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Thronebreaker: The Witcher Tales - prova

L'universo di The Witcher ha ancora molto, molto da raccontare.

Esplorando i corridoi dell'imponente edificio nei sobborghi di Varsavia che CD Projekt RED ha reso il suo quartier generale, si respira un'atmosfera speciale. Buona parte dei 600 impiegati si occupa ora di Cyberpunk 2077, non propriamente una produzione di serie B, ma tra le stanze della struttura The Witcher è tuttora una presenza costante, anche se sono trascorsi alcuni anni dall'uscita di Wild Hunt che ha dato un punto al franchise. È possibile scorgere riferimenti allo Strigo e all'universo di cui è protagonista in ogni angolo, e la sensazione è quella che lo studio polacco abbia ancora moltissimo da raccontare in materia, e una voglia matta di farlo.

Diventa a questo punto immediatamente comprensibile la scelta di CD Projekt di trasformare in un titolo stand alone quella che sarebbe dovuta essere la campagna single player di Gwent: The Witcher Card Game, poiché come ammettono gli stessi sviluppatori nel corso dei lavori è diventato chiaro come il team avesse tanto, troppo da dire per confezionare il tutto in una semplice espansione. Nasce quindi Thronebreaker: The Witcher Tales, quello che è in tutto e per tutto il primo, nuovo RPG dello studio dopo l'era The Witcher, che arriverà su PC in esclusiva per GOG il 23 ottobre e il 4 dicembre su Xbox One e PS4. Su invito del team siamo volati a Varsavia e abbiamo avuto l'occasione di provarlo in maniera approfondita, ecco cosa ne pensiamo.

Prima di spiegare cosa sia effettivamente Thronebreaker: The Witcher Tales, è importante secondo noi fare chiarezza su cosa non sia. Se aspettate di trovarvi di fronte a un semplice spin-off, poco impegnativo e assolutamente marginale per la storia che vuole raccontare, vi sbagliate di grosso. Il gioco è un'appendice secondo noi molto interessante dell'universo costruito da Andrzej Sapkowski, raccontando una storia sì inedita ma che avrà più di qualche collegamento con le vicende di Geralt che abbiamo vissuto nella trilogia. Seguiremo la storia di Meve, regina dei regni di Rivia e Lyria, chiamata ad opporsi all'ennesima invasione dell'impero di Nilfgaard che mette in forte pericolo i sudditi.

Grazie alla prospettiva da cui controlliamo Meve possiamo gustarci lo stile con cui è stato realizzato il mondo di gioco.

In piena tradizione CD Projekt, Thronebreaker è un RPG fatto e finito che pone l'accento sulla narrazione, ma quello che forse potrebbe sorprendere è la sua decisa natura open world, dal momento che Meve può muoversi ed esplorare liberamente vaste ambientazioni ricche di NPC, di missioni secondarie, di segreti e di tante altre opportunità. Le carte di Gwent entrano in gioco solo in occasione dei combattimenti, e per nostro stupore sono solo una parte dell'offerta ludica di Thronebreaker, che si avvicina più a quella di un RPG vecchia scuola piuttosto che a quella di un semplice gioco di carte.

Nel corso della nostra prova abbiamo affrontato il primo atto di Thronebreaker, che dopo aver completato un breve tutorial ci mette a disposizione la prima delle cinque, enormi mappe rappresentanti ognuna una regione del mondo di The Witcher. L'avventura inizia a Lyria, ma potremo esplorare anche Rivia, Aedirn, Mahakam e Angren, luoghi che i fan dello Strigo avranno già sentito nominare e che in Thronebreaker potranno finalmente conoscere in prima persona. Muovendo i primi passi nelle campagne di Lyria al comando di Meve, ciò che risalta subito agli occhi è lo stile grafico unico che contraddistingue l'intero titolo, a metà tra il cell shading e un bellissimo disegno a mano.

Il mondo di gioco è realizzato interamente in questo stile così come i personaggi che lo compongono, e spostare la regina su questa sorta di incantevole tavola contribuisce innanzitutto a far immergere il giocatore nella storia. Tra i banditi che infestano le campagne e il lontano richiamo della guerra che si avvicina da nord, possiamo subito scegliere se seguire l'indicatore sulla mappa per proseguire nella trama principale o se darci all'esplorazione, prendendo altri percorsi e incontrando NPC che non vedono l'ora di sommergerci di missioni secondarie, che in questo primo contatto ci sono sembrate anche di buon livello.

I dialoghi a scelta multipla hanno un impatto sulle missioni secondarie, ma influenzano anche la trama principale.

Esplorando la mappa ci siamo trovati presto o tardi a dover estrarre le armi, e proprio in questo frangente irrompe nel gioco Gwent, i cui incontri di carte fanno da vero e proprio sistema di combattimento per tutta la durata di Thronebreaker. Le meccaniche della partita, almeno negli scontri standard, sono identiche a quelle del card game di CD Projekt: lo scopo è quello di accumulare più punti dell'avversario giocando nelle diverse corsie del campo di gioco le carte che abbiamo in mano, vincendo almeno due round su tre per garantirci il successo finale.

