Trials Rising - recensione
Ancora una e poi smetto!
Nei giochi sportivi a sfondo motoristico spesso la differenza tra una buona e una cattiva prestazione è talmente sottile da sembrare impercettibile.
Vi è mai capitato, ad esempio, di tentare decine di volte un giro veloce su un qualsiasi gioco di guida (il primo che ci viene in mente è il leggendario Autumn Ring del primo Gran Turismo) e di non veder scendere il tempo neanche di un decimo di secondo nonostante l'apparente perfezione delle prestazioni?
Poi all'improvviso arriva lei, l'illuminazione, quella frazione di secondo in cui ti rendi conto che stai facendo qualcosa di speciale anche se non capisci esattamente come... ed eccolo lì, mezzo secondo in meno e record della pista.
Che soddisfazione, vero? Ecco, la serie Trials non è affatto così. Fin dalla sua prima uscita la saga sviluppata da Redlynx (ora Ubisoft) ha sempre spiattellato in faccia ai suoi utenti successi e fallimenti nel modo più esaltante e duro possibile, ma al tempo stesso ha sempre dato al giocatore la sensazione tangibile di poter migliorare e un vago suggerimento su come farlo... poi riuscirci è sempre stato tutt'altro paio di maniche.
Trials Rising prosegue questa tradizione, mettendo nelle nostre mani il capitolo più vasto, spericolato e difficile di sempre. Tradotto in parole povere: armatevi di polsini tergi sudore e di una GENEROSISSIMA dose di pazienza perché partenza, viaggi e soprattutto atterraggi non saranno esattamente amichevoli.
Intendiamoci, se siete quel tipo di giocatore che si accontenta delle medaglie forgiate con il metallo meno prezioso non avrete difficoltà a godervi il gioco, ma riuscirete davvero a resistere ad una mappa intercontinentale costellata di medaglie di bronzo e argento pur essendo consapevoli di poter fare di più?
Trials Rising punta molto, anzi punta quasi tutto sulla competizione tra giocatori, diretta o indiretta che sia. Se deciderete di giocarlo unicamente in solitaria sarete comunque messi a confronto con una miriade di classifiche mondiali e con record che si aggiorneranno di minuto in minuto letteralmente "chiamandovi" alla sfida.
Si parte dagli Stati Uniti, dove affronterete la prima dozzina di sfide di difficoltà abbastanza modesta. Ci teniamo a specificare "abbastanza" perché se questo fosse il vostro primo Trials dovrete comunque abituarvi al suo particolare stile di gioco che a fronte di un'estrema immediatezza iniziale richiede al giocatore un impegno costante volto al miglioramento.
Non a caso nella mappa è stata inserita una vera e propria Università di Trials presieduta dall'esimio Professor FatShady, forse un lontano parente di Eminem che, partendo dai primi rudimenti, v'insegnerà tutti (o quasi) i segreti del gioco. Sì, perché ad andare veloci sono tutti bravi ma in Trials Rising dovrete fare molto di più... o di meno, a seconda dei casi. E spesso una leggera frenata al momento giusto sarà molto più preziosa di un acceleratore a tavoletta o di un salto di 4 metri.
Ad una lista infinita di mezzi dalle differenti prestazioni, Redlynx ha preferito una manciata di due ruote che si differenziano più che altro per peso e potenza. Ciò significa che l'80% della responsabilità di successi e fallimenti è ancora una volta messo nelle mani, o meglio, nei polpastrelli di chi tiene in mano il controller.
Questo potrebbe mettervi in agitazione ma mantenete la calma. Chiunque abbia mai giocato un qualsiasi Trials può testimoniare il piacere e la soddisfazione che si prova nel migliorare costantemente le proprie prestazioni scoprendo di volta in volta quei piccoli "trucchetti" che possono fare la differenza.
Il primo che dovrete imparare a padroneggiare al meglio è lo spostamento di peso. Il sistema di controllo di Trials Rising è semplicissimo: acceleratore, freno, stick analogico sinistro per controllare lo spostamento del pilota sulla sella. Prima regola: in una salita lunga e ripida bisogna spostare il peso in avanti per evitare di impennarsi, allo stesso modo nelle discere particolarmente lunghe è necessario spostarsi indietro per evitare loop frontali.
Seconda regola: la ruota posteriore deve stare il più possibile a contatto con il terreno per avere sufficiente grip sia in salita che in discesa. A corredo di queste due semplici regole c'è un corollario abbastanza vario di suggerimenti che potrete apprendere con il tempo e la pazienza, ma che faranno tutta la differenza del mondo in termini di prestazioni.
Il bello è che tutto questo vi tornerà utile a prescindere dal tipo di gara, avversario o pista che affronterete. Forte dell'esperienza fatta con i precedenti capitoli, RedLynx ha messo a vostra disposizione una miriade di tracciati assolutamente demoniaci. La caratterizzazione estetica e "fisica" di ognuno di essi è fortissima ed in perfetto accordo con la location in cui è immerso.
