Uncharted 4: Fine di un Ladro - prova
Non chiamatelo open world.
Milano - Dopo i funesti rinvii dei mesi scorsi, l'arrivo di Uncharted 4: Fine di un Ladro sugli scaffali dei negozi è ormai questione di poche settimane. Negli ultimi giorni Sony ha voluto saziare la fame dei giocatori con una serie di filmati con i dietro le quinte dell'ultima produzione Naughty Dog, ma noi abbiamo avuto il piacere di provare con mano una nuova build ad un evento stampa nel cuore di Milano.
Ad accoglierci abbiamo trovato Arne Mayer, Community Specialist di Naughty Dog, che dopo averci dato il benvenuto ha cominciato a sviscerare nuovi dettagli sulla la storia del gioco. Questa volta Drake e company se la dovranno vedere con Henry Every, pirata di origine inglese attorno alla cui leggenda ruota una storia alquanto interessante.
Salpato nel 1694 come ufficiale del veliero Charles, dopo qualche tempo Every e parte dell'equipaggio decisero di ammutinarsi visto che non venivano pagati da diversi mesi, e successivamente ripartirono in cerca di fortuna verso le coste dell'oceano Indiano.
Durante il viaggio si coalizzò con altri pirati (cosa abbastanza rara in quei tempi) e creò una vera e propria flotta guidata dalla sua nave, rinominata per l'occasione 'Fancy'. Un assalto a dei velieri indiani gli fruttò 400 milioni di dollari, forse troppi per poter proseguire indisturbato senza una bella taglia sulla testa. Henry e il suo gruzzolo allora scomparvero nel nulla e la leggenda narra che il bottino sia sepolto in Madagascar.
Ed è proprio qui che comincia Uncharted 4, con Nate e il suo ritrovato fratello Sam in partenza per l'isola africana, accompagnati dall'inossidabile Victor Sullivan. I nostri però non se la spasseranno di certo, vuoi perché il fratello di Nathan è destinato a morire nel caso di mancato ritrovamento del bottino, vuoi perché sulle sue tracce vi sono anche i due cattivi del gioco: parliamo di Rafe Adler, cacciatore di tesori, e della sua 'collega' Nadine Ross, a capo della resistenza dei mercenari in Sud Africa.
Se da una parte l'intreccio narrativo promette di mettere la parola fine alla storia di Nate, sul lato del gameplay abbiamo assistito ad una buona dose di novità, che ora andremo ad analizzare nel dettaglio. Appena preso il DualShock 4 in mano ci siamo trovati nel bel mezzo delle aride colline del Madagascar a bordo di una jeep insieme a i nostri compagni d'avventura. Iniziamo così ad esplorare le zone circostanti alla ricerca di una strada, o forse sarebbe meglio dire un sentiero, che conduce ad un ponte che attraversa la valle in cui ci troviamo.
Pur non essendo un'area particolarmente ampia, la libertà concessa dal gioco è una vera boccata d'aria per la serie, con caverne da esplorare e segreti nascosti negli angoli più impensabili. Certo, non ci troviamo di fronte alla profondità delle tombe degli ultimi Tomb Raider ma gli sviluppatori promettono che gli sforzi compiuti nel cercare i tesori verranno ricompensati in diversi modi, uno dei quali è farsi un quadro più chiaro della storia grazie alle pagine del diario di Every.
Una volta oltrepassato il ponte (non senza qualche fatica), ed esplorata una nuova zona particolarmente apprezzata dai lemuri, arriviamo di fronte alla prima, decadente torre che contiene quello che sembra essere un indizio sulla prossima meta. Disegniamo sul diario il simbolo trovato sul pavimento e cerchiamo d'ingegnarci su come risalire la montagna di sassi e fango che si innalza davanti ai nostri occhi.
Dato che le quattro ruote motrici non sono sufficienti per superare l'ostacolo, con il tasto triangolo estraiamo la corda dalla parte anteriore della jeep, ci arrampichiamo sulla fatiscente struttura che abbiamo appena esplorato e una volta raggiunta la cima della collina leghiamo il gancio attorno ad un albero (sapientemente evidenziato con un icona).
Quello che ci ha stupito è l'ottima fisica ricreata durante queste situazioni: il trucco sta nel cercare di seguire i sassi conficcati nel terreno per non perdere aderenza, visto che il fango non fa altro che far slittare gli pneumatici. Dopo aver capito che anche la gravità non è un grosso problema, arriviamo nei pressi di una zona calda, sorvegliata da una dozzina di guardie, che includono anche dei simpatici cecchini.
Data la vastità della zona da perlustrare, i Naughty Dog hanno pensato di inserire un sistema di aggancio che marca la posizione dei nemici con un piccolo triangolino sopra le loro teste. Basta infatti premere L2 e L3 contemporaneamente mentre stiamo mirando per non perderli più di vista, oltre che per ottenere un altro piccolo vantaggio che potrà tornarci utile mentre cerchiamo di stenderli di soppiatto.
Uncharted 4 ha pescato infatti da The Last of Us un sistema stealth che non solo permette di abbassarci per nasconderci e camminare dietro muretti, ma anche di passare inosservati mentre attraversiamo zone con dell'erba particolarmente alta.
