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True Detective 3 - recensione

Uno nuovo caso da risolvere.

Uscita nel 2014 la prima stagione di True Detective divenne in pochissimo tempo un vero e proprio caso televisivo. L'alchimia che si riuscì a creare tra la sceneggiatura di Nic Pizzolatto, il duo di protagonisti Matthew McConaughey e Woody Harrelson e l'ottima regia di Fukunaga , diede vita ad un thriller teso, raffinato e per nulla banale. Un successo confermato anche dall'ottimo share, che portò la HBO a mettere in cantiere una seconda stagione, ancora una volta sceneggiata da Nic Pizzolatto ma ambientata in una immaginaria città di nome Vinci, nella contea di Los Angeles.

Il successo della season 2 che tra i protagonisti poteva vantare nomi de calibro di Colin Farrell, Rachel McAdams e Vince Vaughn, non fu per nulla all'altezza della prima stagione, facendo così temere una chiusura definitiva dello show. A distanza di quattro anni, la casa di produzione ha deciso di riprovarci, con una terza season che, nel pieno stile di True Detective, offre anche questa volta una storia unica ed inedita.

Dopo aver visionato le prime puntate andate in onda su Sky Atlantic, possiamo confermare che la battuta d'arresto registra con la season 2 è stata a tutti gli effetti un caso isolato. True Detective 3 è un prodotto che dimostra di essere tornato (almeno in questo inizio di stagione) sugli standard qualitativi dell'originale.

Gran parte della storia, in queste prime puntate, si sviluppa negli anni '80, ma raccontata attraverso dei flashback.

I meriti sono da ricercare in tanti piccoli aspetti che riescono a ricreare quella splendida alchimia vista nella stagione originale, che sicuramente non sorprende come la prima volta, ma riesce a mettere lo spettatore in quella "comfort zone" necessaria per farsi rapire dalla narrazione. La mano di Pizzolatto (questa volta in compagnia di David Milch) è tornata estrosa e intrigante, in grado di offrirci una storia che torna a parlare di omicidi all'interno di una sfera decisamene più personale e umana, lasciando perdere discorsi macrospocipi come quello della corruzione visto nella seconda stagione. Una sceneggiatura virtuosa, che inizia parlando della scomparsa di due bambini, per poi far evolvere le indagini sue tre differenti linee temporali: 1980, 1990 e 2015.

Una scelta rischiosa, sicuramente, ma ben supporta da un Mahershala Ali che si trova probabilmente nel suo momento migliore della carriera (a breve lo vedremo anche al cinema con Green Book). Nei panni del detective Wayne Hays, Ali porta sullo schermo un personaggio per nulla banale, ma soprattutto (grazie ad un trucco e parrucco piuttosto valido) credibile nonostante i salti temporali. Se l'indagine e la componente thriller sono ovviamene il cuore dell'esperienza visiva, il modo in cui tutto questo viene raccontato porta a galla anche le fragilità dell'uomo, mostrando dapprima i turbamenti tipici dei veterani della Guerra del Vietnam, e in secondo momento la malattia dell'Alhzaimer che il detective sviluppa in tarda età. Proprio la malattia diventa un elemento fondamentale all'interno della narrazione, sarà infatti attraverso i flashback dell'ormai anziano detective, che i vari pezzi del puzzle dell'indagine verranno collegati.

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Ultima considerazione, ma non per questo meno importante, la vogliamo spendere sulla ambientazione scelta per questa terza stagione. L'altopiano degli Ozark, in Arkansan, è una terra dai colori bucolici, in grado di riportarte alla memoria quelli della prima stagione, per grande gioia dei fan.

Per quello visto sino ad ora, True Detective 3 si è rivelato un prodotto decisamente più brillante e coinvolgete del secondo capitolo. Il contesto narrativo tipico del thriller movie, è indubbiamente quello in cui Pizzolatto dimostra di sentirsi maggiormente a suo agio. Il casto, inoltre, da un ottimo supporto a Mahershala Ali, ed in particolare ci riferiamo al suo partner Roland West (interpretato da Stephen Dorff) e all'insegnante Amelia Reardon (Carmen Ejogo).

Gran parte del successo di questa terza stagione è ovviamente legato a come la storia si evolverà e a come il caso verrà risolto, senza dimenticare l'elemento della malattia che mischia davvero le carte sul tavolo. Proprio per questi motivi, torneremo su True Detective 3 una volta che la serie sarà arrivato al suo epilogo. Ad ogni modo, per quello che abbiamo visto fino ad ora, per noi è decisamente Play!