Transformers: Dark of the Moon
Che la terza sia la volta buona?
I due precedenti titoli dedicati alle pellicole sui Transformers erano un ottimo manuale su come non fare un tie-in. Giocabilità assente, trama scadente, divertimento pari a zero, i classici titoli fatti in fretta e furia per non mancare il traino commerciale del film, e pazienza se il gioco non raggiunge la sufficienza, i fan ed i ragazzini lo compreranno comunque.
Fortunatamente questa volta Activision sembra aver imparato la lezione, affidando lo sviluppo a un team che ha molto a cuore la sorte di Optimus Prime e soci. Infatti, il gioco infatti verrà realizzato, per PS3 e Xbox, dagli High Moon Studios, già responsabili di La Battaglia per Cybertron, titolo più che discreto che ha riscosso un certo successo tra gli appassionati.
"Sentivamo senza dubbio la pressione", confessa Sean Miller, game director di High Moon Studios. "I Transformers hanno un sacco di fan, ci sono quelli dei film e quelli che li conoscono da tanti anni per i giocattoli e il cartone animato".
"Sicuramente ci ha molto aiutato il fatto che amiamo i Transformers, ed è stata una grande opportunità poter prendere tutto il nostro affetto per loro e portarlo nell'universo del film. Il nostro approccio è stato semplice", spiega Miller, "abbiamo cercato di creare un titolo che avremmo voluto giocare, volevamo sentirci dentro al film, volevamo che il gameplay fosse divertente e appassionante, e che rendesse l'idea di pilotare un Transformer, di essere uno di loro, non un personaggio qualunque".
I fatti narrati nel gioco occuperanno l'intervallo di tempo che va tra il secondo e il terzo capitolo. Questo ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi su una trama originale, piuttosto che su un banale rivivere parti del film all'interno del videogioco, in cui avremo modo di combattere da entrambe le parti della barricata. Quest'approccio ha permesso ai designer di strutturare i livelli in base alle caratteristiche dei robot che andremo a utilizzare. Quindi via via che cambierà il nostro alter-ego, potremo trovarci di fronte a missioni stealth, in volo o di semplice combattimento. Un mix che ha l'importante pregio di variare un gameplay che altrimenti si sarebbe rivelato pericolosamente monotono e generico.
Nel corso della dimostrazione tenutasi a Parigi, cui siamo stati invitati da Activision, ho avuto modo non solo di vedere alcune parti del single player ma di toccarlo anche con mano, provando alcune missioni sia dei buoni sia dei cattivi.
Devo dire che, compatibilmente col tipo di gioco di cui stiamo parlando,sono soddisfatto dalla mia prova su strada. Ovviamente ci troviamo di fronte a un titolo totalmente arcade, in cui l'azione è frenetica e priva del benché minimo tatticismo: ci si spara addosso e basta, senza curarsi di coperture e munizioni.
Se proprio la situazione si facesse troppo calda, potremo sempre ricorrere alla modalità Stealth Force, che a dispetto del nome non prevede l'occultamento, ma solo la trasformazione in una variante del veicolo particolarmente corazzata e agile (può persino muoversi lateralmente), in grado di sviluppare un gran volume di fuoco e di rigenerare la salute. Non so se il livello di difficoltà fosse stato impostato particolarmente basso, per permetterci di provare agevolmente il gioco, o se è una precisa scelta di gameplay, ma credo gli sviluppatori farebbero bene a ritoccare lievemente questa caratteristica.
Più che rappresentare un diverso stile di combattimento, lo Stealth Mode è infatti una sorta di buono per uscire di prigione gratis, un semi-god mode inserito probabilmente per facilitare le cose ai giocatori meno esperti, che però tende ad appiattire lo scontro e a togliere il gusto della sfida.
In alcune missioni potremo contare anche sull'aiuto dei nostri commilitoni, che forniranno potenza di fuoco aggiuntiva, senza limitarsi a sparare a caso come succede in altri titoli, ma che eviteranno che le attenzioni dei nemici si concentrino esclusivamente su di noi.