Skip to main content

Un anno di next-gen - editoriale

È la generazione delle grandi vendite e dei pochi capolavori?

Con novembre si concluderà il primo anno di vita delle console next-gen di Sony e Microsoft. Con tutte le prudenze necessarie, è dunque giunto il momento di fare un primo bilancio di questi 12 mesi di vita di una delle generazioni finora più controverse, stupefacenti, complicate, affascinanti e importanti della storia dei videogiochi.

Partiamo, inevitabilmente, dal dato più immediato, ossia quello numerico: secondo le ultime cifre diffuse dai produttori (e ben riassunte in un recente articolo del sito Ars Technica), i rapporti di forza tra le nuove console, includendo anche quella di Nintendo, sono i seguenti: PS4 a 13,5 milioni, Xbox One a circa 7 milioni e Wii U a 7,3 milioni. In tutti e tre i casi, ci si riferisce al numero delle console spedite ai negozi, che non corrisponde esattamente a quello delle macchine vendute effettivamente agli utenti, ma è al momento l'unico dato certo su cui si possa realizzare un confronto diretto.

Come possiamo commentare questi numeri? Partiamo da quella Nintendo che, uscendo con un anno di anticipo rispetto alle concorrenti, evidentemente non è riuscita a sfruttare a dovere questo vantaggio temporale. Il Wii U, a due anni dalla sua uscita, è fermo ad un numero di unità vendute abbastanza modesto, che richiama alla memoria (per chi già seguiva il mercato allora) la prestazione di quella che ad oggi è la console domestica di minor successo della storia della Grande N: il GameCube (22 milioni di unità totali vendute).

I problemi della macchina di Nintendo sono ben noti e sono già stati discussi abbondantemente su Eurogamer.it, quindi evitiamo di elencarli per l'ennesima volta, però va detto che a seguito dell'uscita di titoli importanti come l'ultimo Mario Kart, si nota qualche segnale di vita, sufficiente a riportare l'azienda a generare guadagni.

Le nuove stime di Ars Technica, basate sugli ultimi dati reali di shipment comunicati, correggono quelle pubblicate precedentemente dal sito e appaiono senza dubbio più realistiche.

Un aspetto cruciale: negli oltre 100 anni della sua esistenza, Nintendo non aveva mai postato un bilancio in negativo fino agli ultimi tempi, che l'hanno vista invece scendere nel territorio del rosso per svariate volte consecutive. Le vendite complessive di Wii U non saranno eccezionali ma il ritorno all'utile è senz'altro un buon segno per Mario e soci.

Guardiamo ora a Sony, che con la sua PlayStation 4 a quota 13,5 milioni di console inviate ai negozi in soli 11 mesi (il dato arriva fino a settembre 2014) è senz'altro la storia di successo commerciale più lampante di questa generazione. Dati alla mano, le vendite di PS4 nel primo anno hanno circa doppiato quelle di PS3 e superato persino quelle del fenomeno PS2, a tutt'oggi la console domestica più venduta della storia.

A giudicare dalla risposta del mercato, è evidente che Sony ha lanciato la macchina giusta al prezzo giusto, realizzando un'operazione totalmente opposta a quella che aveva portato, nei primi mesi ed anni di vita di PlayStation 3, ad una vera e propria catastrofe commerciale. Al di là di questa innegabile soddisfazione, la stessa Sony, però, non ha molto da ridere: i suoi bilanci complessivi sono ancora in profondo rosso (oltre 1 miliardo di perdite nette per l'ultimo anno), e sul fronte specifico dei videogiochi l'azienda continua a trovarsi sul groppone una PS Vita che, nonostante le enormi aspettative iniziali, sembra ormai essere stata consacrata definitivamente come un flop.

Passiamo ora alla problem child di questa generazione, quella Xbox One che dal momento del suo annuncio ad oggi è cambiata praticamente in ogni aspetto possibile e immaginabile. Il nuovo boss Phil Spencer sta tentando con tutte le sue forze di invertire la rotta e gli ultimi dati di mercato sembrano dargli ragione: dopo un vero e proprio tonfo, che ha portato Microsoft a non diffondere dati ufficiali per un periodo di tempo talmente esteso da risultare sospetto, l'azienda ha finalmente annunciato che nell'ultimo trimestre sono state spedite 3,5 milioni di Xbox (anche se il dato combina Xbox One con Xbox 360 e, dunque, risulta meno chiaro e trasparente di quanto avremmo gradito).

Le vendite di Xbox One, pur risultando poco brillanti se confrontate a quelle di PS4, corrispondono più o meno a quanto ottenuto da Xbox 360 nel suo primo anno di vita.

Il totale delle macchine spedite ad oggi, sempre secondo la stima di Ars Technica, dovrebbe aggirarsi sui 7 milioni. La cifra ovviamente sparisce di fronte a quella, praticamente doppia, della rivale PS4, ma messa in prospettiva storica non è affatto male: si tratta di una performance molto simile a quella ottenuta nel primo anno di Xbox 360 e, dunque, impossibile da definire come pienamente negativa.

Quanto su questi numeri abbiano influito concretamente la scelta di abbandonare Kinect e il taglio di prezzo a 399 euro/dollari non è facile da stabilire, ma senz'altro il "nuovo corso" indicato da Spencer sembra andare nella giusta direzione per recuperare competitività e quote di mercato.

Nel complesso, comunque, l'ottava generazione di console domestiche è partita decisamente bene: quasi 30 milioni di console sono già in circolazione, una cifra che contraddice nettamente tutti quelli che avevano previsto, complice la perdurante crisi economica, un avvio in salita per i nuovi hardware.

