Twelve Minutes - recensione
Twelve Minutes è l'affascinante thriller interattivo di Annapurna a base di loop temporali.
Volendo fare un audace parallelismo con il mondo del cinema, potremmo dividere i videogiochi in due categorie ideali: i blockbuster, giochi con budget faraonici sviluppati da gruppi composti da centinaia di persone e i prodotti d'autore, spesso realizzati da piccoli team indipendenti (o anche da singoli individui).
I primi vengono creati col preciso scopo di andare incontro alle richieste del mercato, di adattarsi al pubblico più grande possibile, di stabilire nuovi standard tecnologici oppure, semplicemente, per proseguire saghe storiche e radicate nel cuore dell'utenza più 'mainstream'. I secondi, invece, nascono da una scintilla, dalla sconfinata creatività che alcuni esponenti di questo medium riescono a generare, da un'idea talmente brillante da convincere un publisher a investire nel progetto, in modo da consegnare ai giocatori qualcosa di completamente nuovo.
A questa seconda categoria appartiene Twelve Minutes, il nuovo progetto partorito dalla fervida immaginazione di Luis Antonio, artista precedentemente in forze a studi del calibro di Rockstar Games e Ubisoft, in seguito approdato nel panorama dello sviluppo indipendente.
Per la sua opera prima, Antonio ha voluto esplorare un concetto matematico facente parte della 'teoria del caos': l'effetto farfalla. L'idea alla base di questo principio, per sommi capi, è che qualunque decisione, qualunque variazione nell'ordine delle cose, seppur minima, può avere un impatto notevole su un determinato sistema.
Il sistema in questione, in questo caso, è un loop temporale dalla durata di appena 12 minuti che si ripete pedissequamente nella vita del nostro malcapitato protagonista. L'intera vicenda si svolge all'interno del piccolo appartamento che l'uomo condivide con sua moglie, una donna dal comportamento apparentemente ordinario ma che, in realtà, potrebbe nascondere qualche oscuro segreto.
Già, perché potete crederci quando vi diciamo che nel mondo creato da Luis Antonio nulla è davvero come sembra. La trama, di per sé sarebbe anche piuttosto lineare: di ritorno a casa dalla consueta giornata di lavoro, l'uomo (interpretato dal poliedrico attore hollywoodiano James McAvoy, noto per molteplici ruoli di spicco tra cui quello di Kevin Wendell Crumb nella trilogia Eastrail 177 di M.Night Shyamalan), incrocia sua moglie nel salotto di casa. La donna (portata sullo schermo dalla talentuosa Daisy Ridley, la Rey della nuova saga di Star Wars) sembra avere qualcosa di importante da dirgli ma vuole farlo solo dopo aver portato in tavola la cena. Tutto sembra procedere senza particolari problemi quando, all'improvviso, qualcuno bussa alla porta.
Ed è qui che entra in scena il terzo componente di questo dramma familiare, un misterioso individuo che si presenta alla coppia come un agente di polizia ma che, evidentemente, ha intenzioni tutt'altro che benevole. L'energumeno (il cui ruolo è stato affidato al leggendario Willem Dafoe, uno dei più grandi attori mai apparsi sul grande schermo) è vestito proprio come ci si aspetterebbe da un sicario professionista, con tanto di guanti in pelle e completo nero elegante e nel giro di pochi secondi rivela il suo vero obiettivo avventandosi sulla donna ed immobilizzandola sul pavimento. Il marito non ci sta, tenta di intervenire, ma l'intruso reagisce, lo aggredisce in modo brutale e lo uccide.
La fine, tuttavia, non è altro che un nuovo inizio in questo loop temporale. Alla scadenza di ogni ciclo, dopo ogni morte, il nostro protagonista si risveglia sull'uscio della propria casa, costretto a rivivere incessantemente l'atroce momento dell'imboscata ai danni di sua moglie e la propria violenta dipartita.
L'incredibile potenza narrativa di Twelve Minutes sta proprio in questo: sappiamo fin dal principio cosa succederà nei prossimi dodici minuti, sappiamo quale sarà la tragica fine della storia, sappiamo quali sono gli attori sul palco di questo bizzarro melodramma ma non abbiamo la benché minima idea di come spezzare il loop e tornare alla nostra vita di sempre.
È un racconto intimo e profondo, ricchissimo di dettagli che contribuiscono a costruire un intreccio narrativo elegante, svelato solo tramite l'intrinseca potenza delle immagini. Non ci sono cut-scene che spezzano il flusso dell'esperienza, solo piccoli spunti di riflessione legati a specifici scambi di battute o agli oggetti presenti nell'appartamento. Niente è stato lasciato al caso.
