Battlefield 4 PC - review
Uno spettacolo per gli occhi in versione 4.0.
I giorni scorsi sono stati piuttosto impegnativi per i reparti di marketing di Electronic Arts e i PR di Microsoft. I risultati dei primi test alla presentazione di Stoccolma di Battlefield 4 e una certa reticenza da parte di Microsoft nel confermare la risoluzione di Call of Duty: Ghosts hanno scatenato l'ennesimo putiferio sui forum di tutto il mondo a proposito delle presunte capacità di entrambe le nuove console, Xbox One in particolare.
Questo bailamme ha distolto l'attenzione del pubblico non solo dai contenuti ma anche dalle specifiche tecniche della versione PC che, nelle intenzioni di DICE, si conferma quella di riferimento per sperimentare al meglio Battlefield 4 cui abbiamo deciso di dedicare una recensione separata. Sgombriamo il campo da dubbi di qualsiasi genere a proposito della parte tecnica: il gioco come lo vedete nei filmati e negli screenshot a corredo dell'articolo gira a una risoluzione di 1920x1080 con tutti i dettagli a livello ultra, antialias multisample 4x e antialias post-processo impostato al livello alto con la sincronia verticale attivata. La configurazione usata per il test è una workstation per il gioco di fascia medio-alta visto che stiamo parlando di una CPU Intel i7 4770k cui abbiamo affiancato una GeForce GTX 760 da 4GB e 8 GB di RAM di sistema senza alcun genere di overclock.
Come potete vedere il risultato è spettacolare e aderente allo standard che DICE aveva fatto intravedere con i primi trailer ufficiali; un assunto confermato anche dalle ottime performance agganciate ai 60 FPS con occasionali oscillazioni verso i 40-50 durante le situazioni più concitate. Per mantenere comodamente i 60 fotogrammi al secondo è stato sufficiente disattivare la sincronia verticale e ridurre l'antialias da 4X a 2X ottenendo quindi una qualità dell'immagine ancora eccellente.
Quello che traspare in modo evidente dalla versione PC di Battlefield 4 è che ricalca molto da vicino la qualità grafica di Battlefield 3 ma con notevoli migliorie estetiche che contribuiscono ad alzare, e non di poco, l'asticella dei requisiti minimi necessari a far girare il gioco. Questo per vari motivi: innanzitutto si nota un uso dei fasci di luce più marcato ed evidente nelle riprese controsole che contribuisce ad appesantire l'elaborazione grafica negli spazi aperti mentre tende a notarsi meno al chiuso.
È stata ulteriormente rifinita la devastabilità dei livelli in seguito all'uso di carri armati, elicotteri d'attacco e cannoniere volanti. A questa si aggiunge il concetto di "Levolution" di cui aveva già parlato il nostro Luca Forte una settimana fa; si tratta di un sistema che permette di cambiare dinamicamente il layout delle mappe in seguito all'attivazione di eventi specifici.
Una novità sicuramente benvenuta visto che in alcuni momenti critici, gli eventi di Levolution non si limitano ad essere un orpello estetico spettacolare ma possono cambiare l'equilibrio di una partita: l'obiettivo sulla cima del palazzo di Shangai è un ottimo esempio di questo concetto, ma occorrono squadre di giocatori affiatate e un comandante molto esperto per saperle sfruttare nel modo giusto.
Rimanendo legati all'aspetto estetico, troviamo tutta una serie di splendidi effetti extra in occasione delle esplosioni con scintille, polvere e carta in sospensione o stormi d'uccelli che si levano in volo nel bel mezzo delle sparatorie. Su PC, Battlefield 4 si conferma quindi un'evidente evoluzione di Battlefield 3 pur non rappresentando un netto salto generazionale in avanti rispetto al suo predecessore.
