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Vanquish

Il nuovo shooter di Platinum Games, tra God Hand e Resident Evil.

Non so voi ma quando sento nominare i Platinum Games, ex Clover Studios, mi viene prima di tutto in mente un solo maestoso, indimenticabile gioco: Okami. Anche soltanto per quella meravigliosa poesia digitale, Kamiya, Mikami e gli altri talenti del team avrebbero guadagnato un posto nel mio cuore e memoria imperitura nell’olimpo del grandi, senza scomodare piccole perle quali Viewtifull Joe e God Hand, o le recenti produzioni tipo Infinite Space, Madworld e Bayonetta.

Shinji Mikami, più di tutti, ha dimostrato una versatilità inesauribile. D’altronde stiamo pur sempre parlando di una figura “più o meno centrale” in titoli del calibro di Resident Evil, Dino Crysis, Steel Battallion, Killer 7 (sì, c’era anche alle spalle di Suda51), Phoenix Wright e Devil May Cry, che non sono proprio noccioline, ne converrete.

Adesso Mikami si è imbarcato in una nuova avventura dal sapore squisitamente sci-fi denominata Vanquish. Se avete dato un’occhiata al primo trailer mostrato nella nostra EGTV, vi sarete già fatti un’idea del tipo di atmosfera che il gioco intende offrire.

Uno shooter veloce e acrobatico, dichiara Mikami. L’effetto blur di questa immagine sembra confermare in pieno le sue parole.

Le similitudini estetiche e rimandi ad altri titoli sono in effetti abbastanza evidenti. Prendiamo pure un Halo a caso, ma i più smaliziati non hanno fatto fatica a riconoscere qualche venatura relativa a P.N. 03, lo sfortunato titolo GameCube firmato proprio da Mikami che, se non altro, mostrò al mondo uno dei fondoschiena digitali più belli di sempre, con buona pace della streghetta.

Il paragone non è certo campato in aria: entrambi i giochi sono essenzialmente degli shooter in terza persona, godono entrambi di un’ambientazione futuristica e i relativi protagonisti indossano delle nano-tute bianchissime e letali che consentono loro di affettare nemici come un grissino con il tonno Rio Mare.

Mikami si mostra però categorico nel smentire qualsiasi legame di parentela: “Questo è in realtà il primo gioco che faccio da quattro anni. Volevo creare uno shooter ma non uno shooter standard. Ciò che avevo in mente era creare qualcosa di più veloce e acrobatico rispetto ai titoli presenti oggi sul mercato”.