Aero Porter - review
Ecco che fine fanno i nostri bagagli!
I videogame ci hanno abituati a farci vivere avventure fantastiche, conoscere personaggi memorabili ed esplorare terre misteriose. La raccolta di giochi prodotti da Level 5 per Nintendo 3DS, conosciuta in Oriente con il nome di Guild 01, già da sola offre un buon esempio con lo shooter futuristico di Suda51, Liberation Maiden, dove una ragazzina diventa presidente del Giappone e lo difende guidando un robot, o con il più tradizionale Crimson Shroud, che da buon gioco di ruolo ci accompagna per mondi fantasy.
A fare da eccezione che conferma la regola è però l'ultimo pezzo del terzetto facente parte della sopracitata raccolta, che è riuscito a giungere nell'eShop europeo (dato che Rental Bukiya de Omasse è rimasto esclusiva giapponese), ossia Aero Porter.
In questo gioco interpreteremo un anonimo protagonista che nella vita fa l'operaio e ogni mattina va a lavorare seguendo i suoi prestabiliti turni. Ma non è un lavoro in cui si gioca, perché le responsabilità sono alte. Sotto la guida del superiore Bob Saito, il quale darà di tanto in tanto qualche suggerimento e introdurrà con l'andare del tempo ogni tassello del lavoro, saremo chiamati a smistare i bagagli in un aeroporto.
Attraverso i diversi nastri trasportatori, ognuno corrispondente ad un imbarco, dovremo caricare gli aerei con i bagagli del colore corrispondente entro il tempo limite stabilito da ogni velivolo: non sono infatti contemplati ritardi. Per spostare le valige una volta che i passeggeri hanno effettuato il check-in, si dovranno usare i tasti dorsali della console portatile Nintendo: tramite la pressione di R faremo abbassare i nastri verso quello sottostate, mentre premendo L faremo scendere il nastro superiore in modo tale da raccogliere dal basso la merce.
Il fattore che va a complicare il tutto è che i tappeti si muovono contemporaneamente assecondando il nostro input, e quindi non sarà possibile gestirli in maniera autonoma per smistare al meglio i bagagli. Nelle prime fasi di gioco si dovrà operare solo su quattro linee ma ben presto l'aeroporto crescerà di importanza e sarà costretto ad ampliare le capacità con nuovi nastri trasportatori, raggiungendo fino a un massimo di sette.
"Il fattore che va a complicare il tutto è che i tappeti si muovono contemporaneamente assecondando il nostro input"
Il bello di un lavoro ordinario è però l'imprevedibilità degli eventi. Gli elementi di disturbo, o meglio quelli che movimentano un po' le giornate, possono essere tanti in Aero Porter: sindaci che pretendono l'imbarco prima di chiunque altro, pacchi bomba da mandare via il prima possibile, bagagli che per questioni di sicurezza sono di un colore ma devono partire con l'aereo corrispondente alla piccola targhetta che espongono, passando per passeggeri che fanno un cambio riversando i propri bagagli da un punto diverso dal check-in, fino ad alcune merci speciali che devono essere gestite con il giroscopio oppure rivelate soffiando nel microfono.
La varietà di questi eventi è buona, visto che ad alcuni più basilari se ne affiancano altri particolarmente originali; quando appaiono necessitano di maggiore attenzione rispetto all'andamento ordinario, mettendo grande apprensione nel giocatore, anche perché la buona riuscita di alcuni di questi può portare all'avanzamento di livello dell'aeroporto, oppure al contrario ad un game over immediato.
Con l'andare dei giorni, come accennavamo in precedenza, verranno introdotti man mano i diversi elementi gestibili dal giocatore e ideati Yutaka Saito, designer celebre per titoli del calibro di SimTower. Si dovrà ad esempio tenere sotto controllo il quantitativo di carburante residuo nel generatore che gestisce l'impianto, dato che sarà possibile ordinare una ricarica o nel frattempo spegnere le luci, perdendo però una piena comprensione dei colori, oppure rallentare (o all'occorrenza accelerare) l'andamento dei nastri.
Nel caso si sia di fretta è possibile velocizzare lo spostamento delle braccia meccaniche che movimentano i nastri oppure stoppare momentaneamente i check-in. Le cose da tenere sott'occhio in continuazione non sono certo poche, portando il titolo Vivarium nel giro di poche giornate lavorative ad una soglia tra la difficoltà estrema e la frustrazione andante. In generale però la sensazione non è mai di soddisfazione anche quando si riescono a portare a termine tutte le richieste; piuttosto essa è di rabbia verso l'ideatore di un sistema così malvagio verso il giocatore.
Inoltre, all'infuori della modalità principale c'è solamente la possibilità di gestire un hangar, dove troveremo gli aerei sbloccati e potremo modificarli a nostro piacere per poi scambiarli tramite StreetPass. Niente di più.
"Aero Porter non è di certo per tutti, visto che può indurre a noia e frustrazione in poco tempo"
Sul lato tecnico Aero Porter fa uso di una grafica minimalista e snella che vede solo i nastri, i bagagli e alcuni aerei più importanti ricostruiti in poligoni, mentre i fondali e i personaggi visibili in alto sono disegni stilizzati; tant'è che l'effetto tridimensionale che caratterizza la console non è presente. Anche il lato sonoro non si fa ricordare, in quanto non è presente musica all'infuori del menu principale, ma tutto quel che potremo sentire saranno i rumori tipici, probabilmente campionati direttamente in aeroporto.
In definitiva Aero Porter non è di certo per tutti, visto che può indurre a noia e frustrazione in poco tempo. Se invece siete alla ricerca di un puzzle game che richieda manualità e tempismo piuttosto che intelletto, probabilmente avete trovato un passatempo per le attese, magari in aeroporto mentre sperate che il vostro bagaglio non venga smarrito.