Un giorno qualunque in un negozio indipendente di videogiochi - articolo
“Siamo ancora un punto di riferimento, ma è sempre più dura.”
Posti come questo sono sempre più rari ed è un peccato. Stiamo parlando di un negozio chiamato Console Connections, lontano anni luce dalle stereotipate catene presenti praticamente in ogni città e centro commerciale. Entrarci è un po' come fare i primi passi nella caverna di Aladino, con montagne di scatoloni pieni di chissà quali meraviglie. Praticamente tutte le console degli ultimi 40 anni sono esposte in bella vista, dal semi sconosciuto (ai più) Amstrad GX4000 che domina fiero la scena vicino alla cassa, fino all'immancabile PS4. Perché tutti i negozi di videogiochi non possono essere come questo?
Il proprietario si chiama Chris Bowman e per lui Console Connections non è un semplice negozio ma il culmine di una vita fatta di passione. Passione per i videogiochi, ovviamente. Lo aprì nel 1996 ma le sue origini affondano molto più in profondità nel passato. "Ho aperto la mia prima attività quando avevo 13 anni", dice Bowman. "Ero solito andare in un negozio che faceva scambi di videogiochi e dopo un po' ho pensato che fosse un buon modo per fare soldi. Ho iniziato partecipando a mercatini e fiere in tutto il paese, e da allora non mi sono più fermato."
Mentre frequentava il college, Bowman decise di seguire i suoi sogni e abbandonò i mercatini per aprire un vero negozio nel suo paese. Lasciò gli studi e diede vita a Console Connections."Ne ho viste passare davvero tante", racconta Bowman, mettendo in fila i lanci di console storiche come Nintendo 64, Dreamcast, Xbox e PS4. "Nel tempo il mercato è cambiato totalmente. I negozi indipendenti sono quasi del tutto spariti, il mio è diventato una mosca bianca."
La realtà che questi negozi devono affrontare ogni giorno può essere molto dura. Le catene sono state il primo duro colpo, poi sono arrivati i negozi online ed ora l'enorme crescita delle vendite in formato digitale potrebbe rappresentare la pietra tombale. Per un po' il mercato dei giochi usati ha rappresentato una piccola ancora di salvezza, ma ora anche quello sembra destinato a finire sotto le grinfie delle grandi corporazioni. "Microsoft ci ha già provato ed il colpo non è stato leggero," confessa Bowman, riferendosi al piano che la grande M aveva messo in atto per far pagare agli utenti anche l'utilizzo dei giochi di seconda mano. "Se dovessero provarci nuovamente sfruttando il mercato digitale per noi sarebbe la fine. La fine."
Chris conosce quasi tutti i suoi clienti per nome e ama intrattenersi con loro parlando di videogiochi. Proprio mentre siamo nel suo negozio, un paio di “amici” entrano per dare un'occhiata alle novità ma soprattutto per fargli un saluto.
Sono all'incirca una dozzina le persone che entrano da Console Connections intorno all'ora di pranzo. È quasi un appuntamento fisso e molti di loro sono clienti abituali, anche se non manca qualche mamma in cerca di informazioni sul gioco da comprare per il figlio. Bowman saluta in maniera cordiale una coppia prima che esca dopo aver comprato due vecchi ed economici giochi per PS2. "Li ho conosciuti quando si sono trasferiti qui, entrarono per chiedere informazioni su dove trovare un negozio che all'epoca era aperto nelle vicinanze”. La cittadina dove Console Connections ha aperto è piccola e non particolarmente ricca, ma ha una storia che rende orgogliosi i suoi abitanti. Qui venne inaugurata la prima ferrovia a vapore della storia. Quei tempi ora sembrano lontani anni luce e la disoccupazione è un problema serio, ma nessuno è disposto ad arrendersi. "Un giorno trovarono dei soldi che qualcuno aveva perso”, ricorda Bowman parlando ancora della coppia di prima e indicando un angolo del negozio. “Li portarono a me ma dopo due settimane nessuno venne a reclamarli. Li diedi indietro a loro che li spesero tutti in giochi del mio negozio".
Bowman vede il suo negozio come un punto vitale della città, come uno snodo sociale della comunità locale. “Siamo ancora un punto di riferimento per i videogiocatori. Qui nessuno va nei grossi centri commerciali e in pochi frequentano la rete per informarsi sulle nuove uscite. Vengono ancora qui".
