Tim Schafer e Double Fine
Psychonauts, motion control e altre amenità.
Qualche giorno fa il CEO di Double Fine Productions ha tenuto un discorso di presentazione alla Develop Conference di Brighton. I punti cardine sono stati titoli come Psychonauts e Brutal Legend ma anche le celebrazioni per il decimo anniversario del suo studio.
Prima che il buon Tim abbia avuto la possibilità di arrivare sul palco è stato intercettato dai nostri colleghi inglesi di Eurogamer, che ne hanno approfittato per realizzare un'intervista veramente interessante. Continuate a leggere per scoprire tutto di Tim Schafer, dai suoi film e i suoi giochi preferiti, alle cose più piccanti, ovvero cosa ne pensa veramente di Bobby Kotick e come utilizzerebbe un holodeck!
[ride] Sono stati veramente gentilissimi! Hanno dato un sottotitolo al mio intervento, una cosa del tipo "Di successo, creativo e con un BSDU". E mi sono chiesto cosa diavolo volesse dire BSDU.
Vuol dire Buon Senso dell'Umorismo.
Mi chiedo se sia uno slang.
Non credo si tratti di l33t speak, perché altrimenti sarebbe sgrammaticato e conterrebbe dei numeri al suo interno. Ci sarebbe quanto meno un 4 e un $.
Non so se consiglierei a qualcuno di prendere spunto da me. Talvolta le cose che faccio, o che facciamo come società, derivano da una vera e propria necessità. È come se avessimo la necessità di fare quel tipo di gioco. Non ci sediamo intorno a un tavolino cercando di identificare la miglior strategia per ottenere un gioco divertente. È più una cosa che nasce spontaneamente al seguito di una vera e propria necessità.
È come una pulsione che viene da dentro e che accettiamo di seguire. Sono fermamente convinto che vi sia tanto spazio per la commedia all'interno dei giochi, spazio che ad oggi ha bisogno di essere riempito. I videogame corrono il rischio di prendersi troppo sul serio. Ci sono moltissime persone che amano la commedia e lo humor e magari apprezzerebbero maggiormente i giochi se avessero la possibilità di trovarne in misura maggiore nei titoli pubblicati.
L'industria tende a imitare se stessa. Ci sono moltissime persone a caccia dell'ultimo grande successo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un blockbuster basato sulla commedia: appena verrà prodotto, tutti gli altri seguiranno l'esempio.
È esattamente come nei film. Easy Rider è stato uno dei primi film indipendenti che sia mai stato in grado di generare profitti, in primis perché è costato veramente pochissimo, in secondo luogo perchè fu un grande successo. Da quel momento in poi gli addetti ai lavori cominciarono a pensare che quello fosse un modello di business decisamente interessante. Spendere pochissimo per incassare tantissimo. Alla fine la Miramax, o chi per loro, riuscì a trasformare quella tipologia di lavoro in un modello di business. Oggi come oggi la scena indipendente, per quanto riguarda le produzioni cinematografiche, è molto fervida.
Se ti concentri su piccole opere non molto costose potrai farne di più, e non è necessario che ognuna sia per forza un successo planetario. Punta a una forma di business ordinata e semplice, e ogni tanto uno dei lavori a basso costo si trasformerà in un best seller.
Stavo guardando un documentario sulla realizzazione di Casablanca, uno dei miei film preferiti. Nel documentario facevano a diverse persone che ci hanno lavorato, la seguente domanda: "Come ci si sente ad aver realizzato uno dei film più amati di tutti i tempi?" e la risposta era "Non ne avevamo idea. Realizzammo 50 film in quello stesso anno, e Casablanca era solo uno dei tanti", il che fa riflettere.
Casablanca! Per anni ho avuto la mia classifica personale in cui Casablanca era al primo posto e Road Warrior al secondo. Ecco il perché di Grim Fandango, Full Throttle e anche di Brutal Legend. C'è molto di quei due film in questi titoli.