Thronebreaker - recensione
L'RPG ispirato al Gwent approda anche su Nintendo Switch.
La fine del decennio e l'inizio del nuovo ha segnato per la saga di The Witcher l'approssimarsi della sua fortuna. Se negli scorsi mesi abbiamo canticchiato assiduamente 'Toss a coin to your Witcher', adesso ci ritroviamo tra le mani un titolo che ci catapulta ancora una volta nel mondo fantasy che tanto abbiamo amato.
Stavolta non ci occupiamo però di un gioco del tutto nuovo. Thronebreaker infatti ha già fatto la sua comparsa due anni fa su PC, Xbox One e PlayStation 4. È solamente qualche settimana fa che invece l'abbiamo visto arrivare anche su Nintendo Switch, console che (vi anticipiamo) al momento sembra essere più azzeccata per questo genere.
Il titolo di CD Projekt RED si presentava inizialmente come una semplice campagna single player di Gwent: The Witcher Card Game. Tuttavia lo sviluppo del gioco lo ha portato a essere un vero e proprio titolo stand alone (sfiorando quasi le 40 ore complessive). Così, ben due anni fa, Thronebreaker è arrivato sulle console e su PC, accompagnando l'uscita dalla fase beta di Gwent: The Witcher Card Game. Abbiamo avuto la possibilità di provare la sua versione per Switch, rimanendone piacevolmente colpiti ma notando anche alcune lacune evidenti. Ma procediamo con ordine.
Pur essendo meramente un card game, Thronebreaker presenta una componente RPG molto interessante. Ed è proprio l'incipit del titolo a presentarcela. La trama si apre, infatti, su un misterioso narratore il quale ci racconta la storia della Regina Meve, sovrana di Lyria e di Rivia.
Tale personaggio non è del tutto estraneo a coloro che hanno già bazzicato tra i libri di Andrzej Sapkowski: la incontriamo, infatti, tra le pagine de "Il Battesimo del Fuoco" durante una controffensiva sul fiume Jaruga contro l'esercito usurpatore di Nilfgaard (dopo la quale insignì Geralt del titolo di cavaliere con cui lo conosciamo tutti noi oggi: Geralt di Rivia).
Le vicende ruotano quindi intorno a questa coraggiosa combattente, sovrana risoluta ma dal volto umano, che ha il compito di guidare una schiera di regni nella rivolta contro l'impero di Nilfgaard.
Purtroppo gli eventi non giocano a favore della regina, che si ritrova in poco tempo tradita su più fronti e che vede il suo regno finire in mano all'esercito nero. Prendendo dunque le redini del personaggio, il nostro compito sarà ricreare una legione composta da chiunque voglia ribellarsi a Nilfgaard. Privata del suo trono, del suo ruolo e della dignità, Meve dovrà dimostrare ora più che mai il suo onore reale e le sue capacità di generale d'armi.
Anche stavolta leitmotiv delle vicende sarà la scelta del male minore, argomento molto caro alla saga di The Witcher nella sua interezza. Durante tutta la nostra avventura ci ritroveremo a fare delle scelte che si riveleranno fondamentali nel corso della storia. Scelte che non risparmieranno nessuno: contadini, esercito, traditori, creature magiche, chiunque è sottoposto alla legge del Destino e nessuno se ne può sottrarre.
Per questo motivo dovremo fare molta attenzione, giocare d'astuzia e mettere in gioco tutte le nostre abilità strategiche per decidere chi farci amico e chi nemico, e chi ritrovare nel momento del bisogno. Così come nei titoli principali della serie, anche in Thronebreaker le nostre decisioni influenzeranno la presenza o l'assenza di determinati personaggi nel gioco, così come la possibilità di utilizzare o meno le carte.
Ogni personaggio sarà fondamentale per la costruzione di una trama ben distinta ed egregiamente organizzata. Perché, come in ogni capitolo della saga, anche stavolta ci ritroveremo davanti un comparto narrativo ottimo: ogni figura sarà ben caratterizzata e inserita all'interno della vicenda. Perfino i personaggi più secondari troveranno una loro specifica identità, una caratterizzazione egregia che non ha nulla da invidiare a quella dei personaggi principali. Un elemento questo che comunque non ci stupisce, visto l'eccellente lavoro narrativo che CD Projekt RED ha svolto in ogni titolo di questa saga.
La sfida maggiore stavolta è stata la compenetrazione di una trama ben riuscita con un gameplay diverso dal solito. Tutta l'esperienza di gioco, infatti, si può tradurre in tre fasi ben distinte: l'avventura RPG, la fase strategica e il gioco di carte vero e proprio.
