Transistor - review
La prova del nove per Supergiant Games.
Quanti di voi non hanno mai sentito parlare di Bastion? Bene, tutti coloro che hanno alzato la mano si fiondino immediatamente a recuperare il piccolo capolavoro uscito su 360, PC e iOS, tutti gli altri invece possono tranquillamente continuare a leggere la recensione del secondo gioco partorito da Supergiant Games.
Se si esclude la vetrina offerta da Sony durante la conferenza E3 dell'anno scorso, Transistor ha passato buona parte della sua gestazione nell'ombra fino all'annuncio della data d'uscita risalente a poche settimane fa. Tralasciando i timori iniziali, possiamo tranquillamente confermare che il follow-up di Bastion è un gioco dannatamente intrigante, profondo, ben bilanciato e dotato di qualche interessante novità che nel genere dei giochi di ruolo d'azione non fa mai male.
In Transistor vestiamo i panni di Red, una famosa cantante cresciuta nella scuola di recitazione Traverson Hall situata nella città di Cloudbank. Quest'ultima sarà vittima di un attacco da parte di Process, un'organizzazione di robot che semina terrore tra gli splendidi quartieri della cittadina.
Tocca quindi a Red l'arduo compito di riportare le cose alla normalità grazie all'aiuto di Transistor, una potentissima spada che trova conficcata nel corpo di un misterioso personaggio, ma che gli fa perdere la voce a causa di un altrettanto inspiegabile motivo.
La totale assenza di un menu principale fa si che l'avventura cominci non appena la barra di caricamento iniziale si riempie, ed è qui che prendiamo in mano le redini del gioco e cominciamo a scavare nelle (sorprendentemente) profonde meccaniche del gioco. Il sistema di combattimento si sviluppa in aree delimitate di diverse dimensioni che comprendono noi, i nemici e delle strutture distruttibili che possono tornare utili per ripararsi provvisoriamente dagli attacchi provenienti dai cattivoni di turno.
"I nemici sfoggiano qualità di tutto rispetto e si appoggiano spesso ai loro compagni"
Le zone di battaglia sono esplorabili liberamente, ma solo premendo R2 è possibile cominciare a pianificare il proprio schema d'attacco, che parte da una barra posizionata sulla parte superiore dello schermo e che si consuma a mano a mano che si impartiscono gli ordini a Red.
A nostra disposizione abbiamo 4 differenti tipi d'attacco associati ad altrettanti tasti del controller: colpi rapidi, a lunga distanza, bombe da piazzare e far esplodere, mosse d'evasione e così via, ma nell'eventualità che qualcosa vada storto, basta premere L2 per cancellare l'ultimo ordine impartito e riguadagnare parte del tempo d'azione.
Una volta preparato il nostro piano basta schiacciare nuovamente R2 per scatenare la furia di Red, che dovrà poi attendere una manciata di secondi prima di poter tornare ad utilizzare i propri poteri.
Dal canto loro i nemici sfoggiano qualità di tutto rispetto e si appoggiano spesso ai loro "colleghi" per recuperare punti ferita e rendersi immuni ai nostri attacchi, in questo caso è sufficiente distruggere le postazioni meccaniche che creano barriere per fare la festa ai malcapitati. Questi però una volta eliminati tornano nella loro struttura denominata "cella", e se non vengono colpiti nuovamente entro alcuni secondi li vedremo resuscitare e tornare operativi sul campo.
"Accedendo ad appositi terminali si possono modificare, potenziare e combinare i poteri raccolti"
Essendo Red una comune mortale, anche lei deve guardarsi bene dal non esaurire la sua barra vitale onde evitare l'annullamento progressivo dei suoi poteri: ogni volta che la vita raggiunge lo zero si perde un'abilità, ma è possibile rimediare parzialmente al danno grazie al turno d'emergenza che parte automaticamente, e che ci regala una sequenza d'attacco molto preziosa. Se però perdiamo tutti e 4 i nostri attacchi per noi sarà game over e toccherà ripartire dall'ultimo checkpoint (questi ultimi sono fortunatamente presenti in quantità elevata).
Gli attacchi sono liberamente personalizzabili e durante il corso della storia ne troveremo di nuovi sempre più potenti, estraendoli col Transistor dai corpi di alcune persone decedute. Accedendo poi ad appositi terminali si possono modificare, potenziare e combinare tutti i poteri raccolti fino a quel momento per creare numerose combinazioni che possono tornarci utili in determinate battaglie.
Nel caso invece ne perdessimo uno in combattimento, si dovrà attendere un po' di tempo prima che torni di nuovo disponibile, ma è possibile comunque sostituirlo nelle postazioni di cui abbiamo appena parlato. l risultati si traducono in scontri ben bilanciati, mai banali, da studiare con la giusta pazienza e dalla durata che raramente supera i 5 minuti.
