Uncharted Recensione: A rotta di collo!
Da Indiana Jones ai Pirati dei Caraibi, arriva un divertente film di avventura per “ragazzi cresciuti”.
Nel 2007 è approdato su Playstation il gioco Uncharted, sviluppato da Naughty Boy, magistrale prodotto d'intrattenimento dalle atmosfere leggere, con i personaggi impegnati nella ricerca di sempre nuovi mitici tesori in sempre nuovi esotici luoghi.
E indubbiamente "dinamico" è il film che ne è stato tratto, in uscita adesso su grande schermo, dimensione indispensabile per usufruire di prodotti che altrimenti potrebbero benissimo essere guardati dal divano di casa su un bel 50'.
Il lungometraggio viene definito una "origin story", che ci racconta da dove arrivano e come si sono incontrati i personaggi del gioco. Facciamo così la conoscenza di Nathan, presunto discendente di Sir Francis Drake, ancora minorenne, cresciuto in un orfanatrofio gestito da suore insieme all'amatissimo fratello maggiore Sam.
Per passione, per fuggire da un destino tristemente segnato, Sam lo coinvolge nelle sue avventure che sconfinano nell'illegalità. Il ragazzo infatti sarà arrestato mentre cerca di rubare la famosa mappa di Ferdinando Magellano, mitico esploratore/navigatore portoghese, da cui si poteva risalire al luogo dove si trovava il suo tesoro perduto da 500 anni.
Sam sparirà dalla vita di Nate, restando in contatto con lui solo attraverso una lunga catena di cartoline da vari luoghi del mondo. Divenuto un giovane uomo, Nate (Holland) è un allegro barista acrobatico incline a compiere qualche illegalità più per divertimento che per necessità. Finché nella sua vita non compare il misterioso Victor Sullivan (Wahlberg), palesemente un avventuriero e anche un po' infido (per i profani ma i giocatori sanno come stanno le cose), che lo induce a seguirlo in un'avventura che potrebbe portarlo a ricongiungersi con Sam.
Inizia così, come nei videogiochi e in tutti i film di questo genere, il percorso per arrivare alla meta, raccogliendo gli oggetti, decifrando gli indizi e schivando le azioni degli avversari, perché certo Sully e Nate non sono gli unici a caccia di un numero imprecisato di bauli carichi d'oro. Durante il percorso qualche alleanza si rivelerà problematica e qualche cattivo sarà più cattivo del previsto.
Questo Uncharted cinematografico è una storia avventurosa, nello stile dei tanti film su cacce al tesoro visti negli anni, con galeoni e forzieri ricolmi d'oro e agguati e inganni, da Indiana Jones (citato anche nel film stesso) a National Treasure, All'inseguimento della Pietra Verde, La Mummia, I Goonies, L'isola del tesoro e la serie dei Pirati dei Caraibi, oltre a Lara Croft, film tratto da un altro videogame di successo, con tanti enigmi da risolvere, codici da decifrare, trabocchetti da evitare, inseguimenti a rotta di collo e iperboliche fughe e combattimenti estremi.
Per i fan del videogioco si fanno balenare elementi/citazioni dei vari capitoli di Naughty Dog, e anche quanto Nathan Drake affronterà nei prossimi film, perché le due scene lungo i titoli di coda questo promettono.
La storia, scritta in origine da Amy Henning, è sviluppata per il grande schermo da Rafe Judkins, uno che di avventure se ne intende (Agents of S.H.I.E.L.D. e La ruota del tempo) e sviluppata da Art Marcum e Matt Holloway (già insieme per Iron Man, Punisher, Transformers-L'ultimo cavaliere) e diretta da Ruben Fleischer, a suo agio anche lui nelle storie movimentate (i due Zombieland, Gangster Squad, i due Venom).
Quanto al cast, Tom Holland, dall'irruenza frenetica e un po' disordinata che il ruolo richiede, si impegna atleticamente quasi più che in Spider-Man: si vede che si è allenato a fare cose acrobatiche e ha messo su un fisico assai scolpito. Quanto a espressività, non sono questi i film in cui sforzarsi troppo.
Anche Mark Wahlberg si adagia nel suo cliché di uomo forte e rotto a ogni esperienza, granitico fisicamente ma in fondo anche dotato di un cuore. Del resto, Uncharted è un buddy movie in cui uno dei due amici fa finta di essere un mentore mentre è sullo stesso livello del partner, e diventa una storia di formazione che farà crescere entrambi i personaggi.
Il villain è un elegante Antonio Banderas, convinto di essere il legale discendente di Magellano, coadiuvato da una guardia del corpo assai mercenaria, super-atletica e ovviamente spietata, che è Tati Gabrielle (le serie Le Terrificanti avventure di Sabrina, You), una con una discreta presenza. Ad aiutare i due, in un continuo susseguirsi di voltafaccia, è la più sbiadita Sophia Ali (i film Obbligo o Verità, Tutti Vogliono Qualcosa). In un breve cameo compare anche Nolan North, Nate nel videogame originale e voce in tantissimi altri.
Il tono generale è di grande leggerezza, di avventuroso disimpegno; i contrasti fra Nate e Sully si ricompongono in due battute, e quasi non si vede sangue nemmeno se si taglia la gola a qualcuno, il che rende Uncharted adatto anche ai più piccini.
E forse questa è la sensazione che il film trasmette, ossia di essere un prodotto che abbassa perfino il target dei videogiocatori, più adatto a dei ragazzini che agli adulti. Non che sia un male, del resto, passare un paio d'ore di evasione "ignorante" non uccidono nessuno.