco.
Anche la politica si fa spazio all'interno di The Tomorrow Children con una serie di candidati in grado di garantire bonus e malus particolari all'intera città. Si tratta di una feature interessante ma che passa spesso in secondo piano, trasformandosi in un accessorio in larga parte ignorato dai giocatori.
Al calare del sole una classifica svelerà i migliori lavoratori della giornata mentre noi potremo dirigerci a un edificio apposito che valuterà il nostro operato e che ci darà del credito necessario per effettuare degli acquisti. Questa valuta in game si va ad unire a una seconda valuta che può essere trovata giocando, oppure acquistata attraverso delle microtransazioni.
Come sostanzialmente ogni free-to-play, le microtransazioni offriranno dei bonus come la possibilità di prendersi alcune scorciatoie (soprattutto nella creazione degli oggetti) e quella di acquistare degli oggetti migliori attraverso il mercato nero.
Sembra a tutti gli effetti un modo per aggirare le regole all'interno di un mondo che al di là del setting sostanzialmente post-apocalittico tratteggia un affresco semirealistico di una società ideale. Si collabora tutti insieme per un bene superiore, per ridare la vita a un mondo sostanzialmente distrutto cercando solamente di essere utili, di riuscire a mantenere attiva una comunità che solo con l'aiuto di tutti può sperare di sopravvivere.
È così che in molti casi vi ritroverete di fronte ad attività sotto molti aspetti monotoni come correre su una pedana per generare elettricità o scavare all'interno della roccia per cercare di aprire un passaggio per portare al sicuro una matriosca trovata in una zona particolarmente difficile da raggiungere. The Tomorrow Children è un insieme di tante azioni ripetitive ma anche se non riusciamo a professarci davvero divertiti da questo prodotto non possiamo negare che in diversi casi ci siamo sentiti davvero parte di qualcosa più grande di noi, di un gruppo affiatato che unito è in grado di superare qualsiasi ostacolo. S'instaura una sorta di competizione per essere il migliore nella classifica giornaliera e per riuscire a dare il colpo finale al pericoloso Irzverg che è pronto a seminare il panico nella nostra città.
C'è un realismo molto strano che serpeggia all'interno di questo titolo. La sensazione di non trovarsi propriamente all'interno di un videogioco ma di essere uno dei tanti tasselli di una sorta di esperimento che unisce e che crea dei legami inconsapevoli tra le persone. Sembra di vivere in uno specchio della realtà: si lavora, si guadagnano dei soldi, si viene elogiati e inizia nuovamente la routine. Non possiamo parlare di un prodotto perfetto, né tanto meno di qualcosa di memorabile ma per quanto al fondo di questa recensione ci sia effettivamente un voto, le ore spese con The Tomorrow Children sono difficilmente valutabili.
Non possiamo che consigliarvi di provarlo in prima persona, di attendere il periodo in cui avverrà il lancio ufficiale come free-to-play (per il momento chi vuole giocare deve pagare una sorta di accesso anticipato) e di cercare di capire davvero quanto la formula proposta possa fare al caso vostro anche perché alcuni elementi (le finora non meglio spiegate "città che ospitano eventi" per esempio) sembrano confermare che gli sviluppatori proporranno degli aggiornamenti più o meno corposi. Noi, intanto, torniamo a rimboccarci le maniche perché il Void non ha bisogno di eroi ma di compagne pronte a sacrificarsi per la patria.