Tom Clancy's Splinter Cell: Conviction
Cambio di rotta per la celebre saga.
Niente tutina aderente d’ordinanza (e questo forse non è un male): adesso la vostra uniforme sarà composta da jeans scuciti, felpa con cappuccio ed una barba incolta. Dopo gli anni da agente speciale è arrivata l’ora di diventare un uomo qualunque, ed in mancanza dell’amata oscurità, il vostro nuovo nascondiglio sarà, come già visto in Assassins Creed, la folla, fondamentale copertura per tutte le nostre azioni di spionaggio.
Azioni che varieranno tra il rubare documenti, entrare in aree sorvegliate e giustiziare tanti cattivi armati fino ai denti. Dovendo aggirare un poliziotto, potrete cercare di creare un diversivo, per esempio spaventando dei passanti. In alternativa, potrete farvi notare ed inseguire per poi neutralizzare la minaccia con tutta calma in un vicolo laterale, come se non fosse mai successo nulla. Questo radicale mutamento delle meccaniche di gioco, per molti sicuramente sgradito, ha ovviamente rivoluzionato anche la filosofia che è sempre stata alla base del marchio Splinter Cell: il confronto con gli avversari è diventato essenziale.
La paura di Sam adesso non è venire scoperto, ma venire catturato, quindi l’uso delle maniere forti non sarà più solo una misura estrema ma vi ritroverete ad usare le mani più spesso di quanto pensiate. Una brusca virata dal genere stealth verso l’action puro, giustificata con la volontà di rendere accessibile il titolo al maggior numero di persone, soprattutto quelle che hanno abbandonato i capitoli precedenti causa frustrazione (è opinione di molti, che i giochi non debbano assolutamente essere democratici, ma questo è un discorso che magari affronteremo in un’altra sede).
Per aiutare queste persone, ma anche chi ha finito i titoli precedenti senza problemi, l’obiettivo di Conviction è offrire un alto livello di interazione con l’ambiente circostante (diciamo alla Bourne Supremacy). Barricatevi negli uffici per cercare con più calma, scompigliate le carte per un diversivo, prendete la radio di una agente stordito per capire le mosse dei vostri inseguitori: potrete perfino rimettere a posto una scrivania dopo una colluttazione per evitare che un agente troppo zelante si insospettisca a causa di una sedia rovesciata.
Una gamma di interazioni così ampia richiede ovviamente un motore fisico con gli attributi che vada oltre quanto fatto fino ad ora da Ubisoft: un sistema che faccia interagire Sam con gli oggetti intorno a lui in maniera credibile ed indipendentemente dl posizionamento. Il gioco è ancora avvolto dal mistero, essendo scomparso improvvisamente nel nulla tanto da far pensare addirittura a una cancellazione del progetto.
Volendosi sbilanciare un po’, potremmo affermare che gli sviluppatori non sono esattamente gli ultimi arrivati, tentendo quindi all’ottimismo per quel che riguarda le scelte di gameplay. Il motore invece, derivato solo in parte da quello di Double Agent, per adesso ha mostrato, ironicamente, solo ottimi effetti di luce/ombra ma anche un frame rate trasandato come la barba di Sam.
La questione principale sul tavolo rimane comunque la rivoluzione operata al brand Splinter Cell: stando sempre alla parole di Mathieu Ferland i beta tester, hanno espresso pareri entusiasti per l’ambientazione e per il gameplay. Essendo dichiarazioni da conferenza stampa sono parole dal peso molto relativo, ma è sicuro e che Conviction sia un rischio di cui Ubisoft è consapevole, rimanendo fiduciosa nella bontà del progetto, il cui particolare sistema di controllo pptrà fornire spunti molto interessanti in chiave multuplayer. Di sicuro la scelta di Ubisoft di gettare all’ortiche tutto quello che aveva reso famosa la serie di Splinter Cell è stata molto coraggiosa, per capire se è stata saggia dobbiamo solo sederci ed aspettare.