Valiant Hearts: The Great War - prova
Ubisoft ci porta al fronte.
Milano - Dopo il bellissimo Child of Light, Ubisoft si rimette al lavoro con l'UbiArt Framework per portare sulle console di nuova e vecchia generazione, più l'immancabile PC, una nuova avventura, che va a pescare storie e tematiche della Prima Guerra Mondiale e le reinventa sotto forma di un'avventura grafica dal sapore moderno, con qualche sprazzo di rhythm'n game e di gioco d'azione.
In questo caso non seguiremo le gesta di un unico soldato, magari nerboruto e molto arrabbiato, ma vivremo la storia di quattro persone normali, la cui vita è stata in qualche modo stravolta dalla guerra.
Abbiamo Emile, un vecchio fattore, che viene strappato dall'affetto di sua figlia e dalla sua terra per essere gettato al fronte a difendere il suo paese. E poi c'è Karl, suo cognato, rispedito con la forza in Germania perché diventato improvvisamente un nemico.
Freddie è invece un americano che per qualche oscuro motivo si è arruolato nell'esercito francese e combatte con foga i tedeschi. Infine c'è Anna, un'infermiera, che seguendo la propria vocazione si reca al fronte ad aiutare moribondi e feriti. A fare da collante tra tutte queste persone c'è anche il simpatico Walt, un pastore tedesco talmente in gamba che Rex al suo confronto sembra Dudù.
Ovviamente le storie di queste quattro persone si intrecceranno presto in maniera indissolubile andando a dipingere un affresco della guerra un po' meno banale e standardizzato di quello offerto dallo sparatutto di turno.
"Non seguiremo le gesta di un unico soldato nerboruto, ma vivremo la storia di quattro persone normali"
Questo senza esagerare coi toni cupi o le atmosfere opprimenti, ma anzi lasciandosi andare a qualche divertente divagazione, magari sulle note delle più famose canzoni del tempo.
Grazie a questi cambi di tono, ma anche a quelli di ritmo, gli sviluppatori hanno messo in piedi un'avventura divertente, che si lascia giocare piacevolmente. Lo stile e il gameplay potrebbero ricordare quello di The Cave, divertente avventura dei Double Fine, un gioco nel quale gli enigmi non sono più legati ad un vastissimo inventario con tanti oggetti da combinare tra di loro nella maniera più originale possibile, come nei giochi della compianta LucasFilm, ma sono basati più sulla capacità del giocatore di individuare gli oggetti nascosti per i livelli ed utilizzarli nella giusta sequenza.
A volte dovrete trovare la chiave inglese necessaria ad abbassare il crick che tiene bloccata una macchina, altre dovrete spostare un armadio per trovare le scale nascoste dietro.
Dopo l'introduzione di Walt gli enigmi e i puzzle acquisiscono un'ulteriore strato, dato che sarà possibile impartire al cane dei semplici comandi che vi consentiranno di procedere lungo l'avventura.
"Artisticamente, il gioco ha carattere da vendere"
Il cagnolone, infatti, potrà intrufolarsi all'interno di stretti pertugi per raggiungere zone altrimenti inaccessibili, o potrà tirare delle leve o muovere degli oggetti mentre il protagonista sarà impegnato in altri punti della mappa. Walt potrà persino distrarre i soldati nemici in modo da consentire, nelle brevi fasi stealth, di muoversi inosservati.
Altri intermezzi sono rappresentati da alcuni rhythm'n game in stile Guitar Hero o alcune fughe in macchina in stile arcade anni '90.
Dal punto di vista 'ludico' il gioco non è complesso, anzi, Valiant Hearts: The Great War si propone come un'altra esperienza, similmente a Child of Light, adatta a tutta la famiglia, anche grazie ai generosi check point e ai suggerimenti che si possono sbloccare nel caso in cui si rimanga impantanati da qualche parte.
Tutti suggerimenti che si possono limitare nelle opzioni selezionando la modalità 'hardcore', ma abbiamo come l'impressione che se qualcuno cerca questo genere di esperienza nel prodotto di Ubisoft è un po' fuori strada.
"Un affresco della guerra un po' meno banale e standardizzato del solito"
Perché il fulcro di tutto è da ricercare nelle atmosfere, nella storia romantica, nella capacità di raccontare fatti drammatici, ma con un piglio leggero e un sano ottimismo di fondo.
Artisticamente il gioco ha carattere da vendere. L'UbiArt Framework riesce anche in questo caso a dare agli artisti di Ubisoft gli strumenti giusti per dipingere un affresco originale e riconoscibile, una sorta di fumetto in movimento con tratti marcati e colori uniformi.
Il risultato è molto piacevole e funzionale, tanto che durante i dialoghi e le scene di intermezzo non viene cambiato il registro e bastano pochi balloon per far passare lo scambio di battute.
Un narratore esterno, doppiato completamente in italiano, e un ottimo accompagnamento musicale, che spazia da brani originali a riarrangiamenti di alcuni classici del tempo, completano un quadro di assoluto rilievo, soprattutto per una produzione digitale.
Il prossimo 25 giugno, quindi, i possessori di PC, Xbox 360, XboxOne, PS3 e PS4 potrebbero ritrovarsi tra la mani una nuova interessante proposta con la quale smaltire la sbornia post E3.