Armored Core V - review
Un gioco di squadra.
Se siete appassionati di mech avrete di certo avuto a che fare almeno una volta con la saga di Armored Core, che per tanti anni ha permesso ai malati di robottoni e di personalizzazione di dare vita a progetti sempre più complessi e articolati.
Alla base della serie, infatti, c'è sempre stato il ricco editor che permetteva di passare ore a sperimentare questa o quella combinazione di parti e accessori nel tentativo di creare il leggendario mech (o AC, in questo caso) perfetto.
Sull'attuale generazione di console la saga di Armored Core non è stata particolarmente fortunata, offrendo prestazioni generalmente deludenti nonostante le ottime credenziali del franchise. Sotto un certo punto di vista solo Chrome Hounds, simulatore bellico per Xbox 360 sviluppato sempre da From Software e caratterizzato da un'interessante modalità online, ha saputo regalare qualche soddisfazione a coloro che scelsero di dargli fiducia.
Ora, a diversi anni di distanza, un nuovo episodio di Armored Core è finalmente arrivato, portando con sé una piacevole revisione della vecchia struttura di gioco tanto apprezzata dai fan. Qualche tempo fa, durante una delle tante fiere di settore a cui abbiamo partecipato, gli sviluppatori di Armored Core V ci fecero provare il multiplayer della loro ultima fatica, sottolineandone le possibilità e le interessanti caratteristiche.
"All'epoca manifestammo il nostro profondo interesse verso la nuova direzione intrapresa dalla serie"
Già all'epoca manifestammo il nostro profondo interesse verso la nuova direzione intrapresa dalla serie, rimandando con entusiasmo il giudizio finale al momento della recensione. Quel momento è finalmente arrivato e, sfortunatamente, porta con sé reazioni altalenanti.
Chiariamo subito una cosa: Armored Core V è un gioco che dipende in modo profondo dalla propria modalità multiplayer. Di fatto il single player può essere visto come una sorta di palestra utile a comprendere al meglio le meccaniche del gioco (generalmente appena accennate dal tutorial in game o dall'approssimativo libretto di istruzioni) o, alternativamente, come un sistema rapido e poco impegnativo per grindare Team Point e sbloccare nuovi oggetti nel negozio.
D'altro canto, il fatto che avviando il gioco ci si trovi immediatamente connessi alla rete per poter affrontare una qualsiasi missione in compagnia di un amico, basta a far capire l'evidente scelta di From Software di puntare tutto sul multiplayer.
Multiplayer che, fortunatamente, si rivela essere fin da subito dinamico e coinvolgente, almeno per le prime ore di gioco. Una volta avviata la partita e creato il proprio Team (che può contare fino a 20 membri), si viene immediatamente risucchiati da una dinamica che, se solo fosse stata bilanciata con maggiore attenzione, avrebbe potuto rovinare irrimediabilmente la vita sociale di migliaia di giocatori.
In pratica ogni membro del Team è in grado, affrontando le missioni in solitaria sulla propria console, oppure unendosi ai compagni di squadra, di guadagnare Team Point e denaro utili rispettivamente a far salire di livello il gruppo (sbloccando nuovi oggetti nel negozio) e per acquistare le parti con cui creare/personalizzare il proprio AC.
Grazie a questa semplice ma dannatamente affascinante procedura, Armored Core V è in grado di carpire l'attenzione dei giocatori facendoli cadere in una spirale fatta di personalizzazione, prova su strada, conseguente accumulo di Team Point con relativa possibilità di acquistare parti sempre nuove, e l'inevitabile ritorno all'editor.
Sfortunatamente, però, il team di sviluppo non ha saputo gestire al meglio le carte a propria disposizione, visto che per sbloccare tutto ciò che l'editor ha da offrire bastano poche ore di gioco in compagnia degli amici, fino al raggiungimento del Livello 50 con il proprio team.
Sfortunatamente il team di sviluppo non ha saputo gestire al meglio le carte a propria disposizione
L'inspiegabile decisione di rendere il processo di scoperta di tutti gli oggetti tanto rapido, fa letteralmente crollare l'interesse morboso che interviene nelle primissime ore di gioco, al punto da rendere quasi inutile l'approccio alle missioni più avanzate.
Al di là dei 10 capitoli legati alla storia principale (associati ad altrettanti obiettivi da portare a termine), Armored Core V propone una gran quantità di missioni secondarie, pensate per permettere alle squadre di accumulare facilmente punti per salire di livello. Considerando che queste missioni sono caratterizzate da una durata media estremamente ridotta e da una scarsa varietà, dopo aver sbloccato tutti i pezzi del negozio l'interesse ad affrontarle cala istantaneamente, a discapito della longevità.
Se solo i programmatori avessero incluso nel disco una maggior varietà di obiettivi secondari e, soprattutto, se avessero premuto l'acceleratore sulla personalizzazione e sulla quantità/varietà di componenti utilizzabili, il risultato finale sarebbe stato eccezionale.
