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There Came an Echo: sa, sa, prova, prova - recensione

Ritorna il vecchio sogno di giocare tramite la voce: sarà la volta buona?

Un gioco tattico di una certa profondità con un supporto vocale finalmente perfettamente funzionante: questo il progetto che Iridium Studios aveva per There Came an Echo e questo è quello che lo stesso sviluppatore ha proposto ai propri potenziali finanziatori su Kickstarter. In 4000 circa hanno deciso di dare la propria fiducia per questo progetto e il risultato è disponibile per tutti su Steam (prezzo 14,99 euro).

Qual è il risultato finale? Sono state mantenute tutte le promesse? Abbiamo di fronte un titolo tattico competente e un riconoscimento vocale finalmente funzionante? La risposta è più elaborata di quanto la perentorietà della domanda possa far pensare...

La modalità principale di There Came an Echo è una campagna della durata variabile di 4-6 ore che offre una serie di missioni molto variegate ma tutte ovviamente incentrate sul combattimento tattico. Quindi tipicamente vi troverete di fronte a una porzione di narrativa parlata dagli ottimi doppiatori (tra cui la star è ovviamente Wil Wheaton), seguita da una sessione di gioco.

La modalità War Room è invece una sorta di survival mode molto semplificata e realizzata più per permettere al giocatore di fare pratica coi comandi vocali che per offrire una sfida interessante. Niente modalità skirmish e, soprattutto, niente multiplayer.

La scelta di armi e accessori è una decisione strategica fondamentale in There Came an Echo.

Ma come funziona il gameplay di There Came an Echo? In ogni missione dovrete, per prima cosa, gestire la vostra squadra e deciderne l'armamentario e le varie abilità; dopodiché, una volta entrati nello scenario, vi troverete ad affrontare il nemico dando comandi direttamente alle vostre unità.

Semplice no?

No, perché il gameplay prevede diverse caratteristiche per le varie armi (da qui l'importanza della fase di gestione inventario), l'utilizzo di scudi di energia per proteggersi e la gestione della propria energia vitale direttamente collegata alla potenza della propria arma (più sparate duro più perdete energia, in pratica). Oltre a questo il nemico è anch'esso armato in maniera diversa ed è sempre posizionato in modo intelligente.

Così le missioni sono soprattutto una questione di posizionamento, utilizzo dell'arma giusta nella situazione giusta e di concentrazione del fuoco sul nemico di volta in volta più pericoloso. Le varie locazioni all'interno della mappa sono contrassegnate da nomi in codice, il che vuol dire che non avete libertà totale ma dovete scegliere tra un tot di possibilità predeterminate. Questa caratteristica, insieme con gli altri meccanismi di gameplay, rendono l'esperienza più simile a un puzzle game che a un tattico, cosa che non è per forza un problema ma dipende dai gusti del giocatore...

E veniamo all'elefante nella stanza, ovvero al sistema di riconoscimento vocale che dovrebbe permettervi di impartire i comandi direttamente con la voce. Diciamo subito che There Came an Echo supporta molte lingue, tra cui l'Italiano. Diciamo anche che pur ritenendo il mio Inglese ampiamente all'altezza (soprattutto se si tratta di dire semplicemente "Tizio go to alpha five") non sono riuscito a far riconoscere la mia pronuncia se non una manciata di volte. Avendole contate posso dirvi che non ho mai superato il 30% di risposte positive.

A volte le locazioni precostituite coprono bene tutte le possibilità effettive sul campo di battaglia...

Utilizzando l'Italiano le cose sono migliorate esponenzialmente ma, ahimè, non abbastanza per raggiungere quel 90-95% che io reputo sia necessario perché questa tecnologia possa effettivamente aggiungere qualcosa di piacevole a un gioco tattico, evitando di scagliare improperi al monitor. La mia percentuale di riconoscimento non è mai andata oltre al 70% con problemi drammatici sulla pronuncia di alcune parole (tipo "tre"); e posso assicurarvi che non ho accenti particolari, né biascico o ho altri difetti di pronuncia. Ovviamente le prove sono state effettuate con cuffie e microfono di discreto livello qualitativo.

Ora questo è un problema drammatico per There Came an Echo perché, pur trovando gente disposta a spergiurare che il riconoscimento funziona perfettamente, io ho continuato per settimane a svolgere prove, patch dopo patch, e a riscontrare sempre lo stesso livello d'imperfezione. Quindi come è successo a me, può succedere ad altri giocatori.

Ovviamente il gioco vi permette di utilizzare anche i comandi manuali ma questi sono decisamente macchinosi e si nota chiaramente che il titolo è stato pensato per essere giocato in maniera fluida attraverso il riconoscimento vocale.

Questo aspetto è particolarmente importante perché There Came an Echo è un tattico sui generis che col "trucchetto" delle locazioni predefinite offre sì la possibilità di utilizzare il riconoscimento vocale, ma priva anche il gameplay di tanta profondità (basti pensare alle nuances tattiche di X-Com Enemy Unknown, ad esempio). E se il riconoscimento vocale diventa più un fastidio che una feature vincente, allora l'intero titolo inizia a scricchiolare paurosamente sulle sue premesse di gameplay.

...altre volte invece l'impressione è che la tattica sia decisamente troppo semplificata.

Sul lato degli altri valori di produzione, There Came an Echo è un titolo che si presenta bene sotto diversi aspetti. Graficamente gli scenari sono piacevoli e le animazioni realizzate in maniera discreta; niente che faccia gridare al miracolo, per carità, ma per un titolo di questo genere siamo sicuramente su buoni livelli. Le palette scelte e gli effetti, infine, rendono bene l'ambientazione futuristica.

Sul lato audio invece siamo decisamente su ottimi livelli. La colonna sonora, composta e realizzata da Big Giant Circles, è di ottima fattura e ricorda i picchi qualitativi di Frozen Synapse (giusto per citare un titolo dello stesso genere), mentre per quanto riguarda gli effetti sonori siamo nella media.

La storia è interessante e scritta discretamente. Gli autori hanno inserito parecchio humor in vicende che, altrimenti, mostrerebbero chiaramente il loro carattere stereotipico; tuttavia questo humor non sempre funziona e spesso i dialoghi arrivano a chiusure facili e palesemente forzate.

In definitiva There Came and Echo è un tattico che compie un pesante compromesso di gameplay per utilizzare una tecnologia che, seppur migliorata parecchio rispetto ad altri titoli in cui è stata implementata, non è ancora perfetta.

La storia viene raccontata con spezzoni che fanno uso dello stesso motore grafico del gioco; anche qui niente che faccia gridare al miracolo...

Inoltre non è detto che il riconoscimento vocale sia un metodo migliore del punta e clicca, magari abbinato a un menù radiale: il sistema di controllo via voce è sicuramente soddisfacente (quando funziona) e ha un indubitabile fattore di novità ma da solo non è in grado di costituire un gioco o anche solo di sostenere un gameplay un po' troppo semplicistico.

L'offerta di titoli di questo genere dopo il successo planetario di X-Com Enemy Unknown inizia ad arricchirsi e questi 14,99 euro possono probabilmente essere spesi meglio.

6 / 10
Avatar di Davide Pessach
Davide Pessach: Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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There Came an Echo

PS4, Xbox One, PC

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