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TurnOn - recensione

A riparare ai danni di un blackout, ci pensa una piccola scintilla d'energia.

TurnOn non ha la raffinatezza ludica di un Super Mario qualsiasi, né tanto meno lo stile superbo ostentato con orgoglio da Rayman Origins. È un platform dalle meccaniche semplici, che propone un livello di sfida piuttosto blando, fondamentalmente privo di collezionabili da acciuffare e livelli segreti da sbloccare. Racconta di come un blackout abbia mandato in subbuglio una città intera, causando incidenti e disagi agli abitanti, il cui ritorno alla normalità dipende dall'intervento di un insospettabile quanto invisibile eroe: una scintilla d'energia, una forma di vita aliena giunta sul nostro pianeta insieme al meteorite che ha causato ogni trambusto.

Il primo impatto non è dei migliori e non lascia presagire nulla di buono. Nei panni del sopracitato paladino dell'ordine, ci si muove in scenari bidimensionali, seguendo pedissequamente i cavi elettrici che normalmente alimenterebbero elettrodomestici e computer. Avvicinandosi ai fari e ai generatori gli si ridà vita, raccogliendo le saette sparse per l'ambientazione si incrementa il punteggio.

Non ci sono vere e proprie piattaforme su cui saltare, né nemici da eliminare con un balzo sopra la testa. A sbarrarvi la strada ci penseranno ostacoli naturali, condensatori d'energia che causano interferenze, meccanismi da riavviare. Piccoli enigmi insomma, semplicissimi rompicapo da risolvere esplorando l'ambientazione, districandosi tra un cavo elettrico e l'altro.

Bastano le frecce direzionali della tastiera per giocare a TurnOn. Il sistema di controllo è talmente tanto semplice che chiunque può tentare di completare l'avventura.

Dopo una manciata di minuti, insomma, dopo aver completato il primo livello ambientato in una centrale elettrica, si ha la pessima sensazione di aver già visto tutto ciò che il gioco aveva da offrire. La notizia cattiva è che per quanto concerne l'aspetto prettamente ludico ciò corrisponde (quasi) alla verità. La buona è che TurnOn sceglie di intrattenere e appassionare il suo pubblico puntando su una direzione artistica che, pur non settando nuovi standard nel genere, riesce nel compito di dare forma ad un mondo finzionale coinvolgente e per molti versi sognante.

Quando la piccola scintilla d'energia raggiungerà il centro abitato, troverà un nutrito numero di abitanti assillati da piccoli e grandi problemi. I semafori in tilt rischiano di causare incidenti, l'oscurità per le strade rende terrificante il ritorno verso casa, non potersi godere la finale del campionato in santa pace è una seccatura tutt'altro che ignorabile. Sebbene in ognuno di questi casi, si tratterà semplicemente di raggiungere l'elettrodomestico o il generatore non funzionante, ogni sequenza, ogni piccolo gesto eroico della scintilla è permeato di sottile ed indefinibile poesia.

Nonostante personaggi e abitazioni siano riprodotti con un esiguo numero di poligoni, attraverso un art design per nulla originale, riaccendere di vita i quartieri, ricondurli alla consolante quotidianità mentre il crepuscolo si impadronisce di ogni strada, regala la stessa gioia di quando, addobbo dopo addobbo, si decora e illumina a festa casa propria per il Natale. Il sorriso compiaciuto del tenerissimo avatar, il gioco di prospettive che vi permetterà di spostarvi senza soluzione di continuità sui differenti livelli di parallasse, la tenue colonna sonora jazz, sono tutti elementi che concorrono a rendere magica l'esplorazione di questo piccolo mondo in pericolo.

Incappare nel game over, per quanto difficile, non è impossibile. I numerosi checkpoint sparsi per i livelli, tuttavia, rendono quest'eventualità meno amara di quello che potrebbe essere.

TurnOn, più che un vero e proprio platform, dà l'idea di essere una piacevole e divertente favola della buonanotte, un passatempo utile a recuperare il buonumore in una giornata storta, un album a colori da sfogliare battendo con una certa condizione di causa i pulsanti della tastiera.

C'è naturalmente la voglia di catalizzare l'attenzione del videogiocatore proponendo qualche lieve variazione alla formula, ma il focus è sempre altrove. Capita di dover abbattere un drone impazzito mandandolo in tilt, capita di dover scorrere tra i cavi elettrici a ritmo di musica in sezioni che scimmiottano i rhythm game, ma sono brevi e blandi momenti in cui il ritmo si alza lievemente più del solito.

TurnOn è un prodotto principalmente da vedere e ascoltare, consci che anche a livello artistico, là dove si sono concentrati i maggiori sforzi degli sviluppatori, il risultato non è privo di sbavature e imperfezioni. Come se non bastasse c'è qualche bug, che speriamo possa essere eliminato con future patch, ed è quasi del tutto assente una struttura ludica degna di questo nome. Non ci sono piattaforme in senso classico, il level design è assolutamente spartano, manca qualsiasi evoluzione del gameplay. Eppure in questo titolo c'è qualcosa, di difficilmente definibile, che lo rende comunque degno dell'attenzione di chi cerca un'esperienza sopra le righe, poetica, assolutamente distensiva ed ispirata.

7 / 10
Avatar di Lorenzo Fazio
Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.

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