The Witcher 3: Cuori di Pietra - recensione
Geralt di Rivia fa gli straordinari.
Dopo l'ottimo successo di The Witcher 3: La Caccia Selvaggia, era impossibile pensare che i CD Projekt non si dedicassero alla realizzazione di qualche DLC a pagamento che portasse ulteriore lustro al loro splendido RPG. Le meccaniche sono ormai consolidate con qualche difettuccio legato alla coerenza dei combattimenti, ma il terzo capitolo della serie è un gioco talmente vasto e colmo di contenuti di alto livello da rappresentare un acquisto praticamente obbligato per tutti gli appassionati di questo genere.
Non paghi di aver realizzato un titolo capace di tenere impegnati a fondo gli avventurieri per un lasso di tempo che può superare tranquillamente le 100 (!) ore, gli sviluppatori polacchi hanno spostato la loro attenzione sui DLC: Cuori di Pietra è la prima di due espansioni, con la seconda, Sangue e Vino, in cantiere per l'inizio del 2016.
Chiariamo subito un dato che emerge al termine dell'installazione: questo DLC è pensato per un pubblico specifico, ovvero chi ha già completato La Caccia Selvaggia o comunque ha portato Geralt intorno al trentesimo livello di esperienza.
Una volta giunti nel menu principale si viene posti di fronte a una scelta: eliminare quanto fatto in precedenza e ricominciare da capo il gioco integrando al suo interno le quest dell'espansione. In alternativa è possibile mantenere il proprio salvataggio e continuare l'avventura come se nulla fosse, ma con la possibilità di iniziare il ciclo di quest quando si vuole attivando quella di partenza. Buon ultima troviamo l'installazione esclusiva del DLC per chi non vuole mescolare le vicende del gioco principale con quelle di Cuori di Pietra. In questo caso gli sviluppatori forniscono gentilmente un Geralt vestito di tutto punto al trentaduesimo livello con l'inventario pieno di rune, pozioni, ingredienti e un set di armi e armature adatti al compito che lo attende.
L'area di gioco, gli NPC e alcuni personaggi minori incontrati ne La Caccia Selvaggia fanno capolino anche in Cuori di Pietra, ma questa espansione comprende personaggi nuovi e anche qualche gradito ritorno, in particolare Shani, un medico presente nel primo The Witcher che aiuterà Geralt con la main quest. La trama dell'avventura principale inizia con il classico contratto da Witcher che Geralt accetta per ripulire le fogne di Novigrad da un mostro non meglio specificato. Ovviamente il nostro stregone albino riuscirà nell'impresa che tuttavia lo costringerà ad associarsi con alcuni personaggi poco raccomandabili operanti nella zona ad est di Novigrad e svolgere parecchi incarichi per conto loro.
Quest'area, poco battuta in The Witcher 3, è la base di partenza delle varie quest dell'espansione, anche se in realtà lo sviluppo di quelle principali e secondarie porterà Geralt a muoversi in alcuni punti specifici del Velen già visitati nel gioco originale. Noi abbiamo completato le otto main quest della storia e un paio di quelle secondarie in circa dieci ore, ma il nostro contatto in CD Projekt ci ha confermato che le side quest del DLC sono dieci, alcune risolvibili facilmente e altre più complesse.
È quindi più che lecito pensare a una durata media di circa dodici/quindici ore giocando a ritmi normali, considerando una difficoltà media piuttosto elevata e visto il livello dei mostri e i combattimenti che spesso costringono alla ritirata tattica per evitare di lasciarci le penne. Rimane la trama dinamica a seconda delle decisioni prese da Geralt in occasione dei dialoghi più importanti, ma soprattutto in base ai personaggi con cui avrete intenzione di collaborare nel portare a termine alcune quest. Una missione in particolare prevede il reclutamento di alcuni specialisti tra una rosa di candidati, e la scelta dell'uno anziché dell'altro cambierà in modo importante alcuni passaggi del gioco e le sequenze animate che li collegano.
Le quest non cambiano nelle dinamiche di assegnazione e completamento, passando per i dialoghi e il combattimento, quindi anche i novizi possono imbarcarsi subito nel suo completamento senza aver prima finito il gioco di base, ferme restando le considerazioni sulla difficoltà espresse poc'anzi. A rimescolare un po' le carte pensa l'introduzione delle Rune e dei glifi per migliorare le capacità in combattimento. Si tratta di potenziamenti particolari che svolgono la funzione di veri e propri perk per armi e armature con almeno tre slot di potenziamento. Per ottenerli si deve disporre delle rune e dei glifi specifici che un artigiano specializzato incanterà per noi (a prezzi da ladrocinio) con l'abilità selezionata, potenziabile a diversi livelli per amplificarne l'effetto.
Negli scontri con mob di livello inferiore l'utilità è limitata, ma è con i boss e i gruppi di nemici più tosti che Rune e Glifi sono essenziali per sopravvivere: in alcuni casi sono semplici potenziamenti di abilità già esistenti, ma in altri sono veri e propri modificatori delle dinamiche del combattimento in chiave offensiva e difensiva che puntano a rendere gli scontri, in particolare contro gruppi numerosi, più semplici da gestire.
Il primo che siamo riusciti a sbloccare è quello che amplifica il raggio d'azione della spada per colpire nelle rotazioni più nemici in una mossa sola, ma ce ne sono altri interessanti: dare fuoco a un nemico e trasferire l'effetto su quelli vicini quando muore, il ripristino immediato di parte della stamina ad ogni colpo critico o lo scudo Quen attivato automaticamente ogni volta che si entra in combattimento. Sono presenti anche potenziamenti in blocco per le armature (da leggera e media, da media a pesante) e tutta una serie di abilità passive legate al ripristino dell'energia per migliorare le possibilità di sopravvivenza, in particolare contro i boss.
La risposta alla domanda che tutti vi state ponendo, ovvero se tutto questo cambi in modo radicale il sistema di combattimento, è no. Ma è altrettanto vero che si tratta di un meccanismo che lo arricchisce di sfumature interessanti e che obbliga a scegliere con attenzione cosa potenziare in base alla strategia da usare a seconda di chi vi troverete di fronte. Peccato sia stato introdotto solo in questo DLC, perché avrebbe contribuito a migliorare la varietà del combattimento nel gioco di base.
Cuori di Pietra è complessivamente una solida espansione per un gioco che, tra quelli presenti su Steam, è probabilmente quello che ne aveva meno bisogno in assoluto. Il fatto che quest e nemici da affrontare siano stati profilati per un personaggio di alto livello, ottenibile soltanto dopo almeno una sessantina di ore di gioco a ritmi sostenuti, è un'ulteriore conferma del pubblico a cui si rivolge questo DLC: i fan di Geralt più accaniti con un alter ego già equipaggiato e ancora affamati di altre avventure nel Velen.
Da questo punto di vista Cuori di Pietra centra perfettamente il bersaglio ponendosi come un acquisto obbligato per questa categoria di utenti che lo spolperà nel giro di qualche giorno, considerata anche la longevità piuttosto buona per un semplice DLC da 10 euro. Chi ha concluso a fatica la storia della Caccia Selvaggia ci pensi bene prima dell'acquisto: la lunghezza da Guinness dei primati dell'originale non è certo il miglior stimolo per gli avventurieri occasionali e questo, paradossalmente, potrebbe essere la maggiore controindicazione a un giro di tempi supplementari.
A parte questo, non possiamo che fare ancora tanto di cappello a CD Projekt: quando si tratta di coniugare qualità e quantità di contenuti, lo studio polacco non teme confronti con nessuno, anche quando si tratta di pubblicare un semplice DLC.