The Walking Dead - Final Season Episodio 3: Giocattoli Rotti - recensione
La fine della saga si fa sempre più vicina.
Di tutte le trasposizioni legate al brand di The Walking Dead, quella che più di altre ha saputo mantenere una certa costanza, in termini qualitativi, è la saga firmata Telltale (e successivamente Skybound Games), che ha dato il via lo scorso anno all'ultima stagione.
Con Giocattoli Rotti, terzo episodio di quattro e dalla durata di sempre due orette circa, è ormai abbastanza chiaro dove la narrazione voglia andare a concludersi, eppure nonostante ciò riesce a non essere mai banale.
Giocattoli Rotti riprende gli eventi dall'esatto punto in cui si erano interrotti, dopo l'assedio alla scuola da parte di alcuni predoni comandati da una vecchia conoscenza di Clementine, e il seguente rapimento di tre ragazzi, Luis, Omar e Aasim. Naturalmente questo terzo atto si concentrerà sulla liberazione dei tre amici, nel tentativo di riportarli a 'casa' sani e salvi.
Innanzitutto Clementine deve consolidare il proprio ruolo di guida all'interno del gruppo, che dopo i recenti eventi tende a sfaldarsi con una certa facilità. È importante rimanere uniti se si vogliono salvare i propri compagni e interrogando Abel, incatenato nello scantinato, apprendiamo che i tre prigionieri sono stati portati su una nave del Delta, ormeggiata in un molo non troppo distante della scuola.
Dopo una prima ricognizione la situazione non sembra troppo favorevole ai ragazzi, che si trovano davanti a una squadra di predoni altamente organizzata e decisamente meglio equipaggiata, oltre a essere in una posizione di svantaggio. Qui abbiamo la prima di due sorprese: cercando di cogliere di sorpresa uno dei nemici, scopriamo trattarsi di Minnie, vecchia conoscenza del gruppo e sorella adottiva di Tenn. Nonostante sia visibilmente scossa dal nostro incontro, è evidente come la distanza dal gruppo e la permanenza nel Delta l'abbiano cambiata, tanto da non dare a Clem e agli altri la certezza di potersi fidare.
Decide comunque di non consegnarci e di lasciarci andare, probabilmente in virtù dei tempi che furono o forse per il semplice fatto che Tenn sia ancora in vita e al sicuro. Prosegue così la pianificazione dell'evasione ed è chiaro che ciò che serve sia un grande diversivo, per permettere a Clem di intrufolarsi sull'imbarcazione. Chiediamo così aiuto a James, secondo grande ritorno in questo terzo episodio, e il cui incontro è senza ombra di dubbio la parte più interessante di questo capitolo.
James è noto per la sua particolare abilità nel riuscire a direzionare orde di vaganti, in questo caso utili a creare il diversivo di cui si ha disperatamente bisogno per eludere le difese del Delta. Prima di accettare di aiutarci, però, ci fa riflettere su una questione che generalmente viene tralasciata quando si parla di non morti: sono ancora delle persone? Dentro di loro c'è ancora un barlume di coscienza, seppur diversa da quella di prima?
Sono interrogativi che fanno appiglio alla parte più umana di Clementine, tanto da farle dubitare di conoscere con certezza le risposte a queste domande. Qui starà al giocatore scegliere quanta decisione mettere nelle proprie convinzioni, fatto sta che James alla fine ci aiuterà, mosso dal fatto che le vite in pericolo siano comunque umane. Da qui in poi inizierà l'assedio vero e proprio, e gli eventi prenderanno una piega piuttosto inaspettata.
Giocattoli Rotti si comporta come un classico capitolo di transizione, con un naturale sviluppo della trama, senza troppi colpi di scena, preparando il terreno per l'episodio conclusivo della saga. Nonostante la generale prevedibilità degli eventi, riesce comunque a mettere il giocatore davanti a importanti riflessioni, sulle conseguenze delle nostre decisioni e sul quanto sia facile perdere la propria bussola interiore, cogliendo appieno l'essenza del titolo dato a questo terzo atto.