Train Fever: passato, presente e futuro delle ferrovie - review
Tutti in vettura... si parte!
Se chiedessi a tutti voi di dirmi il gioco più desiderato della propria infanzia, la maggior parte risponderebbe "una PlayStation" o al massimo "un Super Nintendo". Ma alcuni dei lettori più vecchi (quelli come il sottoscritto insomma) probabilmente risponderebbero "un trenino elettrico con tanto di stazioni, staccionate e tutto il resto".
Ormai, purtroppo, quella è roba da collezionisti e nella maggior parte dei casi il modellismo di treni è diventato anche un hobby piuttosto costoso. Per dare sfogo alla vostra voglia di motrici, vagoni e strade ferrate è arrivato Train Fever!
Sviluppato dal volenteroso team svizzero Urban Games, Train Fever appartiene a quel genere sempre più raro dei titoli gestionali che mettono il giocatore nei panni di un "tuttofare", a metà tra l'imprenditore e il presidente assoluto di una nazione. In questo particolare caso l'obiettivo è di fondare una compagnia di trasporti su rotaia nel lontano 1850 per poi farla sviluppare ben oltre il futuro rappresentato dal XX secolo.
Sulla falsariga di titoli del passato quali A-Train, ma soprattutto Railroad Tycoon, il giocatore deve portare a termine una serie di missioni che nella maggior parte dei casi consistono nella costruzione e gestione di linee ferroviarie capaci di collegare città più o meno grandi, nelle quali ovviamente si riverseranno semplici viaggiatori ma anche importanti uomini d'affari.
Qui però non sarete voi a decidere le sorti dei protagonisti umani, questo non è The Sims. Ciò di cui dovete preoccuparvi è che i collegamenti siano funzionali, che non ci siano intoppi, che i mezzi siano efficienti, che le linee siano rapide... ma soprattutto che i conti finali quadrino senza andare in rosso.
S'inizia scegliendo la dimensione del mondo in cui dovremo far muovere i nostri mezzi su rotaia, i tipi di terreni e altri parametri che vanno ovviamente a determinare il livello di difficoltà del gioco. Volendo è possibile iniziare il gioco in altre epoche rispetto a quella iniziale ma il mio consiglio è di rimanere fedeli al progetto degli sviluppatori per godere al meglio dell'esperienza.
L'inizio è un po' lento e in alcune occasioni si ha quasi l'impressione che le cose da fare non siano poi molte. In effetti è così, a parte collegare le città create in base ai parametri iniziali è necessario attendere un po' prima che queste si sviluppino e forniscano ulteriori stimoli di gameplay. Va notato inoltre come il gioco non fornisca grossi indizi su come andare avanti, a parte un frettoloso tutorial iniziale, quindi i neofiti di questo genere è bene che si preparino a qualche imprecazione per i probabili errori che arriveranno con le sfide iniziali.
Che queste parole però non vi spaventino troppo, però, perché posso assicurarvi che dopo un inizio un po' stentato e difficoltoso, tutto diventa più semplice ed immediato e le operazioni precedentemente macchinose diverranno immediate.
Molto importante ai fini del successo è la considerazione del terreno su cui costruire, che in caso di pendenze troppo ripide o ostacoli vi costringerebbe a lavori onerosi che decreterebbero in poco tempo il fallimento della vostra intesa. Pianificate attentamente le mosse e non abbiate paura ad allungare di qualche chilometro il tragitto per evitare percorsi troppo accidentati: il pubblico ama i viaggi comodi e non è disposto a pagare per farsi sballottare a destra e a manca.
Quando sarete riusciti a sviluppare una rete ferroviaria degna di questo nome e i passeggeri inizieranno ad affluire costanti, non dovrete mollare la presa bensì continuare nell'opera fornendo nuovi mezzi di trasporto urbani con cui i viaggiatori potranno spostarsi nelle metropoli. Il passaggio dei decenni e dei secoli porterà nuove tecnologie, che vi costringeranno a continui miglioramenti. Dovrete poi scegliere (e in seguito variare) le frequenze di passaggi alle fermate e sostituire le vetture danneggiate.
Il problema maggiore del gioco non risiede quindi nella quantità di treni e "oggetti" a disposizione e nemmeno nel comparto tecnico, che pur non essendo di primissimo ordine si difende piuttosto bene. Il neo peggiore di questo titolo è la mancanza di mordente che dopo qualche ora di gioco si fa sentire a causa della totale mancanza di competizione.
In Train Fever non esistono compagnie rivali con cui confrontarsi, nessun infido industriale che punti a soffiarvi gli affari... nulla di nulla! Ben presto anche le cose da fare si ripetono con sconfortante monotonia e nessuna sfida supplementare viene fornita per dare un po' di pepe al gioco. Questo impedisce al titolo Urban Games di raggiungere il livello dei rivali citati ad inizio recensione ma le potenzialità per un eventuale secondo capitolo degno di essere giocato ci sono tutte.