Tocca unicamente all'ingegno del giocatore scoprire come districarsi tra le sottili trame imbastite da Luis Antonio in questa sua opera prima, dal momento che non c'è alcun indicatore o suggerimento che possa in qualche modo consigliare la strada da seguire.
Il gameplay di Twelve Minutes, in effetti, è quanto di più semplice e immediato si possa immaginare e si ispira visibilmente alle classiche avventure grafiche 'punta e clicca' degli anni '90. Tramite l'utilizzo esclusivo del mouse, infatti, si può navigare l'ambiente di gioco, raccogliere oggetti utili, esaminare particolari punti di interesse, condurre i dialoghi o interagire con determinati elementi dello scenario, proprio come se ci trovassimo in un'ingegnosa escape room.
La scelta di inserire anche l'inventario nella parte superiore dello schermo in modo da trascinare i vari oggetti all'occorrenza ci è parsa intelligente ma implementata in modo un po' maldestro. Se da una parte ciò rende piuttosto semplice l' accesso immediato alle 'chiavi' per condurre la narrazione nella direzione desiderata, dall'altra, l'eccessiva precisione richiesta per utilizzare gli oggetti nei posti corretti può risultare problematica, soprattutto quando saremo chiamati a reagire velocemente agli input proposti dal gioco.
Sappiate fin dal principio che, proprio per via dell'effetto farfalla che abbiamo citato in apertura, qualsiasi decisione prenderete nei dodici minuti a vostra disposizione potrebbe rivelarsi fondamentale per la risoluzione di questo intricato enigma. Ad ogni nuovo tentativo vi troverete dilaniati dalla cospicua mole di possibilità a vostra disposizione poiché apparirà chiaro fin da subito che sarà necessario procedere per tentativi.
Scegliere una linea di dialogo o evitarla, prendere un oggetto o lasciarlo al suo posto, compiere un'azione o decidere di non fare nulla: ogni piccola deviazione può aggiungere un nuovo tassello al grande mosaico di Twelve Minutes aiutandovi a decifrare questo complesso ma intrigante rompicapo, quasi come se fosse un'atipica e originale rappresentazione del genere roguelike.
Proprio per questo motivo, se dovessimo cercare il principale difetto di questa nuova produzione di Luis Antonio e Annapurna, potremmo indicare l'eccessiva imprevedibilità di alcune interazioni che vedrete risolversi in esiti assolutamente imperscrutabili e che potrebbero costringervi ad assistere all'intero ciclo prima di poterlo ripetere optando per scelte differenti (visto che non è presente un pulsante dedicato al riavvolgimento del loop).
Sotto il profilo puramente tecnico e artistico, lo sviluppatore di Twelve Minutes ha deciso di optare per una prospettiva a volo di uccello che consente al giocatore di tenere facilmente sott'occhio tutto ciò che accade all'interno dell'appartamento in modo da avere una migliore visione d'insieme.
Questa scelta, inoltre, ha consentito a Luis Antonio di celare qualsivoglia carenza tecnica (sotto l'aspetto delle texture, degli asset e degli effetti visivi) e di confezionare un prodotto dallo stile unico, immediatamente riconoscibile nel marasma di indie che popolano il mercato di questi tempi. Abbiamo apprezzato anche la volontà di non mostrare mai i tratti somatici dei tre protagonisti della storia: il loro approfondimento psicologico è affidato unicamente alle eccellenti performance dei tre attori coinvolti nel progetto che sono riusciti a caratterizzarli efficacemente anche senza avere il supporto delle animazioni facciali.
Non mancano le palesi citazioni alle opere che hanno influenzato il processo di scrittura di Twelve Minutes come le pellicole di Kubrick (la tappezzeria del corridoio è un riferimento inequivocabile a The Shining) o il film Memento da cui, a detta dello stesso Antonio, è stata mutuata l'idea di un protagonista dalla memoria frammentata.
In definitiva, Twelve Minutes è un prezioso esperimento che riesce brillantemente nell'ardua impresa di raccontare una storia profonda e appassionante attraverso una serie di loop temporali dalla durata di appena dodici minuti. Non è solo un incredibile esercizio di stile da parte di Luis Antonio ma anche l'ennesima riprova che il medium videoludico può esplorare territori artistici e narrativi davvero sbalorditivi, con la giusta dose di coraggio.
L'elevata qualità dell'intreccio e della messa in scena è riuscita a mettere in ombra le nostre piccole riserve riguardo il gameplay che funziona piuttosto bene ma che avrebbe necessitato di qualche accortezza supplementare.
Vi servirà tanta pazienza e diversi tentativi per raggiungere l'epilogo di questo avvincente thriller interattivo ma se vi piacciono le storie a base di loop temporali e paradossi concettuali di varia natura, Twelve Minutes è un'esperienza che non potete lasciarvi sfuggire.