Aliens: Colonial Marines
L’invasione prosegue alla Gamescom.
A distanza di pochi mesi dal precedente test di Aliens: Colonial Marines, eccoci tornare sulla prossima fatica del team Gearbox, capace di destreggiarsi tra le controverse reazioni seguite all’uscita di Duke Nukem Forever e l’annuncio di Borderlands 2.
Ali effetti di luce, che già in precedenza avevamo sottolineato come elemento fondamentale per l’inserimento del giocatore nell’atmosfera di Aliens, si sono aggiunti quelli particellari, decisamente efficaci. In più di un’occasione il vero spavento arriverà da quello che vedremo passare velocemente nella luce di un faro d’emergenza piuttosto che “fisicamente” davanti a noi, e da questo punto di vista gli autori di Borderlands stanno facendo un lavoro egregio.
Ancora una volta il team ha tenuto a precisare che per questo Aliens le fonti di ispirazioni sono arrivate soprattutto dai primi due capitoli della saga cinematografica. Ormai è più che evidente che Pitchford e soci odiano tutto quello che è arrivato dopo l’episodio diretto da James Cameron.
Il mix composto dalle atmosfere opprimenti del primo film e i ritmi di combattimento serrati del secondo contraddistingueranno praticamente tutta la durata di questo travagliatissimo gioco che, lo ricordiamo, venne annunciato da SEGA addirittura nel 2006.
Molti titoli del passato più o meno recente hanno preso spunto da Alien, non ultima la saga Dead Space. A sua volta questo Colonial Marines sembra aver tratto spunto da alcune delle cose viste nei titoli sviluppati da Visceral Games. Spesso e volentieri gli shock, infatti, non arriveranno quando uno se li aspetta ma in tempi (e modi) completamente differenti.
Il lavoro che Gearbox sta svolgendo a stretto contatto con la 20th Century Fox (e addirittura con Ridley Scott, regista del primo film) sta inoltre regalando al progetto una regia cinematografica niente male, con inquadrature spesso ardite ma al tempo stesso utili a sottolineare l’azione e gli eventi narrati nel gioco.
Il team ha avuto accesso a documenti ufficiali della casa di produzione e a una gran quantità di materiale grafico utilizzato nei film; al tempo stesso gli è stata anche concessa una certa libertà di movimento, come dimostra la creazione di alcuni xenomorfi inediti. Uno di questi sarà il monumentale e pericolosissimo Crusher, di cui vi avevamo già parlato nel precedente hands-on.