Alan Wake - review
E luce fu!
Poche volte un gioco ha saputo creare un hype così smisurata come Alan Wake: considerato nel periodo 2006/2007 come la massima espressione della nuova generazione di console, si è fatto attendere talmente tanto che, al momento del suo arrivo, ha suscitato pareri discordi tra chi lo considerava un ottimo titolo e chi lo ha definito un buon gioco penalizzato da qualche difetto.
A distanza di quasi due anni è arrivata sui nostri schermi la versione per home computer pubblicata su Steam, una build che Remedy ha fortemente voluto arrivando al punto di molestare quotidianamente i product manager di Microsoft fino a prenderli per sfinimento. Un'operazione che si sarebbe potuta (e dovuta) fare già due anni fa: l'hype era anche giustificato dal fatto che si era iniziato a parlare del gioco quando ancora era un'esclusiva Xbox 360, da considerare come una vera e propria killer application.
I tre anni di ritardo con cui arrivò sul mercato ne diminuirono molto l'appeal ed effettivamente, anche alla luce della qualità finale del prodotto, non si capisce proprio l'ostinazione di Microsoft nel volerlo in esclusiva su console quando tutti sapevano dell'esistenza della versione PC, mostrata per anni alle varie fiere di settore.
Meglio tardi che mai, quindi: la versione pubblicata su Steam è la Limited Edition che comprende anche la colonna sonora in formato mp3, la possibilità di attivare il commento degli sviluppatori e un interessante manoscritto in allegato contenente il racconto che fa da contorno alla trama del gioco. Il pezzo forte è comunque rappresentato dal gioco in sé che, senza particolari sorprese, in termini di contenuti è identico alla controparte Xbox 360.
"Il sistema di controllo ora prevede anche l'uso di mouse e tastiera, utile per muovere torcia e pistola con velocità e precisione"
Cosa cambia, quindi nella forma e nella sostanza di questa versione? Il sistema di controllo ora prevede anche l'uso di mouse e tastiera: questo influenza in positivo il gameplay, assolutamente ben implementato e godibile per come permette di muovere Alan, ma soprattutto torcia e pistola, con velocità e precisione. La sua capacità di spostamento è sempre quella di un cavallo azzoppato ma a parte questo non ci si può lamentare di nulla. La seconda novità riguarda invece la qualità video, che permette di arrivare a risoluzioni fuori della portata delle moderne console.
Sotto questo profilo eventuali differenze qualitative si potranno analizzare nel dettaglio in sede di Digital Foundry: quello che si nota già adesso a occhio nudo è che il gioco si presenta bene al massimo di dettaglio e nel complesso riesce a regalare belle sensazioni ai possessori di un buon PC di fascia media.
Un processore quad core da 2.5GHz, 4 GB di RAM e una scheda video della famiglia ATI4000 o Nvidia similare sono sufficienti a spingerlo al massimo. Ho usato l'espressione "nel complesso" poiché è chiaro che stiamo parlando di personaggi, oggetti ed edifici progettati almeno cinque/sei anni fa e la cui qualità, delle texture come dei poligoni, è ferma a quell'epoca.
"Alan Wake in versione PC è un porting diretto che non sfrutta la maggiore potenza dei computer moderni"
Alan Wake in versione PC è quindi un porting diretto che non sfrutta al massimo la maggiore potenza di un computer moderno tranquillamente in grado di far girare al massimo questo engine senza particolari affanni.
Dall'altra parte, a conferma di un gioco che fa dell'atmosfera il suo punto di forza migliore, troviamo un uso della luce a tratti fenomenale che si accoppia a effetti di nebbia, vento e oscurità "maligna" con pochi eguali nel panorama tecnico odierno. Del resto, l'obiettivo primario di Alan Wake, oltre a interessare il giocatore con una trama ben concepita, è proprio quello di fargli rizzare i capelli in testa, operazione che riesce agevolmente in questa incarnazione grazie anche a un audio suggestivo in versione 5.1.
In conclusione Alan Wake dimostra di avere retto abbastanza bene alla prova del tempo, nonostante le magagne di un gameplay sicuramente ripetitivo nei combattimenti e vecchio stile nella struttura di gioco.
I motivi per cui a tutt'oggi la versione PC può essere considerata un valido acquisto per gli appassionati del genere survival horror, sono essenzialmente due: il primo è che se giocato senza pregiudizi e con il giusto approccio (luci spente, cuffie in testa e occhi aperti) è in grado di regalare dieci ore abbondanti di sana fifa inframmezzate da una storia tutto sommato godibile, per quanto già vista in decine di racconti e film horror di serie B.
La seconda è il prezzo: venti euro sono sicuramente più che adeguati per godere della versione Limited Edition e dei suoi contenuti, senza fare troppo caso al fatto che tra l'annuncio e la sua effettiva pubblicazione sono ormai passati sette anni.