Alla base del gioco troviamo infatti sempre il Frostbite Engine che nella sua terza incarnazione è quindi più esigente rispetto alla versione 2 costringendo molti tra gli utenti che avevano giocato il predecessore scendendo a pesanti compromessi tra effetti e risoluzione ad effettuare un upgrade sostanzioso del proprio sistema, quando non a cambiare completamente macchina. Chi invece si era goduto BF3 al massimo dettaglio e con ottimi frame rate potrà ancora sperimentare un'esperienza di gioco molto simile a quella precedente sacrificando qualcosa sul fronte delle correzioni antialias o del dettaglio generale dell'immagine con l'obiettivo di mantenere un frame rate il più solido possibile.
Delle differenze tecniche più marcate con le versioni console parleremo comunque più in dettaglio in occasione della Digital Foundry completa in arrivo su queste pagine: quella preliminare ha chiarito molti aspetti di massima, ma ha lasciato aperti alcuni punti interrogativi dovuti all'impossibilità dei nostri colleghi inglesi di effettuare il procedimento di acquisizione e cattura dei filmati in condizioni ideali.
Oltre al sistema Levolution di cui abbiamo appena parlato e alla modalità comandante che approfondiamo nel box qui a lato, troviamo una serie di piccole novità da riportare sul fronte delle meccaniche di gioco. Il gameplay di base è rimasto praticamente lo stesso e prevede quattro classi diversamente specializzate che devono sopravvivere a un'orgia di piombo in cui fanteria, corazzati e aviazione combattono senza respiro per il controllo dei punti strategici della mappa a seconda della modalità prescelta.
La crescita del proprio alter ego è strettamente connaturata alle prestazioni in gioco e permette di arrivare fino al centesimo livello, per quanto la presenza di diverse specializzazioni legate all'equipaggiamento sbloccabile rende impossibile accedere a tutte le armi e i gadget in un solo turno di servizio. Detto questo, le novità nel gameplay degne di nota sono essenzialmente quattro. La prima è la modalità spettatore che permette di entrare in partita ed osservare l'evolversi della partita con una visuale libera, in prima o terza persona. Di derivazione Call of Duty è l'introduzione della killcam che ci mostra il nostro carnefice debitamente evidenziato anche quando si trova dietro a un riparo.
A queste feature si aggiunge quella del sistema di danni modificato per i blindati; se in precedenza occorreva portare il danno di un veicolo qualsiasi quasi a zero per immobilizzarlo, ora è possibile ottenere un colpo critico a prescindere dalla percentuale di salute del mezzo danneggiato disabilitandolo per qualche secondo. L'effetto sarà invece permanente nel caso il danno scenda sotto il 10% e sarà annullabile solo tramite l'intervento di un geniere.
Per quanto riguarda la fanteria, è stato introdotto un sistema molto efficace legato allo sporgersi per sparare che rileva in automatico la presenza di un riparo; è sufficiente premere il tasto destro del mouse per entrare ed uscire rapidamente dalla copertura senza esporsi completamente. Non è facile abituarsi ma una volta fatta la debita pratica diventa indispensabile nelle sparatorie più intense o per mandare fuori tempo i cecchini.
Interessante è anche la possibilità di effettuare una contromossa per salvarci da una coltellata in arrivo da un nemico di fronte a noi, ma occorre essere molto precisi nella tempistica del comando per avere successo. Buon ultima, troviamo la composizione delle squadre che da quattro operatori passano a cinque, cambiando così anche le possibilità in termini di respawn concesse al giocatore rispetto al passato.
"La crescita del proprio alter ego è strettamente connaturata alle prestazioni in gioco e permette di arrivare fino al centesimo livello"
Nel menu principale, trova posto anche la modalità tutorial in cui al giocatore viene data la possibilità di provare in un poligono virtuale tutte le armi e tutti i veicoli presenti nel gioco. Vista la complessità e l'ottima simulazione balistica delle armi più potenti, è un'innovazione sicuramente gradita che permette anche di familiarizzare con la nuova fazione introdotta, ovvero l'esercito della Repubblica Popolare Cinese con un vasto assortimento di armi e mezzi a sua disposizione.
Per quanto riguarda la modalità, le innovazioni rispetto a BF3 riguardano l'introduzione di due nuovi game mode intitolati Defuse e Obliteration che introducono l'uso di esplosivi per far saltare obiettivi nemici. La prima è una riedizione della classica modalità a obiettivi tipica di Counterstrike in cui una squadra attacca e l'altra difende due punti bomba ben precisi.
