Time Crisis: Razing Storm
Il binario morto di una serie.
E invece niente di tutto ciò. Questo spin-off dall'aria futuristica ci porta a combattere un'organizzazione terroristica in un non meglio precisato territorio sudamericano e, pistola virtuale alla mano, il Move va clamorosamente in crisi di inquadrature, di sensibilità e di tecnologia.
Sembra quasi di aver fatto una triplice capriola all'indietro, ai tempi delle sagome improvvisate dei vari giochini per EyeToy, con movimenti abbozzati e al limite della frustrazione.
Il connubio tra telecomando e stick analogico non funziona, come del resto i movimenti intuitivi che dovrebbe supportare il Move, perennemente in ritardo nell'aggiornare la situazione su schermo quando proviamo, per esempio, a mirare tempestivamente verso questo o quel nemico.
Anche il movimento legato alla ricarica è lento e impreciso, e tutto si riduce a scontri confusionari e poco appaganti. Ciliegina su questa torta piuttosto indigesta è l'Intelligenza Artificiale dei nemici, davvero poco reattivi e degni di essere al centro del nostro mirino.
Spesso ci siamo ritrovati a fissarli, in preda a scene di inverosimile immobilismo, quasi per darci il tempo di prendere al meglio la mira per farli fuori senza alcuna fatica. Come detto il livello di sfida rasenta lo zero, e nemmeno la tanto decantata modalità online riesce ad innalzarlo. Certo, gli avversari essendo umani hanno reazioni più all'altezza della situazione, sempre che abbiate la fortuna di incontrare sui server qualcuno che abbia il coraggio di giocare al multiplayer online di Razing Storm...
Le modalità supportate? Le più classiche, dai Deathmatch (anche in Team), ai Capture the Flag, passando per la King of the Hill, tra partite "chiuse" e scontri classificati. Le sole quattro mappe presenti e che riprendono gli scenari della campagna in singolo, sono però l'ulteriore conferma di un titolo dallo spessore minimo.
La stessa meccanica di copertura funziona davvero male, evidentemente coinvolta in questa pseudo libertà che si trasforma in un esempio di imprecisione ad ogni occasione. Il Move tarda infatti nel recuperare la nostra posizione, una volta che, per tornare in azione, lo puntiamo verso le schermo. E questo ha un'incidenza negativa sul ritmo di gioco, scandito più dagli errori nel calcolo delle traiettorie, che dai nostri scontri a fuoco quanto mai casuali.
Cadute di gameplay che vi faranno maledire il giorno in cui Namco Bandai ha voluto provare ad uscire dagli schemi ottenendo pessimi risultati. Le buone intenzioni vanno sempre premiate, è vero, ma in questo caso di lodevole c'è solo un tentativo abbozzato sulla carta e niente di più!
Ora, che siate fan della versione arcade o meno, vi troverete davanti a una produzione comunque approssimativa, se non nella veste grafica, sicuramente nelle defaillance di un sistema di controllo che soprattutto sul versante della fantomatica versione FPS di Time Crisis lascia decisamente a desiderare. Quindi, al di là dell'attrattiva da pura compilation senza infamia né lode, Razing Storm fallisce proprio nel suo voler rinnovare una serie storica senza gettare delle basi solide su cui poggiare questa sua ricerca di restyling next-gen... Per Natale e per mostrare il Move agli amici, meglio guardare altrove!