Ecco quindi che nel parco divertimenti alle porte di Parigi volerete tra montagne russe e navi pirata, in Spagna vi ritroverete nel bel mezzo della Tomatina, il festival dei pomodori che si svolge vicino Valencia e che colora l'intera città di rosso rendendo le strade estremamente impervie. In America farete evoluzioni tra tronchi secolari dentro una segheria mentre in Russia dovrete rimanere in equilibrio su missili nucleari nascosti in una base segreta.
Difficilmente otterrete una vittoria netta o un record inattaccabile al primo tentativo. Chi vi scrive ha giocato praticamente tutti i capitoli di Trials eppure in alcune sfide si è trovato in difficoltà. Il consiglio che possiamo darvi è di non scoraggiarvi per uno o due fallimenti nelle gare iniziali perché sono quelle che formeranno il vostro carattere per le sfide più dure.
Ogni incidente vi farà capire immediatamente dove avete sbagliato e a quel punto avrete due possibilità: sacrificare 5 secondi di tempo premendo il tasto Cerchio e proseguendo dall'ultimo checkpoint o cliccare sul touchpad del DualShock 4 per essere istantaneamente riportati all'inizio e tentare una run migliore. Presto diventerà una droga dalla quale non vorrete più staccarvi... chi all'epoca della prima PlayStation diventò schiavo dei vari Tony Hawk sa benissimo a cosa ci riferiamo.
La varietà non manca in alcun comparto di Trials Rising. Là dove i primi capitoli erano composti più che altro da gare di velocità ed equilibrio, in questa ultima uscita è stato posto l'accento anche su sfide alternative, spesso proposte da uno degli sponsor del gioco sotto forma di Contratti che vi frutteranno un bel gruzzolo, esperienza extra e qualche bonus esclusivo. Tornando in location già visitate, magari per migliorare il vostro record, potreste ad esempio imbattervi in uno sfidante che non ha gradito l'ultima sconfitta e che ha sensibilmente migliorato il suo tempo. Ci sono anche gare acrobatiche, nelle quali sarete chiamati a portare a termine un certo numero di evoluzioni prima di arrivare al traguardo.
Da ognuna di queste sfide, come dicevamo all'inizio, imparerete qualcosa ma un consiglio possiamo darvelo già ora: se una prova dovesse risultare troppo ostica, non vi fissate. Passate a qualcos'altro e presto potrebbe illuminarsi quella lampadina che vi farà capire come migliorarvi e stampare un bell'oro (ma anche un platino e oltre) in quella porzione di mappa. Con il passare delle gare il vostro pilota guadagnerà esperienza e il mondo di Trials Rising si costellerà di nuovi tracciati e gare.
Non esiste un ordine predefinito, potrete affrontarle quando e come preferite. Solo la sfida finale, quella che si svolge all'interno dello stadio presente in ogni continente, richiede il raggiungimento di un certo livello di XP. Quando sarete pronti ad entrare vi troverete di fronte tre gare ad eliminazione di difficoltà crescente. Qualificandovi nelle prime due potrete sfidare l'ultimo contendente in un testa a testa che se vinto sbloccherà un'ulteriore porzione di mappa.
Se la varietà non è un problema per il gioco Ubisoft, lo è ancora meno la quantità. In un periodo in cui si discute sulla presunta morte del single-player Trials Rising offre un'esperienza generosa sotto tutti i punti di vista e per tutti i palati. Sono ben nove le leghe in cui potete cimentarvi, alle quali si aggiungono eventi speciali e un paio di sfide extra per i giocatori più ardimentosi.
I cavalieri solitari possono quindi godersi decine di sfide senza l'assillo della competizione a tutti i costi. RedLynx ha tenuto a precisare che TUTTO il gioco è fruibile senza bisogno di sottoscrivere abbonamenti Plus e Gold, che diventano invece necessari se si vuole gareggiare con/contro gli amici o usufruire delle funzionalità social che in Trials Rising sono piuttosto spiccate.
Oltre a fornire un continuo incentivo al miglioramento, con tempi che si abbassano velocemente su ogni tracciato, il team RedLynx si è dato da fare per stimolare più direttamente e profondamente la vostra cattiveria da competizione. La modalità più classica sui cui potrete sfogarvi è un multiplayer ad otto giocatori composto da tre corse ad eliminazione diretta: dopo la prima si rimane in quattro e i migliori due se la vedono in finale.
Semplice, diretto, fulmineo, è composto da varie Stagioni, a loro volta separate in Divisioni che mettono in competizione giocatori più o meno dello stesso livello. I migliori 100 di ogni Stagione (che dura all'incirca 3 mesi) verranno poi chiamati ad una competizione finale che metterà in palio gloria imperitura e premi esclusivi.