La prima fase si presenta come una classica esplorazione del mondo circostante, con una prospettiva isometrica che ci permette di osservare al meglio il territorio. Possiamo interagire con vari personaggi, accettare missioni secondarie e raccogliere munizioni e oggetti utili. Un processo forse fin troppo semplice ma adatto a un card game oriented. La fase strategica prevede invece l'organizzazione dell'accampamento.
Esso presenta tre tende principali: quella di comando, quella reale e l'officina. La prima permette essenzialmente di modificare o migliorare il nostro mazzo, aggiungendo o rimuovendo determinati elementi. Potremo visionare la nostra intera collezione e ordinarla in base alla rarità delle carte. Durante la nostra avventura sarà possibile arruolare nuovi uomini che si tradurranno automaticamente in nuove aggiunte al nostro mazzo.
La tenda reale permette di controllare tutte le missioni attive e leggere documenti importanti. L'officina consente, invece, di apportare migliorie all'accampamento e all'esercito, permettendo per esempio di aumentare il numero di reclute o l'oro vinto in battaglia.
Ma il gameplay vero e proprio si dispiega durante le battaglie, raffigurate nella forma di sfide a carte. Ogni esercito e ogni nemico (sia esso umano che fantastico) sarà rappresentato da un deck. Se da un lato lo stile di gioco è già abbastanza conosciuto, in Thronebreaker troviamo delle differenze. Le regole, infatti, si scostano dal classico Gwent di The Witcher 3 e si rifanno all'aggiornamento Homecoming di Gwent: The Wticher Card Game.
All'interno del campo di gioco, infatti, troviamo due sole linee per giocatore in cui posizionare le nostre carte (a differenza delle classiche tre file). Inoltre non è presente la tipologia Silver, ma troveremo soltanto carte bronzo o oro. Ogni deck possiede il proprio comandante (raffigurato all'estrema sinistra in 3D), il quale stavolta potrà usare la propria abilità più volte durante i round, dopo un determinato periodo di Recupero. L'ultima differenza sostanziale è la presenza dell'Ordine, un'abilità speciale di determinate carte, selezionabile a patto di consumare le cariche richieste.
Per il resto il gioco di carte si presenta piuttosto uguale a quello che conosciamo: i giocatori si sfidano in battaglie che durano generalmente tre round (ma possono essere anche di un round singolo), e cercando di ottenere la vittoria conquistandone almeno due. Alla fine di ogni round ogni giocatore può pescare carte dal mazzo e scartarne altrettante. È fondamentale quindi saper giocare d'astuzia, capire se sia preferibile passare il round e conservare le carte o sferrare tutta la propria forza in una determinata azione.
Alcune battaglie presentano dei rompicapo, espedienti che abbiamo trovato interessanti ma che a volte si rivelano forse troppo semplici o ripetitivi. Vi toccherà per esempio proteggere alcuni animali da una viverna o uccidere un boss prima della fine di un determinato turno.
In generale la ripetitività è un elemento ricorrente in Thronebreaker, gioco che ricordiamo essere prima di tutto un card game. Nonostante la presenza di fasi strategiche e di ruolo, il titolo comunque concentra gran parte delle ore negli scontri tra deck, elemento che dà una chiara impostazione.
D'altra parte, laddove si è cercato di dare più spazio alla controparte ruolistica ci si è trovati con una mole di eventi secondari forse anche troppo voluminosa. Vi troverete ad esempio, a passare parecchie ore nella regione dell'Angren o a Mahakam, luoghi secondari che approfondiranno la trama ma non daranno nulla di aggiuntivo al gioco in sé.
Un elemento che invece ci sentiamo di lodare particolarmente è il comparto grafico. I disegni realizzati a mano ben si accompagnano alle animazioni, seppur semplici, dei dialoghi e delle azioni dei personaggi. Quasi come fosse un fumetto in movimento, il settore artistico del gioco svela un ottimo lavoro e una cura minuziosa dei dettagli.
Perfino il campo da gioco non sarà più ispirato al classico tavolo da Gwent ma rifletterà di volta in volta il campo di battaglia, con fango, pioggia e muschio. Per quanto avremmo preferito un'impostazione più classica del campo da gioco, un'immedesimazione di questo livello aggiunge quel quid al comparto grafico-narrativo.
Thronebreaker quindi si presenta come una gradevole esperienza ludica. Cogliamo l'opportunità di lodarne la resa su Nintendo Switch, console che ad ora sembra essere quella più valida per un'esperienza interattiva, smart, divertente e al passo con la movimentata quotidianità.
Se cercate un titolo mordi e fuggi, che vi dia la possibilità di giocare una partita senza troppe pretese ma che possieda anche una trama accattivante, Thronebreaker è il prodotto su cui puntare.