Quando siamo nei pressi di un nemico precedentemente contrassegnato, un piccolo rombo comparirà sopra di lui e comincerà a riempirsi nel caso inizi a nutrire dei sospetti sulla nostra presenza. Se l'indicatore si riempie la guardia comincerà a perlustrare l'area. Se e quando ci troverà, l'icona si colorerà dapprima di giallo e successivamente di rosso, momento in cui avvertirà gli eventuali alleati nei paraggi.
Le sparatorie allora non si risolveranno tutto nello stesso modo, come in passato, grazie ad una maggiore varietà nei controlli e soprattutto grazie a una maggiore scelta su come impostare un'imboscata.
Se questo ancora non vi basta, il già annunciato rampino permette di destreggiarsi in maniera efficace nel caso la situazione prenda un piega sbagliata. Non parliamo certo di dondolarci per aria come Spiderman, ma in un paio di occasioni siamo riusciti a sfuggire alla rabbia del nemico grazie al fido attrezzo in dotazione a Nathan. Anche i combattimenti corpo a corpo hanno pescato qualche animazione dall'avventura di Joel e Ellie, ma questo di certo non è un punto a sfavore.
Tornando alle sparatorie, i nostri compagni d'avventura non se ne staranno di certi seduti sulla jeep a guardare e anzi, ci aiuteranno durante i momenti di difficoltà. Durante la nostra prova abbiamo notato che l'intelligenza artificiale del vecchio Sully e di Sam è tutto sommato ben bilanciata, anche se come prevedibile raramente daranno il colpo di grazia.
Dopo aver fatto piazza pulita esploriamo per bene la torre da cima a fondo e successivamente torniamo a bordo del bolide alla ricerca del prossimo passo da fare e che ci conduce ad un nuovo ponte. Questa volta però il vecchio ammasso di legno cede durante la traversata.
Per fortuna non appena tornati con le gomme sull'erba, la nostra prima intuizione si rivela quella vincente: estraiamo il gancio, lo leghiamo attorno ai due pali che sorreggono la parte finale del ponte, e tirando la corda in retromarcia spezziamo le due colonne. Ora che ci siamo creati un percorso proseguiamo verso una prateria che conduce ai piedi di un vulcano.
In lontananza scrutiamo la presenza del nemico intento a risalire l'enorme montagna dov'è presente una nuova torre, e mano a mano che ci avviciniamo all'obiettivo, delle esplosioni ci portano a pensare che Nadine e i suoi scagnozzi abbiano trovato una maniera per entrare nel pericoloso vulcano. Proprio sul più bello però, l'addetto Sony che ci sorveglia con attenzione alle nostre spalle, ci fa segno che non è possibile proseguire e con un briciolo di tristezza posiamo cuffie e pad di fronte al televisore.
Prima che qualcuno si preoccupi, è bene precisare che Uncharted 4 non è assolutamente diventato un open world come Assassin's Creed, e da quanto abbiamo visto non ci troviamo di fronte nemmeno ad un titolo strutturato come il reboot di Tomb Raider. Nonostante la location esplorata sia un'unica, immensa distesa di erba, fango e montagne, ci sono alcuni punti da dove in teoria è impossibile tornare indietro dato che la jeep non sarebbe in grado di affrontare al contrario degli ostacoli superati. Usiamo il condizionale perché quella che abbiamo provato è solo una piccola porzione del gioco, e ci riserviamo di dare un giudizio definitivo solo quando avremo il codice finale tra le mani.
Poco da dire invece sul comparto tecnico, dove i Naughty Dog hanno sempre dato il massimo per spremere fino all'ultima goccia il processore della console. I modelli poligonali dei personaggi, così come le ambientazioni, sono realizzati con una cura quasi maniacale e il tutto si muove a 30 fotogrammi al secondo senza la minima incertezza. Confermiamo inoltre la presenza del doppiaggio in Italiano e delle storiche voci che accompagnano i protagonisti sin dal primo capitolo della serie.
Abbiamo poi notato una curiosità che sicuramente balzerà agli occhi di molti giocatori: a quanto pare sono stati eliminati i famosi appigli gialli che evidenziavano i punti dove Nate può arrampicarsi. A dire la verità non sappiamo se saranno presenti in altre circostanze ma considerando che abbiamo provato un codice praticamente completo, possiamo dire che in molte occasioni non ve ne sarà traccia.
Manca ormai poco più di un mese all'uscita di Uncharted 4: Fine di un Ladro, ma da quanto abbiamo provato e visto durante il nostro hands-on, le possibilità di trovarci di fronte all'ennesimo capolavoro dei Naughty Dog sono decisamente elevate.
Certo, ci sono molte cose che andranno analizzate solo in sede di recensione come il multiplayer, la longevità e le prestazioni generali. E soprattutto bisognerà capire quanto le sezioni a bordo della jeep saranno bilanciate con le sparatorie e le classiche fasi d'esplorazione.
Fino ad allora, portate ancora un po' di pazienza e magari ripassatevi i precedenti episodi per ingannare l'attesa: Nathan Drake sta per tornare un'ultima volta ed è più agguerrito che mai.