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Underrail - recensione

Un RPG post-apocalittico old style... in metropolitana!

Il genere dei giochi di ruolo è particolarmente ancorato alle vecchie abitudini, e quindi è meno propenso a innovare in maniera decisa. D'altronde la formula della caratterizzazione (classi, razze...), progressione (livelli, skill) e utilizzo di oggetti ,è decisamente costitutiva del genere, sia su computer che su carta. Difficile quindi allontanarsi da questi principi basilari.

Per tale motivo portare un nuovo titolo nel genere e ottenere un buon successo non sembra essere un compito particolarmente complesso. Il recente Pillars of Eternity, un capolavoro acclamato dalla critica che riprende pedissequamente il gameplay e lo stile di Baldur's Gate (1998), ne è un esempio lampante.

Underrail compie un esercizio molto simile puntando però ancora più indietro a livello di retro-nostalgia. Si tratta infatti di un gioco di ruolo con visuale isometrica focalizzato su esplorazione e combattimento, dotato di un sistema a turni (e action point) e caratterizzato da una creazione del personaggio che ricorda Fallout (attributi di base, skill e abilità particolari).

Underrail ha un discreto potenziale in quanto a narrativa, peccato che venga sprecato con testi piatti e poco caratterizzati.

In Underrail assumerete il ruolo di un sopravvissuto all'apocalisse post-atomica che ha recentemente ottenuto l'accesso a una sorta di comunità esclusiva, una delle fazioni che occupano una vasta geografia di tunnel metropolitani (simile al mondo di Metro 2033 per intenderci). Personaggio singolo quindi, niente gruppo, narrativa, interazione con NPC, esplorazione e tanti combattimenti. Il tutto condito da un sistema di crafting, poteri psichici e una sezione inventariale molto ampia e ricca.

Sulla carta, Underrail ha tutto per fare molta gola agli appassionati di GdR (compreso il prezzo, meno di 15 euro): l'universo sembra interessante, lo stile accattivante e l'approccio "nostalgico" al genere è sempre un plus per chi apprezza questo tipo di titoli. Tuttavia, purtroppo, Underrail è uno di quei giochi la cui recensione non può relegare i difetti in un paragrafo alla fine perché, ahimé, i momenti frustranti e in generale fastidiosi sono più di quelli in cui ci siamo genuinamente divertiti.

Iniziamo dalla narrativa. La storia di Underrail è abbastanza classica per il genere, niente di incredibilmente originale, ma comunque sufficientemente interessante per invogliare a procedere; in linea con lo stile nostalgico, la storia viene raccontata esclusivamente attraverso dei testi che ci vengono proposti nei colloqui con gli NPC o nell'interazione con gli oggetti. Niente di male riguardo al medium (i testi), peccato che siano aridi e completamente privi di emozioni e sfumature; insomma è chiaro che si tratta di uno sforzo amatoriale. Se il problema può sembrare marginale, fidatevi, non lo è. L'immersione nel mondo di gioco è pressoché affidata a questi testi e se avete giocato titoli come Sunless Sea, potete capire come questo aspetto sia fondamentale.

Il sistema di crafting è molto potente e diversificato; anche grazie ad esso il gameplay risulta vario e sfidante.

La grafica è meramente funzionale (altro motivo per cui i testi sono fondamentali). Ciò vuol dire che la qualità è bassa e fa uso di sprite semplici e senza alcun valore artistico. Siamo sui livelli di titoli come Avernum. Lo stile retro-nostalgico è ben accetto ma qui bisogna chiamare le cose per quello che sono: se la grafica è di qualità bassa è lecito attendersi perlomeno uno sforzo artistico e/o creativo che possa aggiungere qualcosa all'atmosfera (che ne avrebbe tanto bisogno, come abbiamo visto sopra). Questo sforzo non c'è stato, e si è deciso di utilizzare uno sprite-set scialbo ed estremamente piatto.

A braccetto col problema estetico va quello dell'interfaccia. Anche qui l'onestà intellettuale è di rigore: se non si ha il budget per sfoggiare interfacce 'lussuose' è di rigore crearne di funzionali, che rendano l'esperienza di gioco intuitiva. Invece Underrail sfoggia bassa qualità anche nel design dell'interfaccia, come se dovesse abbinarsi alla scarsa qualità della grafica.

Inventario confusionario, font e sprite minuscoli, pochi tooltip e confusi, interazione con gli oggetti complessa e nessuna spiegazione. Il gioco offre un breve tutorial abbastanza esplicativo all'inizio del gioco e poi una schermata in cui si spiegano le interazioni di base, nient'altro. Insomma anche l'interfaccia ha un deciso sapore amatoriale.

Il comparto grafico, anche nelle locazioni meglio realizzate, è decisamente scialbo, tecnicamente e artisticamente.

Dove Underrail riesce a riscattarsi è nel gameplay. Le missioni sono sempre interessanti e i combattimenti, insieme col sistema di stealth, riescono sempre a offrire sfide in qualche modo intriganti e in grado di spingervi a giocare ancora qualche minuto. Il trucco qui sta nella difficoltà alta e nell'abbondanza di opzioni in mano al giocatore. Non c'è niente di semplice in Underrail e ogni decisione è fondamentale; sbagliare nella build del personaggio può essere fatale e anche commettere errori nella gestione dell'inventario può condurvi in un vicolo cieco in cui non avrete chance di proseguire se non caricando un vecchio salvataggio o ricominciando da capo.

Le opzioni abbondanti sono soprattutto nei combattimenti approcciabili diversamente (percorsi, stealth, armi, abilità); come detto, scordatevi le missioni banali e il grinding, in Underrail dovrete pensare e fare attenzione a ogni oggetto del vostro inventario e a ogni punto da spendere in skill e abilità. Questa è la natura old style di Underrail, che è anche la sua ancora di salvataggio. Se vi piacciono le sfide e odiate la recente moda della semplicità, Underrail è il gioco giusto per voi.

Questo livello di difficoltà è anche il motivo per cui Underrail è consigliabile soltanto ai giocatori più smaliziati e competitivi. La curva di difficoltà è praticamente inesistente ed è più simile a un muro verticale presente fin da subito: tornare alla creazione del personaggio o praticare la vecchia arte del "save scum" sono due must in cui vi imbatterete fin da subito. Una nota di merito infine va alla colonna sonora, ottima e non intrusiva ma in grado di aiutare un'atmosfera che si affida soltanto alla difficoltà per immergere il giocatore nella propria cupa narrativa.

Lo scenario generale in cui si svolge Underrail è un intrico di gallerie e ambienti sotterranei in cui l'umanità è ora costretta a vivere.

In definitiva Underrail è un prodotto estremamente particolare caratterizzato da tanti problemi qualitativi ma anche da un gameplay in grado di catturare i giocatori più hardcore facendo rivivere loro i tempi in cui i CRPG erano una sfida veramente probante. Se siete tra questi giocatori, aggiungete un punto al voto; se invece vi riconoscete più in esperienze rilassanti e completamente prive di frustrazione, toglietene pure un paio.

6 / 10
Avatar di Davide Pessach
Davide Pessach: Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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