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Unavowed - recensione

Da posseduto a cacciatore, è un attimo.

Il termine Unavowed viene usato raramente in Inglese ma si può tradurre più o meno come "poco noto" o "non palese"; in un certo senso... invisibile. Descrive alla perfezione l'organizzazione protagonista dell'ultima fatica di Dave Gilbert, una sorta di setta al contrario che protegge il mondo da entità maligne precipitate più o meno volutamente nella nostra dimensione. Esiste da millenni, ovviamente sconosciuta ai comuni mortali e i suoi adepti preferiscono chiamarla Antica Società.

Entrerete a far parte di questa elitaria schiera di difensori ultraterreni in modo piuttosto brusco. L'incontro/scontro con un demone antico segnerà per sempre la vostra vita, oltre a delineare i primi tratti del vostro personaggio. Durante un'intensa scena iniziale vi verrà chiesto di decidere il sesso del vostro personaggio, il suo nome e la sua professione. Le prime due scelte non avranno alcuna conseguenza sul resto del gioco ma la terza sì.

Preferite vestire i panni di un attore, di un poliziotto o di un "semplice" barista? Occhio perché la scelta non è così scontata. Non è detto, ad esempio, che il piedipiatti sia avvantaggiato rispetto agli altri due quindi dovrete affidarvi all'istinto. Ogni lavoro vi porterà ad un diverso prologo e a sviluppi leggermente differenti della trama, a tutto vantaggio della longevità.

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Per capire quanto la scelta iniziale fosse realmente importante abbiamo voluto provare almeno due delle professioni a disposizione. La prima volta abbiamo scelto di essere un barista e ci siamo ritrovati al di fuori di un classico locale della downtown Newyorchese. Un nostro caro amico ha dato fuori di matto e si è chiuso nel bagno del bar con in pugno una 9mm. Dice di sentire delle voci, ossessionanti. Siamo riusciti ad entrare con il vecchio trucco della chiave che apre la porta e dopo un delirante dialogo lo abbiamo convinto a mollare l'arma, con cui minacciava di uccidersi.

Sembrava tutto finito finché non è arrivato uno sviluppo imprevisto: il tizio ci chiede di tenergli un libro, forse era quell'oggetto a creare le voci. Intuizione giusta ma sviluppo inaspettato: l'oggetto è posseduto da un demone che improvvisamente si trasferisce del nostro corpo costringendoci a... beh, questo preferiamo farvelo scoprire da soli. Dissolvenza in nero, ci ritroviamo proiettati un anno nel futuro: le nostre azioni hanno attirato non solo la polizia ma anche gli agenti Unavowed, che dopo averci esorcizzato hanno visto in noi un potere unico e ci hanno reclutato nelle loro file.

Dopo questo intenso incipit abbiamo voluto provare a ricominciare il gioco scegliendo un personaggio femminile che lavora come attrice. Il setting è cambiato totalmente. Ci siamo trovati di notte, fuori da uno scalcinato teatro di periferia chiamato Under the Bricks. L'imminente spettacolo di cartello è stato improvvisamente cancellato. Il regista è stato colto da un raptus ad una settimana dal debutto e ha deciso di cambiare lo script licenziando metà degli attori. Entriamo nel retro palco e tentiamo di farlo ragionare.

Nel corso dei millenni gli Unavowed hanno protetto la terra dagli spiriti malvagi. Ora questo onore (e onere) spetta a voi.

Accendiamo la luce nello studio e dietro di lui appare uno spirito femminile, a suo modo sexy. Ha un'aria strana, quasi trasognante. Dice di essere stato evocato per aiutare il regista a trovare la giusta ispirazione. Il tizio sembra definitivamente andato ma scegliendo un paio di opzioni giuste nei dialoghi riusciamo a farlo ragionare. Ha capito di aver perso la testa, si prodiga in accorate scuse e promette di sistemare tutto. Prima di andare ci chiede di tenere un oggetto per suo conto. Guarda caso un libro, nero... e la scena si ripete. Un'altra possessione e un altro incontro con gli Unavowed.

Questo sembra essere il filo conduttore di tutte le storie, un oggetto demoniaco che apre un ponte tra la dimensione terrena e quella spiritica, trasformando chi lo possiede in un assassino totalmente incosciente degli atroci atti che sta commettendo. Ai più attenti di voi questo forse ricorderà uno dei primi fumetti di Dylan Dog intitolato Gli Uccisori. L'intero gioco in effetti è un richiamo più o meno velato a opere letterarie o cinematografiche. I più esperti troveranno forti richiami anche al film The Frighteners (Sospesi nel Tempo in Italia), piccolo capolavoro del Peter Jackson pre-Signore degli Anelli con protagonista Michael J. Fox. Quante altre fonti d'ispirazione riuscirete a trovare nel corso dell'avventura?