In fin dei conti il gameplay delle sezioni a bordo degli AC, sul campo di battaglia, si distingue per una serie di scelte di design particolarmente riuscite. La prima è indubbiamente quella che ha spinto gli sviluppatori a ridurre le dimensioni dei mech, in modo tale da inserirli all'interno di contesti ambientali molto più elaborati.
Grazie alle dimensioni ridotte degli AC, infatti, una volta sul campo di battaglia ci si trova costretti a orientarsi in dedali di edifici abbandonati, passando sotto a ponti e cavalcavia o esplorando lunghe gallerie un tempo percorse da centinaia di automobili.
"Questo nuovo approccio dona all'intera esperienza una gradevole connotazione tattica"
Questo nuovo approccio non solo contribuisce a rendere in modo convincente l'idea del mondo post-apocalittico in cui si svolgono i combattimenti di Armored Core V, ma dona all'intera esperienza una gradevole connotazione tattica, ulteriormente sostenuta dalla natura più terrena degli scontri.
A differenza di quanto accadeva nei capitoli precedenti, infatti (in particolar modo nell'ultimo), in Armored Core V i mech non sono in grado di percorrere lunghe distanze in volo, ma possono solo spiccare piccoli balzi appena sufficienti per raggiungere le zone più alte dei livelli.
Naturalmente è ancora possibile affidarsi alle rapide schivate laterali (indispensabili per sopravvivere alla pioggia di missili in cui ci si imbatte nelle missioni più avanzate), ma nonostante questo l'intero gameplay è piacevolmente pesante e verosimile.
L'interessante struttura a squadre si rivela il punto cardine della modalità Conquest, che in pratica spinge le varie squadre presenti sulla rete ad affrontarsi sul campo di battaglia nel tentativo di conquistare il maggior numero possibile di territori.
La cosa interessante è che la situazione di gioco si evolve anche mentre gli utenti sono offline, visto che quando non si può intervenire direttamente (da soli o affiancati dai sempre preziosi compagni di squadra) per difendere uno dei propri territori sotto attacco, le torrette precedentemente posizionate attraverso un pratico editor e alcuni mech controllati dall'IA svolgono il compito in vece del giocatore.
Questo, ovviamente, dà vita ad alcuni problemi, principalmente legati alla qualità altalenante dell'Intelligenza Artificiale. Se è vero che in alcune occasioni gli AC gestiti dalla CPU svolgono un buon lavoro di contenimento, respingendo l'assalto nemico e salvando il territorio, in molte occasioni il team che scende sul campo di battaglia sembra appena uscito dall'accademia.
Questo, naturalmente, interviene anche a parti invertite, quando cioè è la squadra del giocatore a dover invadere un territorio nemico. Per cercare di avere una visione chiara delle forze avversarie è poi possibile affidarsi alla figura dell'operatore, un quinto giocatore che invece di gettarsi nella mischia a bordo di un AC segue i movimenti dei propri compagni su una mappa in tempo reale, coordinandoli per un'azione più efficace.
"La figura dell'operatore garantisce ad Armored Core V una marcia in più rispetto agli altri titoli del genere"
La figura dell'operatore garantisce ad Armored Core V una marcia in più rispetto agli altri titoli del genere, soprattutto grazie alla sua natura opzionale. Le missioni, infatti, possono essere affrontate tranquillamente anche senza una coordinazione remota, ma qualora nel proprio team si avesse la fortuna di ospitare un giocatore appassionato di strategici e meno interessato all'azione nuda e cruda, le singole operazioni ne trarrebbero un grandissimo vantaggio. Il difficile, sfortunatamente, è trovare giocatori disposti a vestire un compito tanto delicato e lontano dall'azione.
Anche nel caso della modalità Conquest, i programmatori non sono riusciti a trovare un bilanciamento adeguato nella gestione delle ricompense e delle penalizzazioni in caso di vittoria o sconfitta. Vincendo si ottiene il territorio invaso, con un rapporto causa-effetto lineare e convincente. In caso di sconfitta, invece, si perdono immediatamente tutti i Team Point accumulati, punizione decisamente troppo crudele in rapporto ai rischi che si assumono durante i raid.
Dal punto di vista tecnico il gioco si difende abbastanza bene, pur inciampando qua e là in qualche calo di frame rate (soprattutto quando lo schermo si riempie di missili ed esplosioni). Il resto è in linea con gli standard medi dei titoli From Software, con un design eccellente per gli AC e i loro componenti, un meraviglioso filmato introduttivo in CG ed un aspetto in game globalmente spartano ma efficace, in particolar modo grazie a una serie di effetti grafici convincenti che arricchiscono l'azione.
Vista la sua struttura profondamente legata al multiplayer, consigliamo quindi l'acquisto di Armored Core V unicamente a coloro che hanno la certezza di poter contare su qualche amico per formare una squadra affiatata e pronta all'azione. Comprare il gioco per fare i lupi solitari finirebbe col portare a un rapido calo di interesse, spingendovi ad abbandonarlo ingiustamente sullo scaffale a prender polvere.