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The Witcher 3: Wild Hunt - preview

Alla ricerca del gioco di ruolo perfetto.

Colonia - L'impressione che si ha guardando, anzi, ammirando, la demo di The Witcher 3 è quella di trovarsi di fronte ad un'opera così grande da spaventarti. È come guardare la montagna che scalerai, o l'inizio di una maratona, qualcosa le cui dimensioni ti fanno pensare di non riuscire non tanto a finirlo, ma neppure a iniziarlo.

Poi ti rendi conto che stai guardando uno dei candidati più quotati al titolo di gioco dell'anno, e improvvisamente l'unica cosa che vuoi fare e prendere il pad in mano e gettarti nelle sue centinaia di quest (100 ore di gioco signori!) come un bimbo in una vasca di palline.

Di solito dei GDR si dice il sistema di combattimento non è poi così importante, il bello di questi giochi è immergersi fino al collo nella trama, nelle storie, nei personaggi, valutando le proprie azioni ad ogni bivio della sorte, e questo è tremendamente vero, ma ciò che rende veramente speciale The Witcher 3, e in parte anche di The Witcher 2, è che anche il combattimento merita la medesima cura che mettereste nel valutare la prossima risposta in un dialogo fondamentale per la trama.

Ecco il Fiend, una specie di alce mostruosa in grado di accecarci temporaneamente, meglio trattarla col dovuto rispetto.

Questo penso mentre lo sviluppatore schiva con una capriola il lupo che stava cercando di saltargli alla gola e ne manda per aria un altro con la magia, per poi compiere una mezza rotazione sul piede destro e menare un fendente in faccia ad un terzo lupo, che muore subito a causa della pozione che ha aumentato il danno, e che Geralt ha avuto l'accortezza di bere prima dello scontro.

"L'impressione che si ha guardando The Witcher 3 è di trovarsi di fronte ad un'opera così grande da spaventare"

Ma il combattimento non è altro che il culmine di una sessione d'investigazione che ci ha portato in paesino sperduto sopra le colline che circondano Fayrlund, un piccolo villaggio di pescatori che si affaccia sul mare, e che, volendo, potremmo voler esplorare con una piccola barca a vela, sempre le condizioni meteo lo permettano, altrimenti finiremo in fondo al mare, e tanti saluti all'epopea di Geralt.

Il meteo dinamico e le possibilità di esplorazione sono in effetti le due componenti che stupiscono maggiormente di questo terzo capitolo, oltre ad un aspetto grafico in grado di creare dei panorami che vi costringeranno a fissarvi la mascella con le viti. Certo, volendo che anche il fast-travel, ma siete così ansiosi di rovinarvi il panorama?

Se vedete un lago di montagna in lontananza, un bosco, o un edificio che vi incuriosisce, potrete visitarlo, ma non potrete sapere cosa vi aspetta. Magari un gruppo di banditi che potrete eliminare con pochi colpi di spada, magari un incrocio fra un gorilla e un alce con capacità ipnotiche in grado di ridurre il vostro campo visivo per qualche secondo che, una volta messo alle strette, fuggirà, e vi costringerà a seguirne le tracce fino al suo covo (sempre che vogliate farlo), chi lo sa. In un gioco in cui si vocifera che ci saranno ben 36 finali diversi, valutare ogni variabile può diventare complicato.

"Le condizioni meteo variabili e le possibilità di esplorazione sono le componenti che stupiscono maggiormente"

Comunque, avevamo lasciato Geralt in mezzo ai lupi, ma il fatto più interessante è come ci è finito. Tutto nasce quando incontra Bjorn, l'unico sopravvissuto di un attacco della "Wild Hunt", ovvero un gruppo di spettri, o chissà cos'altro, che attaccano i villaggi a bordo di una nave volante fatta di corpi umani (quando si dice "viaggiare con stile") uccidendo e rapendo i suoi abitanti. Uno dei tanti miti nordici che popolano il mondo di Geralt e che fa da punto di contatto fra il secondo e il terzo capitolo.

Bjorn si è rifugiato in un paesino tormentato dagli attacchi di uno "spirito della foresta", che ha il brutto vizio di far ritrovare i corpi delle proprie vittime stritolati da alcune radici che spuntano dal terreno come tentacoli. Perché non approfittare dell'occasione e guadagnare un po' di soldi?

Tutto ciò che vedrete sarà esplorabile e, spesso, pericoloso.

Geralt, oltre ad essere un antieroe, un giustiziere riluttante e molte altre cose, è soprattutto un cacciatore di mostri, ma fino ad ora il suo mestiere era caratterizzato da delle normalissime quest "Vai in quel posto e uccidi il mostro".

"Viene finalmente resa giustizia al duro mestiere del Witcher con delle vere e proprie sessioni di investigazione dellambiente"

Finalmente col terzo capitolo viene finalmente resa giustizia al duro mestiere del Witcher con delle vere e proprie sessioni di investigazione in cui dovremo analizzare l'ambiente, rilevare indizi e attirare il mostro nella nostra trappola, per poi esigere il giusto compenso.

Nella demo a farne le spese è un leshen, una specie di tronco sormontato da un teschio d'alce, dotato di due artigli poderosi e dell'abilità di comandare animali (tra cui, appunto, i lupi) e piante, e che purtroppo è legato spiritualmente a una ragazza del villaggio che ci ha ingaggiato.

Ecco il Leshen, creatura in grado di comandare branchi di lupi e di attaccarvi con radici che escono dal terreno. Meglio trattarlo col dovuto rispetto.

Per completare l'opera ed evitare la sua resurrezione andrebbe uccisa anche la ragazza, lo diremo ai suoi concittadini, condannandola a morte certa, o ce lo terremo per noi, lasciando che il pericolo aleggi ancora su queste quattro case sperdute tra le colline?

Comunque vada sarà soltanto il filo di un arazzo enorme, una storia dalle mille variabili che si comporrà in base alle nostre scelte, e che non vediamo l'ora di giocare. Se poi considerate che alla Gamescom CD Projekt ha presentato anche il gioco da tavolo di The Witcher, è facile capire come ormai il mondi di Geralt di Rivia sia ormai uno dei più importanti dell'attuale panorama videoludico, e chi l'avrebbe mai detto dopo il primo capitolo?