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Batman: Arkham City

L'eroe che tutti noi meritiamo.

I combattimenti standard mi sono sembrati un pelino più semplici, con l'unica difficoltà rappresentata dal dover alternare pugni e gadget per migliorare il counter delle combo. Dopo averci fatto l'abitudine però tutto diventa più naturale e i risultati migliorano esponenzialmente.

Le fasi investigative del gioco sono state ulteriormente approfondite rispetto ad Arkham Asylum. La "visuale detective" sarà sempre la vostra migliore compagna quando vorrete avere ben presente la situazione che vi circonda, ma in alcuni casi dovrà essere utilizzata anche per trovare indizi sui luoghi dei crimini.

A tal proposito sarà infatti possibile effettuare degli "scan" in stile Metroid per conoscere ulteriori dettagli su alcuni elementi dell'indagine. Niente di particolarmente fondamentale, sia chiaro, ma comunque questa aggiunta denota un'attenzione per i dettagli ancora più profonda da parte del team di sviluppo.

Lo stesso si può dire del ritmo di gioco, che nel precedente capitolo aveva una cadenza intensa ma fin troppo regolare. In questo sequel le normali missioni vengono inframezzate da richieste d'aiuto da parte di cittadini in pericolo (che in alcuni casi si rivelano anche imboscate) e da addestramenti in Realtà Aumentata, che avvengono direttamente dentro Batman: Arkham City e non in una modalità a parte come spesso accade.

Gli scagnozzi di ogni boss del gioco vestono proprio come il loro capo. Questi sono i tirapiedi di Due Facce.
Nel corso del gioco vedrete il costume e il mantello di Batman deteriorarsi in base ai colpi ricevuti. Un vero tocco di classe.

Starà a voi scegliere se seguire queste missioni secondarie o no, ma vi do un consiglio: per quanto riguarda il DLC di Catwoman (incluso in tutte le copie nuove del gioco), non fate l'errore di giocarlo "a parte". Installatelo subito prima di iniziare l'avventura principale perché solo così le sezioni in cui guiderete la gattina saranno inserite nel contesto della storia principale e, quindi, risulteranno più godibili.

La sinuosa protagonista ha una mini-storia tutta per sé, che la porterà ad incontrare alcuni personaggi fondamentali dell'universo DC, non ultima la sua "rivale" Poison Ivy. I controlli di Catwoman sono quasi identici rispetto a quelli di Batman, fatta eccezione per il fatto che la sua frusta ha una portata inferiore rispetto al rampino del Cavaliere Oscuro.

In combattimento però sa farsi valere alla grande e anche lei ha a disposizione numerosi gadget, dalle bolas a dei chiodi in grado di far inciampare i nemici... e nel caso doveste perdervi qualche indizio, anche Selina ha la sua "visione" speciale, che si utilizza proprio come quella di Batman.

A fronte di un single-player estremamente solido e appassionante, la cui durata varia a seconda del vostro grado di "maniacalità" nel cercare tutti i segreti, Batman: Arkham City offre ben più di un motivo per lasciare il suo argenteo disco all'interno delle vostre console.

Oltre ai già citati puzzle dell'Enigmista, non mancano modalità accessorie che ruotano attorno alle Sfide già viste nel precedente capitolo, ovviamente molto più articolate e con possibilità di personalizzazione nettamente superiori. C'è anche la possibilità di ricominciare una seconda volta l'avventura principale con avversari più tosti e qualche difficoltà in più (come la mancanza dell'indicatore per i contrattacchi). I più tecnologici di voi avranno anche la possibilità di giocare in modalità 3D stereoscopico, sulla quale però non mi pronuncio per "mancanza di adeguata strumentazione".

Se con il precedente Batman: Arkham Asylum il team Rocksteady non ci aveva consegnato solo un gioco con i contro-fiocchi ma era anche riuscito ad esorcizzare splendidamente la maledizione del tie-in, con questo Batman: Arkham City i ragazzi inglesi hanno firmato il loro contratto di immortalità videoludica.

Sicuramente qualche piccolo difetto al gioco non manca, ma si tratta di piccolezze che scompaiono di fronte alla magnificenza del comparto tecnico (spettacolare anche il doppiaggio in Italiano), alla grandiosità del gameplay e, più in generale, all'incredibile performance che il team di sviluppo ha offerto in questa seconda uscita. Esordire con un grande titolo non è cosa da tutti ma superarsi con il suo seguito è un traguardo che davvero in pochi possono vantare.

10 / 10