Simile ma più veloce in termini di risoluzione è la modalità Challenger, un multiplayer asincrono che sbloccherete una volta raggiunto il Livello 24. In questa particolare sfida ve la vedrete con altri tre giocatori reali di abilità crescente e avrete solo tre tentativi per batterli. Riuscendoci avrete accesso a delle speciali casse bonus che conterranno equipaggiamenti, pose e adesivi non presenti in quelle standard.
Se invece siete più orientati verso la "competizione da divano" vi consigliamo di optare per la modalità Party, il cui funzionamento è piuttosto facile da intuire. Sarete voi e i vostri amici, fino ad un massimo di quattro, a decidere piste e regole delle competizioni. Il resto sarà solo questione di abilità, resistenza al dolore e un pizzico di fortuna che non guasta mai.
Che ci crediate o no Trials Rising offre anche una modalità coop, anche se ben diversa da quelle a cui siamo abituati. Due giocatori possono infatti partecipare alla stessa gara usando... la stessa moto. Trattasi di un mezzo molto particolare, disponibile fin da subito, chiamato Tandem. Come sull'omonima bicicletta a due posti, i due giocatori debbono coordinarsi al meglio per gestire accelerazioni, decelerazioni, frenate e ovviamente l'immancabile bilanciamento dei pesi. Sembra facile ma non lo è. Credeteci, almeno all'inizio le cose saranno invece assai complicate ma dannatamente esilaranti. Il Tandem non è disponibile su tutti i circuiti ma con un po' di allenamento riuscirete a domare questa bestia dal doppio manubrio in modo sorprendente.
A proposito dei premi a cui accennavamo poco fa, Trials Rising è un vero pozzo senza fondo in termini di loot. Giacche, cappelli, scarpe di ogni tipo, nuove parti meccaniche con cui modificare esteticamente le vostre due ruote, oltre 2000 adesivi, pose di vittoria, sconfitta ed attesa... c'è solo l'imbarazzo della scelta ed ogni oggetto o mezzo personalizzato può poi essere condiviso o venduto.
Le possibilità sono virtualmente infinite, anche se va detto che in fase di test abbiamo avuto qualche problema di troppo in termini di duplicazione degli items, caricamento delle texture e via dicendo. Tutti problemi di poco conto, che quasi sicuramente verranno risolti da una (speriamo piccola) patch di lancio.
Completa questo quadro già di per sé generoso un editor di tracciati davvero monumentale. È possibile creare davvero di tutto e la libreria a disposizione è sconfinata, comprende infatti tutto quello che RedLynx ha utilizzato per la creazione di tutti i Trials usciti finora. Gli oggetti sono divisi per gioco, categoria e modalità di utilizzo. Ci abbiamo passato qualche ora e tutto sommato un risultato decente lo abbiamo ottenuto, ma l'impatto iniziale non è stato per niente amichevole.
Si impiega parecchio tempo anche solo per capire come muoversi all'interno dei menù, figuriamoci per gestire al meglio tutte le opzioni a disposizione; da questo punto di vista un tutorial non avrebbe guastato perché il rischio è di scoraggiare i giocatori meno avvezzi alla creazione. Ogni tracciato può essere ovviamente condiviso con la community, fattore che amplia all'infinito la quantità di contenuti a disposizione di Trials Rising. Già prima del lancio nella sezione Track Central erano presenti moltissime piste da provare, immaginate quante ce ne saranno tra qualche settimana e che livelli di follia si raggiungeranno.
Ubisoft RedLynx inoltre ha già delineato la strategia post-launch del gioco, che ci traghetterà fino al prossimo anno con svariate stagioni competitive, una miriade di contenuti secondari e due DLC principali che renderanno ancora più corposa l'esperienza del gioco. Non stiamo parlando di una manciatina di piste buttate lì ma di due pacchetti (intitolati Sixty-Six e Crash & Sunburn) pieni zeppi di nuove sfide e modalità.
Trials Rising è un gioco superiore ai suoi predecessori sia in termini di quantità che di qualità, ma non è esente da difetti. RedLynx si è data da fare per tirare fuori qualcosa di nuovo, ma a parte un miglior bilanciamento e varietà delle prove e qualche innesto secondario la sostanza della serie non è cambiata. Per molti questo può anche essere visto come un pregio, ma chi si è tenuto alla larga da Trials fino a questo momento difficilmente troverà stimoli per tornare sui suoi passi.
Tecnicamente poi Trials Rising è piacevole ma non fa certo sgranare gli occhi: non si notano particolari differenze rispetto al capitolo precedente se non nella morfologia dei tracciati, sensibilmente più raffinata. Anche la fisica ci è sembrata leggermente migliorata, ma quando ci decideremo a dare al giocatore qualche possibilità d'intervento meccanico? Praticamente assenti, invece, i glitch che di tanto in tanto affliggevano i primi capitoli. Trials Rising è allora un solido e gustosissimo "more of the same" che innalza ulteriormente l'asticella della follia. Difficilmente vi deluderà, ma non aspettatevi una rivoluzione.