Obliteration è una variante di questo concetto decisamente più interessante per come si adatta alla perfezione ad alcune tra le mappe nuove più riuscite; la bomba è una sola, appare casualmente e una volta accaparrata, i team devono attaccare e difendere in simultanea sei diversi punti di controllo (tre per squadra). Le dieci mappe sono completamente inedite e ben assortite nella loro complessità: si va dal combattimento urbano di Siege of Shanghai, Hainan Resort e Flood Zone, al misto boschivo di Zavod 311 e Golmud Railway.
"L'assortimento delle mappe è buono visto che la maggior parte è giocabile in modalità Conquest Large"
In questa quarta incarnazione del gioco, l'acqua ha assunto un'importanza sempre maggiore e infatti fanno la loro comparsa nuove unità anfibie che in Flood Zone ma anche Lancang Dam e Paracel Storm riescono a influenzare notevolmente il corso della battaglia grazie alle loro gatling a lunga gittata e missili anticarro. Particolare è anche Rogue Transmission con la sua enorme parabola, Dawnbreaker con i suoi distretti notturni e la prigione montana di Prison Lockdown vagamente ispirata ai sotterranei di Operation Metro.
L'assortimento delle mappe è buono visto che la maggior parte è giocabile in modalità Conquest Large ovvero il gameplay principe di Battlefield 4, ma può essere adattata in base alle dimensioni alla modalità Conquest normale, Domination, Rush e le nuove modalità che abbiamo appena accennato. Arrivando dal numero e dalla qualità delle splendide mappe presenti in Battlefield 3 e relativi DLC, sicuramente alcuni giocatori si troveranno un po' spaesati.
Cambia infatti il paradigma che vede in molti casi privilegiare l'estensione verticale a quella orizzontale e la presenza di ampi specchi d'acqua che rendono i mezzi anfibi più decisivi nel controllo territoriale rispetto ai classici carri armati o all'aviazione. I nostalgici di Battlefield 3 non temano: DICE ha già annunciato in arrivo con i primi due DLC l'aggiunta di altre quattro mappe inedite e il ritorno di quattro scenari tra i più belli di Battlefield 3 ovvero Caspian Border, Gulf of Oman, Operation Firestorm e Operation Métro.
Manca solo la splendida Back to Karkand e siamo veramente a posto. I dieci scenari proposti sono comunque di buona qualità e vista anche la duplice natura di alcuni a causa degli eventi Levolution, richiederanno parecchie ore di tempo per essere compresi nelle loro numerose sfumature tattiche.
"L'interfaccia di gioco tramite browser, non presenta grosse novità se non una prevedibile rifinitura del Battlelog di BF3"
L'interfaccia di gioco tramite browser, non presenta grosse novità se non una prevedibile rifinitura del Battlelog di BF3; l'interfaccia web è stata ulteriormente affinata e resa più user friendly ma nella sostanza è rimasta quasi immutata. Il pannello della selezione di modalità, mappe e server garantisce ottime possibilità di personalizzazione tramite la gestione dei filtri. Non mancano tutte le sezioni possibili e immaginabili dedicate al loadout del nostro soldato gestibili anche mentre attendiamo il caricamento di una mappa, tutte le statistiche e una pagina social in cui condividere vittorie, sconfitte ed organizzare i party di gioco per entrare in massa con gli amici in partita ed essere sicuri di essere tutti nella stessa fazione.
Da quello che abbiamo potuto vedere finora, il successo della versione PC è stato pressoché immediato visto il numero di lobby costantemente piene al punto che EA, colta quasi di sorpresa, si è affrettata a dire che nuovi server sono in fase d'attivazione da qui alle prossime settimane. Non è impossibile giocare ma se ci si mette a filtrare le mappe e le modalità più giocate provando ad entrare in gruppo, negli orari più affollati si può rimanere in attesa anche per qualche decina di minuti prima di trovare posto.
