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Black Tiger - review

Dopo Ghosts'n Goblins, un nuovo gioiello da Capcom.

In questo afoso Agosto del 1987, entrando nella nostra sala giochi preferita, siamo rimasti imbambolati di fronte all'ultimo cabinato realizzato da Capcom, compagnia di Osaka a cui ogni appassionato di videogiochi dovrebbe mandare la parcella dello psicologo a causa del bastardissimo (ma meraviglioso) Ghosts'n Goblins uscito quasi due anni fa.

Dopo averci fatto saltare i nervi (e prosciugare i portafogli) con la difficile e ispirata avventura di Sir Arthur, Capcom torna alla carica con una nuova sfida succhia-monete a cui sarà difficile sottrarsi dopo averne sperimentate le qualità.

Per non stancare i suoi fan proponendo fotocopie della medesima esperienza, il publisher nipponico ha recuperato da Ghosts'n Goblins solo lo stretto indispensabile, prendendo in parte esempio dal recente Castlevania della rivale Konami.

Ecco, quindi, che il tozzo e barbuto Arthur lascia il posto a un guerriero massiccio e longilineo, ben lontano dall'impostazione caricaturale vista in Ghosts'n Goblins. Black Tiger (questo è il nome del protagonista del gioco, probabilmente scelto dopo una riunione fiume che ha premiato l'idea più fantasiosa) è un manzo atletico e marmoreo degno del Conan interpretato da Arnold Schwarzenegger e, come tale, è in grado di affrontare coraggiosamente orde di creature mostruose che non vedono l'ora di trasformarlo in un gelido mucchio d'ossa.

"La prima similitudine con Ghosts'n Goblins è la gestione delle protezioni"

I livelli possono essere superati percorrendo varie strade, ma è sempre consigliabile esplorarli interamente per scovare preziosi bonus e gli ingressi dei Dungeon segreti.

La prima similitudine con Ghosts'n Goblins è la gestione delle protezioni di Black Tiger, che al pari di Arthur indossa un'armatura in grado di ripararlo dagli attacchi nemici. A differenza di quanto accadeva al povero Arthur, tuttavia, in questo caso non basta un unico passo falso per ritrovarsi in mutande, ma è possibile incassare più colpi.

Una volta privato della propria corazza, inoltre, il protagonista di Black Tiger è in grado di sopportare diversi attacchi prima di mangiare la polvere. Naturalmente è ancora possibile andare incontro a una morte istantanea, ma solo in alcune circostanze ben precise.

Essere schiacciati da uno dei tanti massi che piovono dal soffitto porta alla perdita immediata di una delle vite a disposizione, così come la caduta negli immancabili fossati pieni di punte aguzze (cosa piuttosto frequente, in particolar modo nelle fasi avanzate dell'avventura).

Se per le armature Black Tiger e Arthur dimostrano di avere gusti piuttosto simili, lo stesso non si può dire per le armi. Mentre in Ghosts'n Goblins, infatti, era possibile contare su un gran numero di oggetti con cui abbattere i mostri presenti nei livelli, in questo nuovo gioco Capcom il protagonista si affida a un'unica soluzione che, sotto molti punti di vista, ricorda l'arma di Simon Belmont di Castlevania.

"Il bronzeo palestrato di Black Tiger si fa strada attraverso i livelli a colpi di catena"

Quando viene avvelenato Black Tiger non è in grado di lanciare i suoi preziosi pugnali, handicap particolarmente pesante contro alcuni tipi di mostri.

Il bronzeo palestrato di Black Tiger, infatti, si fa strada attraverso i livelli a colpi di catena, sostituendo alle numerose (e ispiratissime) armi secondarie di Castlevania una ben più banale sventagliata di pugnali da lancio.

Ciò che rende davvero unico il titolo Capcom è quel pizzico di elementi tipici dei giochi di ruolo, per la prima volta integrati all'interno della struttura degli action-platform. Black Tiger, infatti, può spendere i soldi accumulati eliminando i nemici e aprendo i numerosi forzieri (occhio alle trappole!) per acquistare, previa la liberazione del mercante di turno da un incantesimo di pietrificazione, pozioni e potenziamenti di ogni genere.

Investendo le proprie ricchezze in catene e armature più potenti si aumentano rispettivamente i danni inferti con ogni singolo attacco e la quantità di colpi che possono essere incassati prima di ritrovarsi seminudi di fronte a demoni di ogni specie.

Questo elemento è stato integrato con grande cura da Capcom, visto che l'acquisto dei vari potenziamenti cambia in modo evidente la difficoltà del gioco, rendendo le cose progressivamente più abbordabili.

Questo non vuol dire che Black Tiger sia facile, ma che rispetto a Ghosts'n Goblins mette a disposizione qualche risorsa in più per bastonare a dovere le forze del male. Forze del male che, rispetto a quanto visto nell'avventura di Sir Arthur, si presentano con demoni e creature meno varie e ispirate, ma comunque in grado di lasciare il segno nel cuore dei giocatori.

"I boss sono davvero spettacolari, occupando spesso porzioni generose dell'area di gioco"

Gli scontri con i boss sono elettrizzanti. Le prime volte che li incontrerete rimarrete a bocca aperta di fronte alla loro magnificenza.

I boss di Black Tiger, in particolare, sono davvero spettacolari, occupando spesso porzioni generose dell'area di gioco. Tra dragoni, enormi creature armate di letali spade e perfino un omaggio all'odiatissimo Firebrand (il diavoletto rosso di Ghosts'n Goblins), ce n'è davvero per tutti i gusti.

Uniche note stonate, per quanto ci riguarda, sono la colonna sonora, ben inferiore a quella (splendida) di Ghosts'n Goblins ma comunque in grado di offrire alcuni brani epici al punto giusto, e una gestione dei salti non sempre reattiva come ci si aspetterebbe da un gioco di questo tipo.

Se, tanto per parlare, fra trent'anni Capcom decidesse di ripubblicare Black Tiger in una versione digitale in tutto e per tutto identica all'originale (proponendo sia la variante Occidentale che quella nipponica, caratterizzata da un livello di difficoltà più elevato) con i filtri per l'Alta Definizione, una marea di opzioni video e audio con cui creare ogni tipo di combinazione possibile (da quelle per i veri nostalgici alle varianti più modernizzate), avveniristiche classifiche per confrontare i propri punteggi con quelli degli amici, tutto a poco più di 7.000 Lire, ogni giocatore che si rispetti dovrebbe scaricarla con amore, anche solo per mettere alla prova riflessi e pazienza.

8 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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