TRON: Evolution
L’evoluzione nel passato?
Credo seriamente che la circolarità di Tron: Evolution possa spiegare in maniera esemplare il concetto zen di "eterno ritorno": partito come un film a cui seguì un discreto videogioco, ritorna ora in veste videoludica, ispirato e precursore di una nuova trasposizione cinematografica.
Se dopo questa breve ma intricata premessa siete affetti da un discreto mal di testa, non vi preoccupate, è esattamente lo stato d’animo che i protagonisti di questa avventura ad alta velocità provano ogni giorno della loro esistenza, passata a correre sul filo dei bit a velocità che potremmo definire soniche.
Il rischio grosso che incombe dietro l’angolo è l'eterna maledizione del tie-in assassino, trappola mortale in cui sembrano cadere la maggior parte delle produzioni che intrecciano i mondi di cellulosa e joypad, quasi che l’incompatibilità dei due universi scateni un gioco di repulsione a cui è impossibile porre rimedio; se anche questo caso andrà ad ingrossare le fila dei caduti in nome della licenza virtuosa è ancora tutto da vedere, certo è che il quadro complessivo che ci si para davanti è sicuramente interessante.
Sono passati infatti oltre 25 anni dal debutto di questo universo tanto affascinante e le dinamiche videoludiche si sono evolute a gran passo: se nei tempi che furono l’essenza arcade era la voce predominante nel vocabolario di ogni giocatore, negli ultimi anni stiamo infatti assistendo all'imporsi quasi assoluto dell’action-adventure alla Prince of Persia; Tron: Evolution ha quindi il compito di far convivere queste due anime nell’arduo tentativo di non scontentare i fan dell’ultima ora e gli storici adepti del mondo inventato dalla fantasia Disney.
Quanto mostrato all’E3 è in tal senso discretamente esplicativo, con una strana armonia fra due essenze tanto diverse: un primo spezzone mostrava infatti la sezione a piedi, una sorta di platform 3D dove il protagonista aveva il compito di farsi strada fra zilioni di nemici, combattendo corpo a corpo con il solo ausilio del disco laser; il secondo invece metteva in campo le bici bici cinetiche in una sfrenata corsa contro il tempo nel tentativo di sconfiggere un malefico virus.
Nello specifico abbiamo avuto modo di entrare nel dettaglio innanzitutto nella sezione platform: il gameplay risulta fin da subito molto fluido, richiamando in alcuni casi dinamiche simili a quelle viste in giochi come Mirror’s Edge; alla stregua di discipline come il parkour dovrete infatti farvi largo fra i pericoli che proveranno a mettervi il bastone fra le ruote (cinematiche), supportati da una mappatura dei controlli allo stesso tempo estremamente intuitiva ed efficace.
Il pulsante A ad esempio permette di saltare agevolmente, permettendo una corsa senza soluzione di continuità grazie anche ad una struttura degli ambienti squadrata come solo la Griglia sa essere; il bello nasce comunque quando si entra nelle fasi di combattimento vero e proprio: assegnando due pulsanti ai due diversi attacchi disponibili, si potrà infatti dare vita ad una vera e propria carneficina senza dover perdere troppo tempo in soporifere valutazioni strategiche.
Sempre in nome della semplicità d'interazione, non dovrete poi imparare nessuno “scioglidita” per riuscire ad avere la meglio degli sgherri informatici, ma dovrete unicamente impegnarvi in un button-mashing selvaggio, a costo di perdere sensibilità dei polpastrelli dopo qualche minuto di gioco.