Nonostante le partite seguano gli stessi binari, il team non si è accontentato di clonare Gwent e di inserirlo in questo RPG, ma ha voluto presentare ai giocatori una vasta gamma di nuove carte completamente ripensate per essere adatte a questa formula inedita. In Thronebreaker: The Witcher Tales sono oltre 250 le carte che potremo utilizzare nel corso della storia, specificatamente costruite per interagire e produrre effetti tra loro. Fin dall'inizio sarà importantissimo padroneggiare questa forte interconnessione tra le carte, poiché non solo gli incontri ci sono sembrati estremamente difficili anche nelle prime fasi di gioco, ma anche perché buona parte delle partite avranno regole speciali e potranno essere completate solo conoscendo profondamente il mazzo guidato dalla regina Meve.

Malgrado fossimo alle prese con la primissima sezione di Thronebreaker, le partite a Gwent ci sono sembrate forse troppo impegnative, anche a causa di un'intelligenza artificiale spietata che si è dimostrata sempre molto attenta a farci pagare ogni singolo errore commesso durante l'incontro. L'elevata difficoltà delle partite potrebbe secondo noi rappresentare un problema per quei giocatori che non sono avvezzi ai card game e che non conoscono Gwent , ma nonostante la speranza sia quella di assistere a un bilanciamento dei match all'uscita del gioco gli sviluppatori hanno incluso una modalità che permetterà agli utenti di saltare i duelli di carte per concentrarsi sulla storia di Thronebreaker.

Le partite a Gwent sono simili a quelle del card game multigiocatore, ma sono molto più curate.

Confrontandoci con altri colleghi presenti all'evento alla fine della sessione di prova, siamo stati sorpresi dallo scoprire che quasi nessuno dei partecipanti aveva affrontato gli stessi combattimenti. L'ambientazione è talmente vasta e pregna di attività secondarie che nelle due ore con Thronebreaker abbiamo visitato solo una piccola parte dei luoghi d'interesse segnalati nella mappa. Meve non è un Witcher, ma nel corso dell'avventura potremo imbatterci nei mostri e nelle creature rese famose dalla trilogia, e in tante altre situazioni che potranno premiarci con oro o materiali.

Queste risorse saranno fondamentali in più di un'occasione, sia per risolvere determinate missioni secondarie sia per costruire e migliorare l'accampamento della guarnigione della regina, composto da alcuni edifici con funzioni specifiche. Se la Tenda del Comando è il luogo dove gestire il mazzo e migliorarla garantisce mazzi più numerosi e potenti, la Tenda del Messo è una piccola taverna dove incontriamo i compagni di Meve, quegli importanti NPC con cui possiamo parlare per ricevere missioni e ulteriori dettagli sulla loro storia. La Tenda Reale è l'hub delle quest e visitandola si ha accesso a tutti quei documenti ricevuti nel corso della campagna, mentre l'officina si occupa di potenziare e migliorare ciascuno di questi edifici con i materiali a nostra disposizione.

Thronebreaker è prima di tutto un videogioco di CD Projekt RED, e come tale non possono mancare dialoghi di livello che propongono inoltre un sistema di scelte che influenzano tanto le quest secondarie quanto quelle principali. Proprio come in The Witcher sarà Meve, come Geralt, a decidere le sorti del suo destino e di quello degli altri NPC. In una breve chiacchierata avuta con David Chircop, gameplay designer di Thronebreaker, ci è stato confermato che avremo piena libertà di scelta nella campagna principale, durante la quale incontreremo inoltre dei famosi personaggi della trilogia, anche se sulla loro identità vige il più assoluto segreto.

L'accampamento evolve man mano che potenziamo i suoi edifici e ne costruiamo di nuovi.

Dal punto di vista della narrazione e della libertà del giocatore di plasmarla, Thronebreaker si avvicina maggiormente ai videogiochi della serie The Witcher piuttosto che a Gwent. A dire il vero, il nuovo RPG di CD Projekt trae dal suo card game solo una minima parte dell'esperienza, che a certe difficoltà può addirittura scomparire per facilitare il proseguo della storia, che per giunta è interamente tradotta in italiano con un doppiaggio di qualità altamente godibile. Il marchio di fabbrica di CD Projekt c'è e si sente, e chissà quanto le vicende di Meve potranno spingersi vicino a quelle dello Strigo nel corso del gioco.

Proprio per queste ragioni, Thronebreaker: The Witcher Tales farà secondo noi la felicità di tutti quei fan che amano Gwent e l'universo di The Witcher, anche se forse l'accesa difficoltà dei combattimenti con le carte potrà andare di traverso a chi non ha mai avuto esperienze con Gwent e più in generale con i giochi di carte. Chi non si farà intimidire da questo scoglio troverà un RPG vecchio stampo estremamente fedele alla sua natura e all'identità caratteristica delle produzioni dello studio polacco, un RPG che non si accontenta di proporre un mero spin-off di Gwent ma che ha invece l'ambizione di raccontare una storia. Un RPG che, date queste premesse, non vediamo l'ora di approfondire.