Tutti i volti di Batman, dalla prima serie TV a oggi
Da Adam West a Robert Pattinson, è sempre il Cavaliere Oscuro.
È molto difficile dare un volto a un personaggio descritto solo sulla pagina di un libro. Per quanto preciso possa essere stato lo scrittore nella sua raffigurazione, ciascuno leggendo si forma nella sua mente un volto diverso e lo scontento è dietro l’angolo.
Il processo sembra più diretto quando parliamo di fumetti, con il personaggio che è stato già anche disegnato. E invece anche in questo caso attribuire a quei lineamenti la mobilità del viso di un attore genera molti scontenti.
Un personaggio che di “facce” ne ha avute molte è Batman, nato nel 1939 dalla penna di Bob Kane e Bill Finger, che decide di chiamarlo Bruce Wayne in onore del guerriero scozzese Robert Bruce, ispirandosi anche a personaggi come Phantom di Lee Falk e The Shadow. Molti altri autori hanno contribuito a svilupparlo nel corso dei decenni e ci ha messo mano anche Frank Miller, responsabile di una nuova lettura nel 1985 con il suo Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, e pure il mitico Alan Moore nell’88 con Batman: The Killing Joke.
L’uomo pipistrello è stato portato inizialmente sul piccolo schermo in due dimenticate serie TV nel 1943 e nel 1949 (Batman e Batman e Robin), in cui l’eroe era interpretato da Lewis Wilson e Robert Lowery. Più di recente, abbiamo avuto un Batman interpretato dal giovane David Mazouz nella serie Gotham (2014), mentre in Titans (2018) è stato l’adulto Iain Glen. Ma la prima trasposizione che viene universalmente ricordata è quella nel 1966, 120 episodi di una serie TV colorata e pop con Adam West, che infatti sarà chiamato per il primo film sul personaggio su grande schermo nello stesso anno, simpatico attore che però altrimenti non avremmo mai avuto motivo di ricordare.
Molti rimpiangono quella serie e la sua interpretazione, forse in nome di quella nostalgia per gli anni dell’innocenza perduta, che chissà se c’è mai stata. La serie è anche ricordata per le scritte onomatopeiche che accompagnavano le sequenze d’azione e che rendevano gli episodi simili ad un fumetto.
Siamo passati a giocare in serie A nel 1989 con Michael Keaton, scelto per il ruolo da Tim Burton che lo confermerà anche per il secondo film tre anni dopo (Batman e Batman: il ritorno). In queste versioni, come in quelle successive, si metteva in evidenza la doppia identità del personaggio, ozioso miliardario sciupa femmine, pronto a scomparire per trasformarsi nel giustiziere della notte.
Keaton, sgradito alla maggior parte dei fan (non erano ancora tempi di social ma il malcontento arrivava ugualmente negli uffici delle major), a sorpresa nel corso degli anni è stato rivalutato e la sua interpretazione apprezzata. Lo ritroveremo fra non molto in Batgirl e in The Flash. I due film di Burton sono oggi considerati fra i migliori dedicati a Batman, grazie alla mano del regista e anche a “comprimari” come Jack Nicholson, Kim Basinger, Michelle Pfeiffer, Danny DeVito e la ricostruzione goticheggiante di una tetra Gotham City.
Poi sono cominciate le ambasce con Val Kilmer sotto la regia di Joel Schumacher nel 1995 (Batman Forever), che poi, insoddisfatto, lo ha sostituito con George Clooney nel film del 1997, Batman e Robin. Peggio che mai. Kilmer viene definito legnoso e poco empatico ma Clooney non ottiene un risultato migliore, compiendo un vero passo falso in un momento in cui la sua carriera come attore cinematografico stava decollando. La produzione voleva allontanarsi delle atmosfere ritenute troppo dark dei film di Burton, peccato che il risultato sia stato una semplificazione dei personaggi tale da ridurli a figure senza spessore o pure macchiette (con gran spreco di attori noti).
Un attimo di necessaria pausa di riflessione e finalmente nel 2005 s’impossessa del personaggio Christopher Nolan, che dirige la (per noi) splendida trilogia, affidando il personaggio a un fascinoso e adeguatamente cupo Christian Bale. E abbiamo avuto Batman Begins (2005), Il Cavaliere Oscuro (2008), che si è avvalso di uno dei Joker più strepitosi di sempre, Heath Ledger, e Il cavaliere Oscuro: il Ritorno nel 2012.
Da qui in poi il personaggio si è sempre più incupito, chiuso nei suoi rovelli morali e nei suoi tormenti esistenziali, che hanno avuto origine dal trauma provocato dall’uccisione dei genitori, ferita mai rimarginata, mai rimarginabile, fattore drammatico sempre più incombente, a porre il tema della vendetta come mai in precedenza. Un salto di qualità lo si ha anche nella costruzione del suo costume e dei suoi gadget, su tutti la Batmobile e la Batmoto.
Nel 2016 DC Comics si riappropria del suo personaggio e ce ne consegna una visione molto più sporca e cattiva in Batman v Superman: Dawn of Justice, con la discussa lettura di Zack Snyder ma un valido Ben Affleck, massiccio e violentissimo, un giustiziere spietato, un algido uomo d’affari. Lo abbiamo ritrovato poi ancora in Suicide Squad, Justice League (anche nella versione estesa ovviamente) e aspettiamo di vederlo nel 2023 in The Flash.
Nel frattempo, è stato scelto un nuovo attore per impersonare Batman, per mostrarcelo più giovane che in tutti gli altri film, un personaggio non ancora del tutto formato nel quale è assente la componente mondana, e che anzi si dimostra rabbioso e solitario. Il nuovo interprete, Robert Pattinson, ha all’incirca l’età anagrafica del personaggio, che non è ancora un uomo adulto come Bale o Affleck, grezzo come la sua armatura ancora in fase di elaborazione. Dell'ultimo film, The Batman, da poco uscito in digitale, abbiamo parlato approfonditamente qui.
Scorrendo questo elenco ogni lettore avrà ricordato i suoi momenti di irritazione legati a questa o quella trasposizione, e anche noi che scriviamo abbiamo le nostre preferenze, ma non bisogna dimenticare che il gradimento da parte del pubblico è influenzato anche dalle simpatie o antipatie nei confronti dell’attore chiamato a interpretare il personaggio. Un record negativo lo ha raggiunto abbastanza stranamente George Clooney (attore in generale apprezzato), forse anche a causa della tristemente famosa armatura coi capezzoli (certe volte ci s’interroga anche su come ragionino costumisti e registi).
Ci piace quindi chiudere ricordando una delle sue “facce” più divertenti, quella del pupazzetto di LEGO Batman: il Film, in cui la sua voce italiana era quella di Claudio Santamaria, già doppiatore di Christian Bale nella trilogia nolaniana, mentre nell’originale era quella di Will Arnett.
In questo divertente film veniva descritto coma un insopportabile narcisista, eroe solitario perché totalmente ego-riferito, in quanto intimamente convinto di essere solo lui all’altezza, e che nella caccia ai malvagi trovava l’unico momento di gratificazione in un’arida esistenza. Sarà perché non voleva più una famiglia per non provare nuovamente il dolore di perderla, o semplicemente perché in fondo era un bullo più bullo dei cattivi che combatteva, non voleva dare al Joker neanche la soddisfazione di dirgli che lo odiava, per non consentirsi nemmeno questo sentimento, anche se negativo.
In fondo è stata una lettura che assemblava spiritosamente tante sfumature dei vari personaggi nei film a lui dedicati, creando alla fine un ritratto veritiero. Certe volte, senza prendersi sul serio si centra il bersaglio.