The Walking Dead: Season Two Episode 5 - No Going Back - review
Un finale degno delle aspettative?
Uno dei punti di forza di tutta la recente produzione di TellTale Games è la capacità di rapire il giocatore e fargli vivere in prima persona con il cuore, il cervello e gli occhi le storie raccontate. Il giudizio sulla bontà o meno delle loro opere, dunque, è affidato più alle sensazioni, alla capacità di coinvolgere, di stupire e d'emozionare, che ai valori tecnici e forse anche da quelli stilistici del videogioco .
Ogni viaggio diventa molto personale, così come ogni giudizio, e non ci stupiamo di vedere così tanti pareri differenti su di un'unica storia di poche ore. Uno dei motivi principali di queste divergenze potrebbe essere il fatto che finalmente le proprie azioni hanno un impatto forte e tangibile sugli eventi.
E in No Going Back, il quinto episodio della seconda stagione di The Walking Dead, le decisioni non modificheranno solo il destino dei personaggi secondari, che da sempre hanno la scritta "carne da cannone" bene in evidenza sulla fronte, ma anche di molti dei coprotagonisti di questi ultimi cinque episodi.
I bivi e le possibilità a vostra disposizione saranno molteplici, alcuni riusciti meglio, altri scritti un po' goffamente, ma di fronte a voi vedrete svilupparsi una storia sensibilmente differente a seconda delle vostre scelte. Come gestire questi grossi cambiamenti sarà un problema della terza stagione e si rimane piacevolmente sorpresi dal coraggio di TellTale.
Anzi, sarete spinti a riavvolgere il nastro del gioco per scoprire come una risposta alternativa o un semplice gesto differente potevano cambiare lo svolgimento di tutto l'episodio.
I problemi, però, derivano dal fatto che il cast dei comprimari non funziona. Da una parte troviamo i nuovi compagni di Clem che faticano ad emergere come personalità e spessore, rendendo quindi meno difficile prendere nei loro confronti delle decisioni drastiche, e dall'altra abbiamo una vecchia conoscenza che sin dalla prima stagione odiamo alla follia. Non capiamo perché gli sviluppatori si ostinino a riproporcelo come legame affettivo forte, da non recidere, quando l'unica cosa che vorremmo fare è mollarlo al suo destino, si spera cruento.
In questo modo, infatti, crolla il loro castello di carte perché ci siamo sentiti più forzati che in altre occasioni all'interno dei binari scelti per noi dagli sviluppatori. Le nostre scelte, le nostre risposte piccate o i tentativi di andargli contro, infatti, non sortiscono effetto, anzi lo rendono orgoglioso della nostra personalità.
Inoltre i continui e futili battibecchi tra gli adulti, le sceneggiate furiose e violente o i folli piani per mostraci la verità al posto di darci l'idea di una Clementine più adulta e matura dei suoi compagni di viaggio, in realtà contribuiscono a rendere la narrazione un po' forzata, innaturale. Il gruppo, infatti, non sembra un insieme di persone che devono farsi forza per andare avanti, ma una serie di prime donne che non fa nient'altro che litigare e perdere la testa per i motivi più futili.
A salvare la situazione arrivano però alcuni momenti di genio puro, capaci di destabilizzare tutte le "certezze" finora acquisite, e tantissime scene dall'alto impatto emotivo, le cui conseguenze, comunque e in ogni caso, lasceranno un segno sul vostro salvataggio, ma soprattutto in voi, nella vostra coscienza.
Perché Clementine sarà davvero una sorta di specchio di quello che potreste essere in determinate situazioni e, anche se il gioco non sarà sufficientemente ricettivo alle vostre scelte, quella creata sarà la vostra Clementine (da qui l'hashtag coniato da TellTale per questo finale di stagione #myclementine). La speranza è che tutto questo non sia vano, che il lavoro di costruzione del suo carattere, del suo background e delle sue ambizioni non vengano sprecati in futuro.
L'impressione è che, come per Clem, questa sia una stagione di passaggio, con diversi elementi buoni ma incapace di mantenere la coerenza, l'empatia, il livello qualitativo e la tensione dei primi cinque episodi. Siamo curiosi di scoprire come TellTale vorrà sviluppare ulteriormente il suo blockbuster.
E per inciso, la mia Clementine è una stronza.