Baldur's Gate II: Enhanced Edition - review
Baldur's Gate si rifa il trucco. Di nuovo.
Di tutti i remake, ritorni, clonazioni e figliolanze illegittime di questi anni, la saga di Baldur's Gate ha un posto particolare nella mia bacheca dei desiderata: stiamo parlando del resto di alcuni fra i migliori giochi di ruolo di tutti i tempi e di titoli che all'epoca fecero gridare al miracolo per la cura riposta nella loro realizzazione.
Vedere quindi uscire la versione riveduta e corretta di Baldur's Gate II con espansione annessa, soprattutto dopo alcune vicende poco chiare che ne avevano messo a rischio l'arrivo sul mercato, è stata per me una gioia per gli occhi e una fitta di dolore al cuore.
Gioia perché anche dopo tutti questi anni le atmosfere e il fascino dei Forgotten Realms erano ancora lì, pronte ad attendere gli aspiranti avventurieri desiderosi di misurarsi con una storia epica; dolore perché la consapevolezza del tempo passato e del (non) progresso di alcune dinamiche nel mondo dei videogiochi sono spine difficili da togliere e che fanno pensare una volta di più che forse si stava meglio quando si stava peggio.
Scostato però per ragioni lavorative il velo della malinconia, quello che rimane alla mercé del mio avido mouse è comunque la seconda visita di Overhaul Games all'interno della licenza di Baldur's, ovvero il secondo tentativo di portare alle giovani menti bisognose di educazione il carisma di un brand unico nel suo genere.
E fin dalle prime battute la sensazione di familiarità ci riporta ad atmosfere mai dimenticate: l'impavido eroe che abbiamo avuto modo di conoscere nel corso del primo capitolo torna infatti con tutta la sua storia carica di dolore, rapito e abbandonato in una prigione dal perfido stregone Jon Irenicus.
"Il tempo non ha intaccato in alcun modo la maestosità dell'architettura concepita a suo tempo da BioWare"
Come nella migliore tradizione, il nostro riesce però a fuggire grazie all'intervento della mai troppo apprezzata Imoen, per imbarcarsi così in un'avventura che lo vedrà spaziare per la regione dell'Amn al fine di riparare il torto subito e chiudere alcune delle vicende ancora aperte dall'inizio delle sua avventura.
Sulla trama non mi dilungo oltre, vuoi perché credo che sia già nota a molti di quelli che leggeranno questa recensione, vuoi perché ritengo sia giusto lasciare agli ancora (fortunati) "vergini" la gioia di scoprire un intreccio narrativo come raramente se ne sono visti all'interno del mondo dei videogiochi.
Fino a qui, niente di nuovo rispetto al capitolo originale, con ad accompagnarci la semplice consapevolezza che il tempo non ha intaccato in alcun modo la maestosità dell'architettura concepita a suo tempo da BioWare; detto questo, immagino che arrivati a questo punto quello che vorrete sapere è se questa Enhanced Edition valga o meno il vostro - non così economico - obolo monetario.
"I contenuti aggiuntivi non sono tali da far gridare al miracolo"
Per quanto riguarda i contenuti aggiuntivi, sebbene più aderenti al canone rispetto al passaggio precedente, togliamo subito ogni dubbio: non sono tali da far gridare al miracolo o, per essere più precisi, tali da far comprendere come gli sviluppatori potrebbero comportarsi di fronte ad un terzo capitolo inedito, capitolo che già si vocifera possa essere messo in cantiere a breve qualora i risultati della EE siano valutati positivamente.
Ma quindi cosa abbiamo? Innanzitutto, rispetto allo storico Baldur's Gate II abbiamo quattro personaggi aggiuntivi, ovvero la maga Neera, il cattivissimo Dorn Il-Khan e il monaco Rasaad yn Bashir, già visti un anno addietro, e la new entry rappresentata dalla ladra Hexxat; ognuno di questi npc, liberamente reclutabili, aggiunge una serie di quest e di sezioni inedite all'interno del mondo di gioco, ma comunque niente che possa essere considerato come imperdibile o che possa aggiungere elementi basilari all'interno di un'alchimia già ben bilanciata.
Abbiamo poi il ritorno della già nota modalità Pitch Black, ovvero una sorta di arena dove picchiarvi di santa ragione con i vostri personaggi, questa volta più integrata all'interno del mondo di gioco e qualificabile come divertente passatempo; infine troverete la possibilità di poter giocare l'avventura in cooperativa con qualche vostro amichetto di ventura: un'aggiunta interessante ma che non credo potrà trovare riscontri degni di nota anche a causa della fragilità attuale del net code.
"Permane il problema della risoluzione già presente nella precedente Enhanced"
Per essere sintetici e sfruttare una metafora culinaria, il piatto è quindi grosso modo quello originario, con la semplice aggiunta di qualche spezia per ingolosire i nuovi commensali senza stravolgere il sapore.
Anche la grafica non mostra grossi cambiamenti rispetto a quanto la mia memoria aveva immagazzinato una decade fa: in pratica è la stessa dell'edizione originale con una tirata a lucido per quanto riguarda texture e animazioni; permane invece il problema della risoluzione già presente nella precedente Enhanced, cosa che costringe a non utilizzare lo zoom se non per poter contare i pixel di ogni immagine.
Ottima invece la presenza del widescreen, sebbene per onestà intellettuale debba confessarvi che già da tempo sono disponibili tutta una serie di mod che permettono di godere appieno della pomposità visiva di Baldur's Gate II anche alle risoluzioni adottate dalla maggior parte dei monitor presenti oggi sul mercato.
"Le aggiunte non sono tali da giustificare un ri-acquisto per i possessori dell'originale"
Chiudo infine con un'ulteriore nota negativa per gli utenti italiani: se l'originale uscì infatti localizzato nel nostro amato idioma (doppiaggio compreso), sebbene con una qualità discutibile, l'Enhanced Edition si ferma per ora solo alla lingua britannica; per una traduzione bisognerà così attendere qualche mese, nella speranza che il team incaricato per questo lavoro sappia fare di meglio rispetto ai loro colleghi di della prima ora.
Il ritorno di Baldur's Gate II è uno di quegli eventi che dovrebbero essere marchiati a fuoco sull'agenda digitale di coloro che volessero capire quanto amore portassero nel loro codice binario i titoli di una volta e questo è probabilmente il suo merito maggiore; fatta questa considerazione, è anche giusto dire che le aggiunte non sono tali da giustificare un ri-acquisto per i possessori delle copie originali e che, forse, il fascino di quello che fu è ancora maggiore nella sua veste originaria rispetto che in questa declinazione.
Il mio giudizio finale è quindi che Baldur's Gate II: Enhanced Edition abbia una sua utilità unicamente nel rinverdire i fasti di un brand epico, proponendolo a giocatori nati troppo tardi per godere di una pietra miliare nella storia dei giochi di ruolo e troppo pigri per recuperare i capitoli originali.
Il voto riflette così questa considerazione, nella consapevolezza che una valutazione secca di Baldur's Gate II meriterebbe perlomeno un voto in più.