Skip to main content

Vent'anni di Mega Drive

Lode a te, vecchia roccia.

Complici anche i ritardi e i rapporti un po'compromessi con alcuni sviluppatori, persino il tanto atteso Super NES dovette combattere intensamente per riuscire a spodestare il Mega Drive dalla sua posizione di dominio. E ad ogni mossa di N, Sega rispose con abili contro-mosse di marketing per mantenersi costantemente un passo più avanti della casa di Kyoto: quando Nintendo lanciò il suo nuovo Mario, Sega fece crollare il prezzo della console vendendola di fatto al prezzo di costo (con tanto di Sonic in bundle), e così il Mega Drive si diffuse come un meraviglioso virus per l'Europa e il Sud America. E persino il Master System godette di luce riflessa, grazie alle conversioni downgradate di giochi Mega Drive destinate ai possessori dell'8-bit Sega.

Purtroppo però in seguito alcune strategie decisamente errate parte corporate, troppo focalizzata sull'hardware rispetto al software, il Mega Drive andò incontro ad un destino non propriamente glorioso. A furia di restyling, periferiche inutili e add-on insensati, il sistema smarrì a lungo andare la sua verve, fino a diventare addirittura una sorta di amalgama di componenti indefinita e repulsiva. Sia il Mega CD che il 32-X erano sulla carta idee sensate e ragionavoli, pensate per prolungare il ciclo di vita del Mega Drive quando lo SNES lo superò a livello tecnico, eppure tutta questa enfasi sull'hardware (oltretutto con i vari progetti Mars, Jupiter e Saturn in discussione presso i reparti Ricerca & Sviluppo di Sega...) finì per far dimenticare la basilare importanza del software che doveva sostenere queste periferiche. E vista la paurosa mancanza di giochi di qualità, i due accessori ebbero breve esistenza.

Sega imperversò allora nella pessima abitudine che più avanti l'avrebbe costretta ad abbandonare il mercato hardware: invece di concentrarsi nuovamente sull'ancora popolare Mega Drive, continuando a realizzare i capolavori che avevano spinto la console in vetta, pensò che altri add-on e ulteriori migliorie tecniche fossero la risposta giusta. E così mentre si diffondevano rumor sempre più concreti a proposito del Saturn, si avventurò in una serie di avventati redesign che succhiarono le ultime gocce di linfa vitale rimaste alla macchina. Il Mega Drive venne imbastardito senza successo alcuno, e venne presto dimenticato con l'arrivo del suo successore a 32-bit.

A dispetto dello chassis rinnovato e di qualche marginale cambiamento tecnico, la tecnologia base del Mega Drive II rimaneva la stessa dell'originale.

Nel 1987, quando Sega stava ancora progettando il Mega Drive, la compagnia brasiliana nota come TecToy venne fondata per costruire giocattoli elettronici per il Sud America. Si firmò un accordo per farla diventare la rappresentante locale di Sega e col tempo TecToy ottenne il permesso di costruire l'hardware per rifornire le varie regioni. E visto che quella fetta di globo era stata quasi totalmente ignorata dall'industria videoludica, il Master System e il Mega Drive conobbero una popolarità senza precedenti, al punto che TecToy vende tutt'ora variazioni dell'hardware originale.

E non è l'unica. La cultura di revival del retrogaming affermatasi in questo inizio di millennio ha contribuito a ridare gloria al Mega Drive. I giochi Plug&Play hanno riportato Sonic e compagnia sui nostri schermi, e appassionati team di programmatori homebrew hanno investito ampie risorse nella celebrazione di franchise come Streets Of Rage. Persino l'acerrima rivale di un tempo, Nintendo, oggi si serve dei capolavori a 16 bit di Sega per dare prestigio al suo catalogo di titoli scaricabili online. Per non parlare delle versioni portable della console, finalmente in grado di esprimere il loro potenziale a più di dieci anni dal fallimento del Nomad.

In questo 20° compleanno ci ritroviamo in un universo videoludico radicalmente cambiato, eppure il Mega Drive rimane innegabilmente una delle basi più solide della moderna industria. Parliamo infatti di una console che ha saputo guadagnarsi il suo posto bella storia tanto per meriti lusinghieri quanto per marchiani errori: le sue vicissitudini hardware saranno pure venate di assurdo, eppure non è certo un caso che alcuni dei picchi del gaming a 16 bit siano nati dalla sua architettura. E allora buon compleanno vecchio guerriero Sega!!