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Victory: The Age of Racing

Il made in Italy scende in pista.

Il sistema riconosce in che punto del tracciato siete, se state affrontando una curva o siete lanciati in rettilineo, e regola la sensibilità di conseguenza, mixando il tutto con impercettibili aiuti alla guida per bilanciare l'esperienza di gioco con coloro che invece si avvalgono di mouse e pad. Il sistema è tanto efficace che ho ottenuto i miei tempi migliori con la tastiera piuttosto che col pad.

Passiamo ora alle sensazioni di guida: come gira questo Victory? Beh, considerando che ci troviamo di fronte a un gioco free to play dall'ispirazione casual, Victory: the Age of Racing poggia su basi simulative degne di un prodotto che potreste trovare sugli scaffali.

Sarà che i Vae Victis vengono da un terra dove si sale prima sul kart che sul seggiolone, sarà perché hanno intuito che casual non fa assolutamente rima con semplice o forse perché dietro c'è Stefano Casillo, già creatore di netKar, simulatore automobilistico tra i più rinomati della Rete, fatto sta che il modello di guida è realistico e la macchina reagisce in maniera convincente alle regolazioni e alle sollecitazioni del tracciato, senza ovviamente arrivare agli estremismi di una simulazione dura e pura.

Per esigenze di gameplay non sono presenti i danni alle macchine e le collisioni sono più che altro dei rallentamenti, per evitare che venga meno il divertimento e si creino distacchi eccessivi. Un'altra "licenza poetica" è l'effetto scia, più accentuato rispetto alla realtà, che dà un temporaneo incremento di velocità agli inseguitori e obbliga coloro nelle prime posizioni a guardarsi sempre le spalle.

Il risultato di questo mix tra simulazione e arcade è un titolo estremamente divertente, che fa di tutto per farvi giocare senza troppi tempi morti, una gara dopo l'altra, finché non vi rendete conto che ci avete passato due ore. Ricordiamoci che stiamo parlando di un prodotto che non è neppure in fase beta e che nel corso del tempo aumenterà i suoi contenuti.

Non ne parlano ancora ufficialmente ma quasi sicuramente gli sviluppatori hanno previsto almeno un'altra classe di auto, campionati off-road e una modalità off-line per accontentare coloro che vogliono "expare" senza dover per forza gareggiare contro avversari umani. A tal proposito ho avuto una piccola anticipazione dell'intelligenza artificiale che comanderà i piloti gestiti dal computer: diciamo solo che vedere veicoli che si sportellano, simulano errori di guida e non si limitano a fare il "trenino", fa ben sperare per un eventuale sviluppo di Victory come gioco single player. Stiamo parlando però di un futuro lontano mesi, in quanto prima il prodotto deve entrare in beta fra circa tre settimane e poi, fra un mese o due, sbarcare negli Stati Uniti e quindi nel resto del mondo.

Concludendo, siamo di fronte a un prodotto molto valido realizzato da uno sviluppatore italiano, i Vae Victis, che hanno costruito un organico serio, capace di dare spazio a giovani talenti impegnati nello sviluppo pluriennale di un titolo dal respiro internazionale.

Spiace però notare che all'invito dei ragazzi di Cesena a visitare i loro studi abbiano risposto solo in due, ovvero noi e un altro sito aperto da poco, e che pochissimi altri si siano mostrati interessati al progetto.

Un fatto, questo, che purtroppo dimostra che i problemi della scena nostrana non dipendono solo delle banche che non erogano finanziamenti o da un mercato dalle ridotte dimensioni ma anche da chi scrive. Perché se quando c'è da dare il meritato spazio a un prodotto italiano tutti hanno di meglio da fare, allora c'è qualcosa che va cambiato.