The Walking Dead Stagione 2 Episodio 4: Amid the Ruins - review
La strage continua.
Recensire una stagione di un gioco di Telltale Games analizzando ogni singolo episodio non è semplice. Manca, infatti, uno sguardo complessivo su tutto l'arco narrativo ed è decisamente più complesso cogliere riferimenti a fatti e personaggi presentati nelle puntate precedenti.
Si rischia inoltre di essere sotto l'influsso di particolari stati d'animo che potrebbero far valutare determinate scene in un modo, piuttosto che in un altro.
Questo elemento è particolarmente importante e delicato perché questo genere di giochi si basa quasi esclusivamente sulla storia, sulle emozioni, sulla capacità di colpire, forte, nello stomaco delle persone.
Perché strutturalmente è il solito The Walking Dead, con il suo comparto grafico ben caratterizzato, ma limitato sotto il profilo delle animazioni e dell'interazione, il ritmo vario, ma scandito da sempre le stesse azioni.
"Manca un solo episodio e non si capisce ancora in che direzione stia andando la serie"
Se a questo aggiungiamo una storia che talvolta non convince, a causa di scelte un po' discutibili, come il mandare una bambina a parlare con un pazzo psicotico con una pistola in mano, che non vediamo l'ora finisca nelle fauci degli zombie dato che è alla seconda stagione di follia, allora tutto il castello di carta sta per cadere.
Inoltre manca un solo episodio e non si capisce ancora in che direzione il gioco stia andando, se c'è un nemico, se mai Clem avrà al suo fianco qualcuno in grado di far dimenticare Lee.
Nonostante questo, però, ecco all'improvviso un colpo d'incontro allo stomaco, quello capace di mandare KO sovvertendo gli equilibri dello scontro. Gli sceneggiatori sono riusciti a toccare i tasti giusti per sconvolgere e sorprendere, lasciarvi basiti e rimanere nella memoria.
La seconda stagione di The Walking Dead si rivela dunque come quella di passaggio, il momento nel quale Clem passerà dall'essere il piccolo fardello di Lee a una sorta di prototipo della nuova umanità post-apocalisse, specializzata nella sopravvivenza a tutti i costi.
"Gli sceneggiatori sono riusciti a toccare i tasti giusti per sconvolgere e sorprendere"
È un po' quello che è successo in Tomb Raider, solo che il passaggio è più graduale, ma soprattutto la protagonista è apparentemente persino più fragile di Miss Croft.
Nonostante questo potrete far prendere a Clem decisioni difficili, spesso controverse per il nostro modo di pensare "civilizzato", ma assolutamente coerenti per quanto riguarda il mondo in cui i protagonisti si muovono.
Nonostante il muro dell'illusione sia molto sottile, si ha sempre l'impressione che le nostre azioni non incidano effettivamente sull'evolversi della storia o sul destino del gruppo, ma le scelte morali proposte sono forti, memorabili.
L'inizio lento serve a montare la tensione verso un finale esplosivo che da metà episodio in poi spingerà forte il piede sull'acceleratore, dando finalmente spazio, rotondità e carisma a personaggi fino a quel momento trascurabili, che avevano faticato ad emergere o che sono stati messi lì solo come carne da macello per il prossimo attacco zombie.
E quindi torna il dilemma iniziale su come valutare questo singolo episodio, che di per sé stesso non presenta grosse innovazioni, fatica a prendere il ritmo e si poggia su alcune soluzioni narrative banali e poco credibili.
Amid the Ruins riesce comunque ad offrire un nuovo memorabile pezzo del puzzle che comporre la personalità di Clementine, attraverso una serie di decisioni davvero pesanti da prendere. Ma soprattutto apparecchia le cose per un finale di stagione scoppiettante, che, siamo sicuri, aprirà le porte per una terza stagione.