L'inarrestabile ascesa dei negozi online e del mercato digitale sta tuttavia intaccando sempre più la salute di una realtà come Console Connections. "Ogni giorno diventa più dura", confessa Bowman. "L'online rende tutto più duro e lo stesso discorso vale per le grosse catene, che abbassano continuamente i prezzi. Competere è quasi impossibile quando vuoi vendere l'ultimo FIFA al prezzo normale e loro già dai primi giorni lo deprezzano del 20%". Gli chiediamo se abbia intenzione d'iniziare a vendere i suoi articoli in rete. "No, non ho intenzione di farlo e questo potrebbe sembrare stupido. Il mio negozio sono io, ci lavoro e ci vivo ogni giorno della settimana. Non ho tempo per il business online, per prendere gli ordini, impacchettarli e andare a spedirli". Chris è inoltre convinto che questo tipo di business sia ormai saturo: "Se lo avessi fatto nel 2000 o nel 2005 probabilmente sarebbe andato bene, ma ora penso che non ci sia più posto. La concorrenza online è enorme."
Il retrogaming è una delle aree in cui Console Connections eccelle. Bowman ci confessa che è anche quella che sta crescendo più rapidamente, grazie anche al fatto che i prezzi rimangono sempre stabili. "Se compri roba retro non puoi perderci soldi. Come minimo quello che hai comprato manterrà il suo valore, spesso aumenterà". Anche qui però la concorrenza online si fa sentire: "Sono sempre di più i concorrenti che salgono sul carro del retrogaming. Negozi spuntano un po' ovunque in rete. Propongono vendite, scambi e molto altro. Dal punto di vista quantitativo noi non possiamo competere con le grosse catene, per questo ogni giorno ci sentiamo come se fossimo in trincea."
Uno degli argomenti che in questi casi torna più volte a farsi sentire, spesso dolorosamente, è lo scarso margine di profitto che questi negozi indipendenti riescono a tirare fuori dalle vendite. Specialmente per i giochi nuovi o le console. La dove le catene acquistano migliaia di pezzi per ogni titolo, ottenendo ovviamente sconti e facilitazioni, i negozi come quello di Bowman possono permettersi di acquistare quantità relativamente esigue di software e pagare di conseguenza prezzi molto più alti. Il quadro peggiora ancora quando il prezzo dei nuovi titoli cala, spesso anche drasticamente, poco tempo dopo il lancio. Ciò rischia di mettere in grave crisi posti come Console Connections nel caso rimangano pezzi invenduti. Per evitare problemi seri Bowman è costretto ad ordinare “quantitativi sufficienti a coprire le prenotazioni o poco più”.
Tutto questo ha portato a situazioni paradossali, come quando Chris è costretto ad ordinare i giochi presso rivenditori online piuttosto che dai suoi grossisti. “A volte è inevitabile”, dice Bowman, che però nella maggior parte dei casi preferisce rivolgersi ai suoi abituali fornitori per avere la sicurezza di ricevere i titoli nuovi in tempo per l'uscita. In più di un'occasione gli è capitato di dover assistere alla delusione di alcuni suoi clienti per non aver trovato il gioco che aspettavano. "Lo trovo orribile e cerco di evitarlo il più possibile. Come si fa a dire ad un tuo affezionato cliente che per avere il gioco che sta attendendo da mesi deve pazientare ancora uno o due giorni? Prima o poi anche loro andranno da qualche altra parte e ti abbandoneranno".
Considerati gli scarsi margini di profitto per i nuovi giochi, viene da chiedersi se per un negozio del genere valga ancora la pena seguire puntualmente le nuove uscite. Bowman risponde così: “Devi averli, sia per far felici i clienti che per muovere il mercato dei titoli di seconda mano. È un circolo vizioso che va alimentato continuamente, ma è sempre più duro da mandare avanti."