Combattimenti a parte, Cloudbank è una splendida città che offre strutture e luoghi mozzafiato e anche se non sono presenti bivi narrativi e strutturali, non mancano gli svaghi dove perdere un po' di tempo per migliorare le proprie abilità e scoprire dettagli inediti sula trama. Ma andiamo con ordine.
"Cloudbank è una splendida città che offre strutture e luoghi mozzafiato"
In alcuni luoghi si può infatti accedere ad una spiaggia che funge da hub e che contiene delle porte speciali dov'è possibile affrontare una serie di prove e test: combattimenti a tempo, sfide con un limitato numero di poteri, stanze per studiare gli attacchi e molto altro aggiungono una buona fetta di gameplay ad un titolo che di per sé offre una durata di circa 6 ore se si vuole portare a termine solo la campagna principale.
Ci sono poi i terminali OVC dove apprendere curiosità, leggere le ultime notizie e partecipare a sondaggi (apparentemente fini a se stessi), senza contare i punti d'interesse interattivi dove Logan Cunningham, ancora una volta narratore del gioco e voce di Transistor, rivela toccanti particolari sulla storia di Cloudbank e le sue mete più caratteristiche.
Passiamo a parlare dell'aspetto tecnico, vero e proprio fiore all'occhiello della produzione di Supergiant. Se in Bastion i risultati ottenuti furono di alto livello, le palette di colori, i palazzi, il design dei menu e ogni singolo elemento di contorno in Transistor sono una gioia per gli occhi difficile da spiegare a parole. Questo grazie anche alla risoluzione in full HD e ai 60 fotogrammi al secondo che non fanno la minima piega nemmeno durante gli scontri più concitati, il tutto a guadagno della già ottima esperienza di gameplay.
Niente da dire invece sull'incredibile colonna sonora scritta e composta da Darren Korb, musicista newyorkese che ha saputo adattare in maniera superlativa brani elettronici che spaziano dal pop, alla drum'n bass, al folk, fino ad arrivare alle ballate jazz.
"La superba realizzazione tecnica passa quasi in secondo piano di fronte ad una giocabilità molto ben bilanciata e mai frustrante"
Segnaliamo un paio di piccoli ma simpatici tocchi di classe inseriti dagli sviluppatori californiani nel DualShock 4: se girate il controller e guardate la light-bar mentre il narratore parla, vedrete la luce cambiare colore in tempo reale col labiale. È possibile infine "spostare" la voce dal televisore allo speaker del pad, scelta che consigliamo di fare per coloro che vogliano godersi al meglio la colonna sonora se muniti di un'impianto surround.
Il remote play con PlayStation Vita sfortunatamente non è dei migliori a causa di un semplice ma banale problema di configurazione dei tasti dorsali: come ben saprete, la piccola console di Sony non dispone dei dorsali L2 e R2, che vengono assegnati alla parte superiore del pannello posteriore di Vita.
Essendo questi due tasti fondamentali in battaglia, non sempre si riesce a raggiungerli con le dita e il risultato è spesso e volentieri disastroso. Peccato, perché con un minimo di sforzo in più si poteva creare un "porting virtuale" praticamente perfetto, scelta che ha fatto invece Ubisoft con il recente Child Of Light, adattato per l'occasione esclusivamente quando si utilizza il remote play.
Concludiamo col segnalare la presenza del trofeo di platino nella lista degli obbiettivi della versione PlayStation 4, notizia che sorprende visti i €18.99 necessari per accaparrarsi l'ultima fatica di Supergiant.
Tirando le somme, Transistor si dimostra un gioco capace di sorprendere sotto quasi tutti i punti di vista e sa regalare diversi momenti carichi d'intensità. La superba realizzazione tecnica passa quasi in secondo piano di fronte ad una giocabilità molto ben bilanciata e mai frustrante, anche se all'inizio potrebbe spaesare alcuni giocatori data la notevole quantità di combinazioni ottenibili con i propri poteri.
Se siete amanti dei giochi di ruolo e delle avventure non ci sono motivi per lasciarsi scappare questo indie carico di carattere, mentre a tutti gli altri consigliamo comunque di dargli un'occhiata in caso siano alla ricerca di una valida alternativa ai soliti FPS e action. Dopo Bastion, Supergiant Games ha dimostrato al mondo come realizzare un'altra perla senza avere a disposizione un budget miliardario e un team formato da centinaia di persone, motivo per cui ci sentiamo di premiare in pieno il suo ultimo titolo.