Ma torniamo a lui, il/la protagonista. Pur partendo da situazioni e luoghi differenti, la storia che avrete scelto vi porterà al quartier generale degli Unavowed dove conoscerete ulteriori dettagli sulla nuova professione che vi attende e sulle due figure che vi hanno portato lì. C'è Mandana, una guerriera tosta dotata di poteri straordinari. Non chiamatela genio della lampada o non esiterà un attimo ad affettarvi. C'è poi Eli, è un abilissimo mago dalla lingua sciolta. Si allena nei sotterranei a sparare palle di fuoco.

Enigmi e puzzle non sono assolutamente un problema. Unavowed è un'avventura che privilegia la fluidità della narrazione alla difficoltà.

Conversare con loro sarà un piacere e vi aiuterà a scoprire molti lati nascosti del carattere. In realtà tutti i dialoghi di Unavowed sono interessanti e lo script, pur rimanendo nel suo ambito fantasy ricco di cliché, ha un discreto ritmo e non risulta mai noioso. Gli sviluppatori hanno fatto un eccellente lavoro da questo punto di vista. In varie occasioni ci è capitato di parlare con alcuni NPC usando frasi inerenti al passato del personaggio che stavamo usando, frasi che hanno portato a risposte diverse da quelle ricevute poi nel secondo playthrough. Davvero niente male.

Una volta presa coscienza della vostra nuova condizione dovrete imparare a gestire i poteri che i vostri compagni vi hanno riconosciuto. Badate bene però, questa è un'avventura punta e clicca, non un gioco action. Non esistono combattimenti, solo esplorazione e risoluzione di enigmi ambientali. Il puntatore del mouse cambierà forma in base all'elemento su cui lo sposterete, rendendo ogni azione semplice ed immediata. Anche il menù dell'inventario è facilissimo da usare, basta spostarsi sulla parte superiore dello schermo per farlo apparire e gestire gli oggetti raccolti con due semplici click.

La storia ha delle ramificazioni che impatteranno il vostro rapporto con i compagni che nel corso dell'avventura deciderete di portare con voi. Nel mondo ci sono altri Unavowed e di tanto in tanto dovrete sceglierne due che vi faranno da spalla, un po' come nei party dei JRPG, selezionandoli anche in base alle loro differenti abilità. Attorno alle star del gioco ruota poi un generoso cast di personaggi secondari altrettanto ben caratterizzati, che danno solidità e "credibilità" alla storia.

In base alle attitudini del personaggio scelto alcuni enigmi possono avere soluzioni differenti.

Dal punto di vista narrativo quindi poco o nulla da eccepire, ma tecnicamente come siamo messi? Artisticamente l'esperto team Wadjet Eye Games ha fatto tesoro dell'esperienza maturata con i precedenti lavori e mette in mostra in questo gioco un livello di dettaglio davvero eccellente. Definire "statici" gli scenari di Unavowed non rende giustizia alla perizia con cui sono stati disegnati e animati.

Siamo oltre la semplice pixel art, in alcuni casi sembra di essere di fronte a dei dipinti vivi e pulsanti. Purtroppo non si può dire altrettanto dei personaggi, il cui range di animazioni è abbastanza ristretto. I dialoghi (a scelta multipla) sono ravvivati dall'utilizzo dei volti dei protagonisti. Anche per questi però si sarebbe potuto fare di più, magari disegnando un maggiore numero di espressioni.

Il gioco è disponibile solo in lingua inglese, sia nel doppiaggio (non esattamente da accademia) che per i sottotitoli. Chi non mastica questa lingua avrà non pochi problemi a seguire la trama, cosa che toglierà al gioco più della metà del suo fascino. Anche la risoluzione dei puzzle, normalmente non particolarmente ostici, diventa piuttosto difficoltosa senza un'adeguata comprensione della lingua, ma se avete comunque voglia di cimentarvi non avrete difficoltà a risolverli quasi tutti procedendo per tentativi. Non è il massimo ma meglio di niente.

Nelle opzioni è possibile attivare il commento al gioco del team. Interessante, ma spezza un po' troppo spesso il ritmo dell'avventura.

Wadjet Eye Games si conferma quindi maestro nel realizzare avventure avvincenti dal punto di vista narrativo e piacevoli da giocare. Non sono certamente difficili da portare a termine quindi se cercate qualcosa in stile "vecchia LucasArts" forse Unavowed non è il gioco a cui dovreste rivolgere la vostra attenzione. Sarebbe però un peccato perdersi questa piccola chicca, che potrebbe anche convincervi a recuperare i precedenti lavori di questo talentuoso team indie.

8 / 10