A bilanciare questo problema che andrà diminuendo con l'arrivo di nuovi server grazie al renting diretto, troviamo una stabilità nettamente migliore del plug-in del Battlelog: molti ricorderanno con orrore le prime 2-3 settimane dopo il lancio di Battlefield 3, in cui continui aggiornamenti non riuscivano a risolvere problemi di accesso ai server per motivi tra i più disparati che si traducevano in tempi d'attesa biblici.
Almeno per il momento le disconnessioni durante il caricamento delle mappe sono state molto limitate a conferma di come buona parte dell'infrastruttura sia stata importata da Battlefield 3 senza grossi cambiamenti. Anche la stabilità del client in multiplayer è abbastanza buona visto che durante la trentina di ore di gameplay che abbiamo potuto accumulare, ci è capitato solo un crash al desktop e qualche bug grafico non particolarmente grave.
"Almeno per il momento le disconnessioni durante il caricamento delle mappe sono state molto limitate"
Al momento i report parlano di salvataggi corrotti del singleplayer e disconnessioni server-side che portano alla perdita dell'esperienza accumulata durante il round. DICE ha fatto sapere di essere alacremente al lavoro per individuare tutte le problematiche non ancora risolte su tutte le piattaforme. Non abbiamo molti dubbi sul fatto che continuerà a rifinire la versione del gioco visto anche l'arrivo tra un mese del primo DLC che verrà seguito a cadenza bimestrale o quasi da altri quattro pacchetti. Il supporto per un gioco stabile e rifinito è quindi assolutamente più che plausibile da qui alla fine del mese di novembre.
Sul fronte dei contenuti, non ci sono novità di rilievo rispetto alle versioni console: la breve campagna singleplayer è fondamentalmente un antipasto di cinque ore di quello che ci aspetta in modalità multigiocatore, ma senza particolari pretese in termini di game design o storia che non siano quelle di mettere in mostra soluzioni tecniche particolari del Frostbite Engine. Giocata a livello hard è stata piacevole ma per nulla ostica tanto è vero che il sottoscritto, un buon giocatore ma non certo un fenomeno, è morto per la prima volta soltanto all'inizio del terzo capitolo.
Con nostro grande dispiacere dobbiamo connfermare la dipartita della modalità cooperativa da Battlefield 4 così come era stato precedentemente annunciato da EA: le missioni erano sicuramente poche ma vista l'eccessiva brevità del singleplayer, aiutavano a far passare in secondo piano proprio la sua limitata longevità. EA ha annunciato che la modalità cooperativa tornerà in un DLC dedicato, ma anche noi avremmo preferito come extra nel pacchetto completo.
In realtà, è piuttosto ovvio che qualsiasi acquirente di BF4, a prescindere dalla versione acquistata, lo farà esclusivamente per il gusto di confrontarsi online con altri sessantatrè guerrafondai e tutto quello che oggi fa da contorno alle modalità multigiocatore finirà nel secchio dei bossoli vuoti molto presto. In questo senso , i DICE hanno lavorato bene nell'aggiungere gli eventi Levolution e riesumando il concetto del Comandante.
Siamo solo all'inizio della sperimentazione per arrivare a un vero e proprio campo di battaglia dinamico, ma la strada imboccata è quella giusta e per questo dobbiamo fare tanto di cappello agli svedesi per come hanno usato il PC come ariete tecnologico nell'andare oltre le convenzioni degli sparatutto multigiocatore mettendo a nudo i limiti tecnici di una generazione console finita fuori tempo massimo già da qualche anno.
L'unico vero rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che, nonostante le novità sostanziali e le rifiniture appena descritte, Battlefield 4 in versione PC rimanga strutturalmente molto simile al suo predecessore e per questo motivo incapace di ambire a un punteggio pieno che nemmeno una grafica eccezionale in relazione all'estensione e qualità delle mappe gli può garantire. Poco male: rimane inalterata la strepitosa longevità garantita da un gameplay collaudato in combinazione con mappe e modalità di gioco azzeccate che fanno il pari con i pregi tecnici una versione PC capace di arrivare a una qualità dell'immagine e una performance ancora inarrivabili da parte di entrambe le console next-gen.