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Tom Clancy's The Division: impressioni dalla beta - prova

Il Destiny di Ubisoft entra nella Zona Nera.

Questo fine settimana è stato davvero molto intenso per gli appassionati di videogiochi. Ben tre beta sono andate online quasi in contemporanea (Street Fighter V, UFC 2 e The Division), ma quella che ha attirato maggiormente l'attenzione dei giocatori è stata senz'ombra di dubbio quella dell'interessante progetto di Ubisoft.

Affrontando la beta abbiamo avuto la possibilità di verificare numerosi elementi di The Division su cui pendevano alcuni dubbi legittimi, e il risultato finale al termine della prova è sicuramente positivo. Il Destiny di Ubisoft è carico di atmosfera, tecnicamente gradevole (nonostante il downgrade subito rispetto al trailer di presentazione) e, soprattutto, caratterizzato da elementi di gameplay e game design convincenti.

La beta ci ha lanciato immediatamente nella mischia, facendoci atterrare nelle strade di una New York in piena crisi pandemica. Un virus terribile ha fatto a pezzi la società civile, costringendo l'esercito e i membri della fantomatica Divisione a collaborare per proteggere i civili in difficoltà, contenere i ribelli e, soprattutto, trovare una cura al virus che sta mettendo in ginocchio la civiltà umana.

La struttura del gioco ricorda sotto molti punti di vista quella di Destiny e offre un equilibrato mix tra gli elementi tipici dei TPS, dei GDR occidentali e degli MMO. In sostanza, una volta creato il proprio avatar (completamente personalizzabile attraverso una vasta gamma di equipaggiamenti) ci si immerge in un mondo pieno di missioni da compiere e di zone da esplorare.

I menu sono piuttosto chiari e semplici da esplorare, dettaglio importante per un gioco in cui non è possibile mettere in pausa.

Pur dovendo essere giocato completamente online, The Division accetta anche l'avventura in solitaria, dettaglio che farà piacere tutti coloro che non hanno alcuna intenzione di condividere l'esperienza con altri utenti. Va però detto che gli sviluppatori hanno progettato il titolo per incoraggiare un approccio multiplayer, e non è un caso che affrontando le missioni in compagnia degli amici l'intera esperienza guadagni molti punti sul fronte del divertimento.

Le prime missioni della beta ci hanno permesso di prendere confidenza con una porzione della mappa del gioco, con i controlli e con la gestione dell'inventario e delle abilità. Ogni volta che si raccoglie un nuovo pezzo di equipaggiamento è possibile accedere rapidamente al menu e valutarne le caratteristiche, in modo da capire se indossarlo o meno.

Come accade in tutti i gdR, ogni oggetto o accessorio è caratterizzato da valori e bonus in grado di modificare le caratteristiche del proprio avatar, dettaglio che permette di scegliere con attenzione cosa indossare in base al proprio stile di gioco.

A volte, per esempio, si può sacrificare un eventuale bonus ai punti vita per ottenere più armatura, o magari per sfruttare un utile bonus con le armi da fuoco. Parlando delle armi, poi, è possibile equipaggiare contemporaneamente un'arma primaria, una secondaria e un'arma a una mano, tra le quali si può passare rapidamente tramite la semplice pressione di un tasto.

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Ogni arma può essere modificata attraverso una vasta gamma di accessori. Qualche ora dopo l'inizio della beta, per esempio, il nostro semplice fucile d'assalto era stato modificato con un'utile ottica magnificata (perfetta per i tiri dalla distanza), con un'impugnatura sul sottocanna per ridurre il rinculo, e con un caricatore più capiente.

Dopo aver affrontato le prime missioni in solitudine ed esserci resi conto di quanto The Division potesse essere gradevole anche da soli, abbiamo mosso i primi passi nella famigerata Zona Nera, la parte di città non presidiata dalle forze dell'ordine e, in quanto tale, governata dalla pura e semplice anarchia.

Entrarvi da soli è estremamente rischioso, visto che è qui che al classico PVE (contro nemici più tosti del solito) si affianca il PVP di The Division. Nei confini della Zona Nera i giocatori possono attaccarsi tra loro, e a far scoccare la scintilla è sempre e solo una cosa: l'avidità.

È nella Dark Zone, infatti, che si possono ottenere i loot più ghiotti e prestigiosi del gioco, ma il prezzo da pagare per simili tesori è generalmente molto alto. Una volta all'interno di questo territorio selvaggio ci si imbatte in altri giocatori con cui si può comunicare attraverso le emoticon o, quando si è abbastanza vicini, sfruttando la chat di prossimità pur non essendo all'interno di un party.

La mappa è molto utile per muoversi con sicurezza tra le strade disastrate di New York. In ogni caso è impossibile perdersi, vista la costante presenza di aiuti e indicatori su schermo.

Affrontando i mob controllati dall'IA si ottengono bottini di vario genere, a volte chiusi all'interno di casse da aprire con apposite chiavi fatte cadere da nemici di alto livello. Tutti gli oggetti recuperati all'interno della Dark Zone devono essere portati fuori dalla zona e decontaminati prima di essere utilizzati, motivo per cui è fondamentale portare a termine con successo un'estrazione in una delle zone appositamente designate. Il problema è che dopo aver chiamato l'estrazione con un flare si devono affrontare diverse ondate di mob piuttosto aggressivi (ma comunque gestibili) e, soprattutto, i PK che faranno di tutto per eliminarvi e ottenere il vostro bottino.

Nella Dark Zone, infatti, ogni volta che si viene uccisi si lasciano a terra tutti gli oggetti recuperati fino a quel momento, che a quel punto possono essere raccolti da chiunque. Per cercare di garantire un certo equilibrio con i PVP e non fan diventare la Dark Zone un luogo sgradevole ai giocatori gli sviluppatori hanno studiato un sistema interessante che penalizza i PK.

Attaccando un altro giocatore, infatti, si viene etichettati come agenti rinnegati, diventando automaticamente un bersaglio per tutti gli utenti presenti nella zona. Morendo da agenti rinnegati le penalità sono molto alte, visto che oltre al loot si perdono anche punti esperienza, soldi e livelli, ma si tratta di un rischio calcolato considerando il valore medio del bottino che si può ottenere nella Dark Zone.

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Fino a questo momento The Division ci è sembrato davvero interessante, e promette di trasformarsi in un avido divoratore di tempo libero una volta uscito. Come accade sempre in questo genere di giochi, tuttavia, molto dipenderà dalla quantità e dalla varietà dei contenuti.

Ci auguriamo che gli sviluppatori stiano preparando un end game coi fiocchi, in modo da mantenere sempre alto l'interesse dei giocatori più attivi. Se Ubisoft riuscirà a non ripetere gli errori commessi da Bungie e Activision con Destiny, The Division potrebbe diventare un fenomeno di massa in pochi mesi, per poi durare nel tempo. Per tutte le conferme del caso, tuttavia, dovremo attendere l'uscita della versione completa del gioco.

Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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