Una giornata con la GT Academy - articolo
Da piloti virtuali a piloti reali, rincorrendo un sogno.
C'è Piero, che studia e d'estate fa il bagnino, c'è Fabio, che di anni ne ha 37, da giovane correva in moto e oggi guida i carrelli elevatori, c'è Alessandro, che ha fondato un club di guida online ed è al terzo tentativo, c'è Guido, che corre la notte, perché di giorno manda avanti la famiglia, e ci sono altre 24 storie diverse.
Tutte corrispondono ai 24 candidati della GT Academy edizione 2014, che sabato scorso si sono dati battaglia a suon di prove fisiche, di guida e mentali per essere tra i 6 a strappare un biglietto per Silverstone.
Anche quest'anno la fase finale italiana si è tenuta all'autodromo di Vallelunga, alle porte di Roma, dove un gran caldo ha reso le prove fisiche più dure del previsto, soprattutto per chi si è allenato al volante ma non in palestra, mentre le interviste con i giornalisti presenti hanno fatto subito capire chi aveva la stoffa per affrontare una tribuna stampa, anche parlando in inglese.
La novità di quest'anno infatti è che nel punteggio finale non contava solo fare un buon tempo al simulatore e uno al volante di una Nissan Juke; i candidati sono stati anche posti di fronte ad una serie di interviste, al termine delle quali è stata votata la loro bravura nel rispondere alle domande, sia inglese che in italiano.
"Non contava fare un buon tempo al simulatore e uno al volante di una Nissan Juke, ma anche tenere testa a una serie di interviste"
E mentre tutti bene o male si aspettavano di essere portati al limite nelle prove fisiche (c'è addirittura chi ha iniziato ad allenarsi mesi prima, perdendo 10 kg) e si sentivano a loro agio in quelle di guida, proprio il fuoco di fila delle domande ha scremato chi ha già una buona dimestichezza con i media da quelli che sembravano all'esame delle superiori, soprattutto per quanto riguarda le risposte in inglese, che hanno rappresentato uno degli scogli più grandi per la maggior parte dei candidati.
"Ma come - ci chiede qualcuno - anche le nostre risposte faranno parte del punteggio finale? Anche in inglese?". Ebbene sì, perché non solo un pilota deve poter comunicare col proprio team di meccanici, ma deve sapere rappresentare al meglio lo spirito della GT Academy e di Playstation che puntano al miglior pilota, sotto ogni punto di vista (a meno che tu non dia un secondo su giro al mondo intero, in quel caso puoi anche essere muto).
Ma prima di tutto ciò bisognava far vedere quanto si valeva in pista, che fosse virtuale o meno, e per questo erano stato approntate sei postazioni con GT Academy, un volante con un force feedback al limite del realismo e un sedile stretto, avvolgente, quasi soffocante, proprio come quelli che si possono trovare nelle macchine da corsa.
Ed è proprio a questa prima prova che i candidati sono stati messi di fronte a una grande verità: magari sei stato bravissimo nelle prove, magari sei migliore delle quasi 40.000 persone che ci hanno provato, ma se non sai reggere la tensione sbagli anche una curva che hai fatto un milione di volte, e la sbagli proprio quando non dovevi.
"Per molti è anche la prima esperienza al volante di una macchina abbastanza potente da spingerti la testa indietro quando acceleri"
Anche il passaggio dal virtuale al reale è una bella forbice, perché anche se il percorso è breve, questo vuol solo dire che non c'è tempo per rimediare agli eventuali errori, e per molti è anche la prima esperienza al volante di una macchina abbastanza potente da spingerti la testa indietro quando acceleri, d'altronde la bestiolina ha circa 200 cavalli che scalpitano sotto il cofano.
Ma il vero problema, soprattutto per chi non ha più vent'anni, sono i test fisici. Flessioni, addominali, corsa di resistenza, salti mettono a dura prova il gruppo, ma d'altronde la vita del pilota è anche questa, perché una gara non è solo un incredibile sforzo mentale, ma è anche un banco di prova per il fisico, soprattutto quando stringi un mostro di carbonio e acciaio che non vede l'ora di strapparti il volante dalle mani.
Ed è qua che si apre una vera forbice tra chi ce la può fare e chi no, chi è venuto tanto per provare e chi no, tra chi trova dentro di sé energie che non credeva di avere e chi no.
E tutto questo si è svolto sotto l'occhio attendo dello staff Playstation e di Vitantonio Liuzi, che già l'anno scorso era stato mentore della manifestazione, e che per tutta la giornata ha incitato, spronato e bacchettato i ragazzi, cercando di tirare fuori il meglio da ognuno di loro.
"Flessioni, addominali, corsa di resistenza e salti hanno messo a dura prova il gruppo"
A onor del vero va detto che nessuno si è tirato indietro di fronte alle sfide, negli occhi di ogni partecipanti potevi scorgere il guizzo che li faceva andare avanti un metro in più, quello stringere di denti che li portava a concentrarsi un altro po'. Una passione che è letteralmente esplosa durante le interviste, che più che un analisi dei proprio punti di forza è debolezza diventavano vere e proprie dichiarazioni d'amore per il mondo delle corse, per la voglia di superare il proprio limite, per una vita da sogno, di fronte alla quale mettere in gioco tutto, persino la famiglia.
"Ma vi sfiora mai l'idea - abbiamo chiesto - che nel passaggio dal virtuale al reale entra in gioco il fatto che gli errori non si cancellano più con un semplice 'ricomincia gara?'".
La risposta è stata una sola "Fa parte del gioco, non puoi pensarci quando sali in auto, quindi semplicemente non lo fai". Parole toste, che speriamo siano lo specchio di caratteri altrettanto tosti visto che i vincitori andranno al "Race Camp" di Silverstone, che si tiene dal 29 luglio al 5 agosto.
Qua i sei valorosi si dovranno misurare contro i rappresentanti degli 11 Paesi europei coinvolti in sfide di guida, di resistenza fisica e prontezza mentale ancora più dure. Come nella più classiche delle storie di successo, solo uno di loro si aggiudicherà la vittoria della competizione europea 2014 e avrà la possibilità di diventare protagonista di un'intera stagione di corse al volante di un'auto da gara Nissan GT-R Nismo GT3, da oltre 500 cavalli e sperare che questo sia il trampolino per la carriera sognata fin da piccoli, quella di chi si guadagna da vivere col sedere ben piantato su auto incredibili.
Ecco dunque i nomi di chi ce l'ha fatta a loro va il nostro in bocca a lupo, siamo sicuri che ne avrete bisogno!
- Luca Guerra, 24 anni, di Carrara (MS), laureato, il cui mito di sempre è Ayrton Senna.
- Lorenzo Radice, 30 anni, di Carimate (CO), ingegnere del Software, i cui miti sono il fratello e Michael Schumacher.
- Alessandro Albano, 34 anni, di Milano, It Consultant, un veterano delle finali nazionali di GT Academy.
- Pietro Punzo, 22 anni, studente di Novara, che reputa Valentino Rossi una vera e propria leggenda.
- Riccardo Massa, 21 anni, studente di Monte San Pietrangeli (FM), amante dei kart.
- Ariel Bernardi, 29 anni, di Asiago (VI), tecnico in una ditta di ascensori, appassionato e grande conoscitore dei simulatori di guida.