Solo Nintendo, al momento, pubblica dati in fortissima frenata rispetto a quanto ottenuto dalla sua console precedente, il Wii, che nei primi 2 anni di vita aveva raggiunto l'incredibile quota di 45 milioni di unità vendute, un record che probabilmente non vedremo mai più ripetersi nella storia delle console domestiche. Sarà molto interessante, comunque, scoprire quali saranno esattamente i rapporti di forza tra le tre macchine next-gen a distanza di due anni o più da oggi.

Secondo Metacritic, Bayonetta 2 è l'unico titolo propriamente 'next-gen' tra i migliori 10 del 2014. Singolare, dal momento che la console che lo ospita è quella in maggiore difficoltà sul mercato.

Pensiamo adesso a quello che, inevitabilmente, è il vero "piatto forte" di ogni generazione videoludica: i giochi. Vogliamo farlo basandoci ancora sui numeri, andando ad esaminare quelli che, secondo il noto sito Metacritic, sono i migliori giochi del 2014. La tabella, eliminando le doppie versioni dei titoli multipiattaforma, qualche release minore e i giochi mobile, categoria che al momento vogliamo considerare a parte, è la seguente:

  • The Last of Us Remastered (PS4) - 95
  • Shovel Knight (3DS) - 92
  • Dark Souls II (X360) - 91
  • Fez (VITA) - 91
  • Rayman Legends (XONE) - 91
  • Bayonetta 2 (WIIU) - 91
  • Diablo III: Ultimate Evil Edition (PS4) - 90
  • Velocity 2X (VITA) - 90
  • Metro: 2033 Redux (PC) - 90
  • Guacamelee! Super Turbo Championship Edition (WIIU) - 90

Ci sono molte considerazioni da fare. La prima, e più sorprendente, è che per ottenere una classifica focalizzata sulle console e sul PC abbiamo dovuto rimuovere dalla top 10 ben sei titoli mobile: un dato che contrasta con la diffusa opinione secondo cui l'esperienza di gaming su cellulari e tablet non potrebbe essere soddisfacente.

La seconda è che l'unico titolo propriamente "next-gen" di questa classifica è un'esclusiva per Wii U: Bayonetta 2. Per quanto riguarda PS4 e Xbox One, abbiamo un remake old-gen (The Last of Us), un porting da Wii U (Rayman Legends) e una conversione da PC (Diablo III).

Alla fine del primo anno di vita di Xbox 360 e PlayStation 3 abbiamo visto uscire sul mercato, rispettivamente, Gears of War e Uncharted. Dove sono gli equivalenti per PS4 e Xbox One?

È singolare che la "next-gen dei miracoli" di Sony e Microsoft non sia riuscita, nel suo primo anno di vita, a produrre nemmeno una killer app, quel gioco da non perdere su cui critica e pubblico sono unanimi nel giudizio. Potremmo anzi dire che tutti i titoli più attesi e a più alto budget del 2014, a partire da inFamous: Second Son e Watch Dogs fino al nuovo Thief, proseguendo con Destiny e Titanfall, per finire con Sunset Overdrive, Alien: Isolation e La Terrza di Mezzo: Shadow of Mordor, pur risultando nella maggior parte dei casi titoli buoni o discreti, e vendendo anche quantità notevoli di copie, non siano riusciti a lasciare un impatto memorabile nella storia dei videogiochi. Per non parlare dei titoli della finestra di lancio di fine 2013, con in testa Killzone: Shadow Fall e Ryse: Son of Rome.

Si può obiettare, ovviamente, che il primo anno di vita di una console è un periodo in cui la macchina è ancora acerba e i developer hanno poca confidenza con il suo hardware: verissimo. Diamo però uno sguardo ad alcuni titoli usciti nel primo anno di vita delle scorse generazioni: saltando, per gentilezza, pietre miliari inarrivabili come Mario 64 (appartenente ad un'altra epoca e ad un altro mercato), nel primo anno di vita di Xbox 360 troviamo Gears of War, Oblivion e Dead Rising; ai primi 12 mesi di PS3 risalgono Uncharted, Assassin's Creed e Call of Duty 4: Modern Warfare (sebbene questi ultimi due siano multi piattaforma e si possano, quindi, considerare titoli da "anno due" per Xbox 360).

Tutti nomi dall'enorme importanza, in buona parte nuove IP capaci di generare serie fondamentali per la generazione contemporanea, oppure titoli che hanno completamente ridefinito l'esperienza dei capitoli precedenti, proiettandola verso nuove vette decisamente "next-gen". Va sottolineato che buona parte di questi giochi è uscita nel novembre successivo al lancio delle console, quindi per correttezza includiamo nella nostra analisi anche il novembre del 2014 e ci chiediamo: riusciranno gli imminenti Assassin's Creed: Unity, Far Cry 4, Dragon Age: Inquisition e Call of Duty: Advanced Warfare ad avere un impatto comparabile? Di certo, trattandosi unicamente di seguiti appartenenti a serie ben note e collaudate, ciò che non potranno fare è stabilire nuove IP caratterizzanti della generazione in corso.

Quello che si può concludere è che, finora, abbiamo assistito ad una generazione di console fatta di grandi numeri, di enormi battaglie sul fronte delle strategie di mercato, del prezzo, dei confronti tecnici e delle future visioni multimediali... ma non particolarmente eccitante dal punto di vista dei videogiochi veri e propri. È un cattivo segnale, indice di un'industria ancora forte a livello di mercato ma che va sempre più inoltrandosi in una palude dal punto di vista creativo? Oppure si tratta di una normale fase di transizione e presto il 2015 arriverà con una valanga di titoli nuovi ed eccitanti a dissipare ogni dubbio? Il bicchiere della next-gen è mezzo vuoto o mezzo pieno? A voi la parola.