Oltre alla crescente competizione ci sono anche altri fattori da tenere in considerazione nel mercato odierno, ovvero i 'servizi' legati ai vari giochi. “Un tempo, quando il giocatore finiva il titolo che aveva acquistato, lo riportava in negozio e lo scambiava con qualcos'altro muovendo il mercato. Adesso titoli come FIFA o Call of Duty rimangono nelle case dei giocatori anche per un anno grazie all'uscita di espansioni, DLC e cose simili. La longevità è aumentata notevolmente”. Il simpatico Chris ci fa notare inoltre come la vendita di codici digitali per prodotti accessori come il FIFA Ultimate Team non abbia praticamente alcun impatto sugli incassi. “I margini su questi prodotti praticamente non ci sono, siamo sotto il 5%. È impossibile per un negozio guadagnare vendendo solo codici digitali, a meno di smerciarne migliaia ogni mese."
Non parliamo poi dell'hardware, un altro degli argomenti delicati per un rivenditore indipendente. Le grosse catene fanno incetta delle console in uscita e lasciano le briciole agli altri. Bowman riporta alla mente un ricordo risalente al lancio di Xbox One. “Nei supermercati e nei negozi affiliati vedevamo pile altissime di console mentre noi facevamo fatica ad acquistarne poche unità. Riuscimmo a soddisfare tutti gli ordini solo due mesi dopo l'uscita."
Molti dei problemi di Console Connections derivano anche da un altro fattore: il drastico calo delle “passeggiate”. In un paese che conta poco meno di 10.000 abitanti, lo “struscio” nelle vie commerciali è fondamentale, e se scende sotto un certo livello mette in crisi chiunque. A peggiorare ulteriormente la situazione sono arrivate le aperture di parecchi grandi magazzini e centri commerciali poco fuori dal centro abitato. “Hanno letteralmente risucchiato via la vita dalla nostra cittadina”, si lamenta Chris, che ricorda anche la recente chiusura di una banca in centro città. "Ci sono moltissimi locali chiusi ormai e la gente ha sempre meno voglia di andarsene in giro. Io mantengo un certo numero di clienti storici e affezionati, che comprano da me fin dagli albori del negozio e probabilmente lo faranno fino alla sua chiusura, ma sono sempre di più quelli che passano qui davanti e non si fermano."
Bowman è ben conscio della necessità di dover diversificare l'offerta per arginare il calo di vendite dei videogiochi. In passato ci ha provato più di una volta e in vari modi: "Abbiamo anche venduto CD e DVD, ma ora va tutto in streaming e la gente scarica di tutto. Poi ci siamo mossi con i giocattoli e in particolare con i LEGO. Continuiamo a gestire un discreto catalogo retrogaming che va abbastanza bene, ma da solo non basta per attirare nuovi clienti". Gli abbiamo chiesto cos'abbia intenzione di fare nel caso la situazione peggiorasse ancora. "Intendi uscire da questo business? Chiudere? Se continua così sarà inevitabile farlo e cercare un lavoro più tradizionale per pagare le bollette."
Sentirglielo dire è triste. Il solo pensiero di mollare un sogno che culla da oltre 20 anni fa apparire una ruga di dolore sul suo volto. Ha anche considerato la possibilità di spostarsi altrove o di concentrarsi su un solo articolo per volta, magari proprio il retrogaming, ma nessuna delle possibilità lo soddisfa. Chris ammette di aver pensato di mollare, o magari di iniziare a vendere i suoi articoli online.
"Ma non sarebbe la stessa cosa."
"So che molti altri negozi come il mio stanno affrontando le stesse difficoltà e sono ormai sull'orlo del baratro”, ammette Bowman, che ormai vede un futuro piuttosto nero per i rivenditori 'indie'. "La cosa mi deprime. È terribile, specialmente per chi ci sta dentro da tanto tempo come me. La cosa peggiore è che so di non aver fatto nulla per far andar male le cose, semplicemente sono cambiate le abitudini dei clienti. L'ambiente commerciale è diventato mostruosamente competitivo e i margini sono sempre più ridotti. Le nuove uscite sono sempre più frequenti e questo non migliora di certo le cose per noi."
L'idea che un negozio fantastico come Console Collections possa sparire nell'arco di pochi anni è difficile da digerire. Posti come questo sono sempre più difficili da trovare e posseggono una magia impossibile da trovare nelle catene commerciali. Meritano di sopravvivere.
Potete andare a trovare Chris nel suo negozio a Shildon, contea di Durham, Inghilterra... o in alternativa dare un'occhiata al sito del suo negozio. Continuate a supportare i negozi indipendenti nella vostra città, se sparissero del tutto sarebbe una perdita enorme per tutti i videogiocatori!