Valheim - prova
Vivere come un vichingo non è mai stato così divertente!
Valheim arriva sui nostri schermi come un fulmine a ciel sereno, come uno di quei giochi che non ti aspetti, che parte in sordina e che poi il mondo dei videogiocatori, con un tam tam di comunicazioni, telefoni senza fili e tamburi di guerra misti a segnali di fumo, fa diventare famoso.
"Hai visto quel nuovo gioco? Valheim?". "No mai sentito, com'è?". Ed è così che comincia una potenziale assuefazione che fa perdere il concetto di spazio e tempo. S'inizia con un paio di video, per capire di cosa si parli, poi si passare in tempi brevi a come costruire interi villaggi. Non ci sono vie di mezzo.
Valheim fa parte del genere "survival-builder", genere consolidato da titoli come Ark: Survival Evolved, Rust, Green Hell e Conan Exile, giusto per citarne alcuni. Le premesse sono bene o male le solite: Odino ha richiesto il nostro aiuto per sconfiggere creature leggendarie nel mondo di Valheim, il decimo dei reami della mitologia nordica, una specie di purgatorio.
Dopo essere stati trasportati da una valchiria, ci troviamo soli, vestiti con stracci. Le nostre conoscenze da mortale si perdono col nostro passaggio nell'aldilà. Ma fin dall'inizio tutto sembra tornarci alla mente. Raccogliere un sasso o un ramo di legno ci ricorda come costruire strumenti rudimentali per la nostra sopravvivenza.
Valheim si basa molto sul binomio esplorazione-conoscenza; più tempo spendiamo con la prima, più ricette e oggetti sblocchiamo, passando dal prendere a pugni un albero per ottenere legname all'usare asce di materiali sempre più resistenti per ottimizzare il nostro lavoro.
Un corvo spedito da Odino ci fa da tutorial, mostrandoci la via di una progressione semi-lineare per la nostra sopravvivenza; trovare fonti di cibo infatti diventa la nostra priorità e se dal principio lamponi e funghi ci mantengono in vita, presto dobbiamo passare a qualcosa di più sostanzioso, come carne di cinghiale o cervo.
Per fare ciò dobbiamo costruire un falò e uno spiedo per la carne. Come novelli Bear Grills ci sediamo davanti al focolare, per riscaldarci. D'un tratto però ecco un lampo nel cielo, seguito da un suono roboante. Un temporale ci colpisce nel mezzo del nostro ristoro, spegnendo il fuoco e lasciandoci con un pasto incompleto. Ci serve un riparo e le ore passate su Minecraft ci permettono di costruire un rudimentale 2x2 con un tetto sulla testa.
Riaccendiamo il fuoco al riparo del nostro rifugio e, dopo qualche istante, invece di migliorare le cose peggiorano. Il nostro alter ego nordico comincia a subire danni per poi inevitabilmente morire. Con grande stupore cerchiamo di capire il perché. Risultato? Morte per asfissia dovuta alla mancanza di ventilazione nella nostra casetta con un fuoco all'interno.
Valheim è uno di quei giochi in cui il realismo va di pari passo con la suspension of disbelief; certo è normale prendere a pugni un albero per abbatterlo e raccoglierne il legno, ma se il tronco cade sulla nostra testa è morte istantanea (e preparatevi a numerose morti di questo tipo).
Finalmente la tempesta passa e il sole mattutino illumina splendidamente la nostra vallata. La nostra missione primaria quindi diventa la costruzione di uno spazio abitabile funzionale ma ancora una volta Valheim ci prende a pugni col realismo. Costruire un tetto diventa una missione da ingegneri, con progettazione degna del Bauhaus, con travi di supporto a 45 gradi per il tetto, unite a travi interne per garantire stabilità. Senza dimenticare ovviamente un camino per i fumi del nostro falò, un'impresa che dura l'intero giorno.
Arriva la notte e finalmente, al caldo del nostro focolare, possiamo cucinare un pasto e ricuperare vita e resistenza. Ma la stamina è il nostro peggior nemico: l'intero sistema di crafting e combattimento è basato su questa caratteristica e, specialmente il combattimento, ricorda una versione assai semplificata di quello visto nei vari Soulslike.
Parare un attacco col nostro scudo col tempismo giusto ci permette di stordire il nostro nemico e colpirlo successivamente con danno incrementato, ma ogni parata usa stamina, rendendo un'eventuale fuga un'impresa senza adeguate pozioni rigenerative. È inoltre possibile effettuare uccisioni in stealth mode, specialmente se vogliamo ottenere pelli di cervo, o se vogliamo evitare di attirare l'attenzione di gruppi di nemici e passare inosservati.
La componente RPG del gioco inoltre è ben strutturata: tutte le nostre abilità partono da zero e vengono incrementate con l'uso. Correre spesso, saltare e usare l'ascia aumentano il nostro punteggio, rendendoci più efficienti e permettendoci di affrontare i vari biome di Valheim con i pericoli associati in "tranquillità".
Raggiunto finalmente un livello decente di equipaggiamento possiamo affrontare il primo boss del gioco, Eikthyr, il cervo dei fulmini, in una battaglia epica con musica metal nelle orecchie, che sembra stranamente non troppo complicato, con attacchi facilmente evitabili. Valheim svolge un ottimo lavoro nel mostrarci qualcosa di facile dandoci la certezza che tutto sarà esponenzialmente più complicato, ma senza picchi di difficoltà.
Ma Valheim è un subdolo bugiardo e la seconda area da esplorare (e il secondo boss) ci fa capire rapidamente che abbiamo sbagliato a giudicarlo benevolmente. Tutto diventa più difficile, più letale. Nessuno infatti ci aveva preparato al nostro primo incontro con il Troll della foresta. Non c'è cosa più terrorizzante di un energumeno blu alto quanto una casa che ci insegue con un tronco d'albero per arma mentre noi finiamo la stamina scappando. Ma è stato comunque eccitante, sorprendente. Aggettivi questi che si possono tranquillamente applicare all'intero gioco.
Valheim è davvero una sorpresa. Graficamente le texture sono pixellate, un mix tra Minecraft vanilla e un gioco per la PS1, ma stupisce nella visione d'insieme con effetti luce e riflessi che fanno pensare a titoli tripla A, specialmente considerando che l'intero software pesa circa 1GB una volta installato.
Valheim ha una grafica rilassante, che unita ad una colonna sonora pressoché perfetta, rende questo survival quasi un ASMR. Sicuramente è un gioco che fa perdere, o meglio spendere ore ed ore abbattendo alberi, cucinando, e costruendo un villaggio. Anche l'esperienza marittima è un qualcosa che potrei definire zen, in solitaria o in gruppo con navi più grandi.
La mappa, generata in maniera procedurale da una stringa di caratteri alfanumerici (con un totale di 63^10 combinazioni possibili), è enorme e permette di aggiungere una legenda per ricordare la posizione di un nodo di rame, un dungeon o una zona particolare da esplorare. Il gioco può essere fruito in solitaria, in un server hostato in locale o tramite servizi a pagamento, con un cap di 10 giocatori loggati allo stesso tempo.
Con le vendite che hanno superato i 2 milioni nelle prime due settimane di early access, e i picchi di utenti su steam che superano GTA 5 e Team Fortress, Valheim sicuramente un gioco è da tenere d'occhio e può diventare veramente la sorpresa videoludica di quest'anno.