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Unplugged Recensione: L'evoluzione virtuale di Guitar Hero prende vita

“Il rock non eliminerà i tuoi problemi ma ti permetterà di ballarci sopra“.

Siamo onesti, chi di voi non si è mai lasciato andare, nella solitudine di casa, ad un assolo immaginario sulla propria canzone preferita imbracciando la scopa emulando la chitarra o cantare a squarciagola stringendo un telecomando? Se siete orfani di esperienze alla Guitar Hero ma possessori di un Oculus Quest 2 è arrivato il momento per voi di tornare sul palco per estasiare il pubblico con le vostre abilità.

Vertigo Games e Anotherway hanno di fatto confezionato l'evoluzione virtuale della serie iconica pubblicata da Activision negli anni 2000, abbandonando la chitarra fisica e utilizzando semplicemente il movimento delle mani. Unplugged, oltre a riportare un po' di rock nelle nostre giornate è uno dei primi giochi ad abbandonare completamente i controller di Oculus per essere giocato.

Una scelta coraggiosa e che finora non ha ripagato nel migliore dei modi gli sviluppatori che hanno deciso di intraprendere questa strada, complice anche un limite tecnico che Oculus su cui deve ancora alacremente lavorare sul riconoscimento dei movimenti. Nonostante il posizionamento delle telecamere ai quattro angoli del visore, nelle precedenti produzioni era palpabile il ritardo con cui i gesti venissero replicati in gioco.

Unplugged metterà a dura prova i vostri riflessi, imponendo ritmi serrati per poter portare a casa il punteggio migliore

Unplugged riesce invece in qualche modo a scrollarsi questo problema di dosso grazie alla semplicità di utilizzo con cui si presenta per limare questo insidioso ostacolo che avrebbe reso ingiocabile il titolo anche a difficoltà più basse. Ed è proprio da qui che inizieremo a parlarvi nel dettaglio di questo ritorno sulle scene del rock.

Ad attendervi all'avvio di Unplugged troverete un sostanzioso tutorial sostenuto da un personaggio d'eccellenza, il chitarrista degli Steel Panther, Satchel, pronto ad insegnarci come dominare le scene. La prima cosa che imparerete dopo aver delineato un'area di gioco sicura e aver calibrato l'inquadratura in modo che le vostre mani siano visibile dalle telecamere è come imbracciare la vostra immaginaria chitarra. Con una mano sulle corde ed una sul plettro siete dunque pronti a far uscire la prime note dalla vostra immaginaria compagna.

Nonostante la più che gradita libertà di muovere le mani senza dover stringere un controller, questo punto a favore si scontra con la comodità di utilizzo. Dovendo per forza di cose inquadrare le due mani contemporaneamente la postura da tenere può risultare scomoda e ci vorranno più di qualche minuto per trovare quella giusta sia per le telecamere che per voi. Inoltre questo comporta tenere la testa inclinata verso il basso, e dopo poco tempo in gioco sentirete il peso del visore crearvi qualche fastidio al collo. Anche se non siete soggetti a dolori cervicali e lombari di frequente, Unplugged vi metterà a dura prova ed è estremamente consigliato prendersi una pausa più spesso rispetto a qualsiasi altro titolo VR recente.

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Tralasciando i problemi fisici in cui potrete imbattervi con una lunga sessione di gioco, l'immersività di cui godrete è sicuramente uno dei punti di forza di questo prodotto, merito di una track list ben studiata e che sicuramente incontra i favori degli amanti del genere. Ci siamo divertiti ad interpretare Are you gonna be my girl, Should I stay or should i go e My Sharona davanti ad un pubblico virtuale pronto ad amarci come a fischiarci o lanciarci oggetti addosso. Unplugged offre infatti la possibilità di gettarvi subito in pasto alla critica di fan o cercare di percorrere una sorta di campagna che sblocca progressivamente canzoni di difficoltà maggiori, nuovi scenari e attrezzatura.

Ovviamente, a meno che non abbiate delle conoscenze già approfondite di chitarra o basso, è altamente sconsigliato partire al massimo. Vi consigliamo di restare umili nonostante la bramosia di fama che può scorrere nelle vostre vene, cominciando dalle basi per prendere dimestichezza con i comandi di gioco ed il tempismo che impongono. Lo stacco con Guitar Hero, nonostante sia in tutto e per tutto un suo stretto gemello, è abissale, ed adesso non potrete più fare affidamento sui cinque tasti colorati posizionati sulla plastica. In Unplugged dovrete muovere costantemente la posizione delle dita in quattro altezze diverse stando bene attenti alle vibrazioni delle corde per riconoscere quando dovrete muovere il plettro e quando è richiesto un vibrato. Lo ammettiamo, l'inizio non è dei più facili e ci siamo guadagnati qualche pomodoro più che giustamente facendo stridere i timpani del pubblico virtuale. Ma una volta presa dimestichezza il coinvolgimento e la voglia di scalare le difficoltà si fa davvero prepotente ed inanellare i giusti comandi ci ha dato non poche soddisfazioni.

Dopo un esaustivo tutorial sarete pronti per intraprendere la scalata all'olimpo del rock.

Il comparto sonoro è molto curato, complice anche una buona risoluzione del Quest 2 che con gli altoparlanti posizionati all'altezza dell'orecchio rendono l'esperienza davvero elettrizzante che può divenire ancora migliore se userete delle buone cuffie da collegare al visore. Rimane però poco ampia la selezione di brani disponibile, al momento poco più di 20, una scelta che sembra strizzare l'occhio ad un futuro lastricato di DLC a pagamento con nuove band e canzoni che andranno a rimpolpare la scaletta.

Ad arricchire l'esperienza vi sono piccoli eventi durante l'esecuzione di un brano come i power up, dei pop up che compariranno in scena da colpire con il manico della chitarra e mini giochi come accordare lo strumento velocemente.

In conclusione, Unplugged è un gioco molto divertente che saprà senza alcun dubbio conquistare i fan del genere rimasti senza un riferimento dopo Guitar Hero Live. I limiti fisici che questo prodotto impone però sono evidenti e non da poco, escludendo in prima battuta il poterlo giocare seduti. Seppur vero che le rock star devono conquistare il palco e non poltrire su di una comoda poltrona, farlo con un visore che sollecita enormemente i muscoli del collo, alla lunga non è affatto piacevole.

7 / 10