Blacklight: Retribution - review
Tranquilli, non è Tango Down.
Se leggendo il nome Blacklight a molti di voi è scattata l'associazione mentale col titolo Tango Down, allora significa che, come il sottoscritto, avevate provato uno dei più mediocri sparatutto mai arrivati su PC, che nel 2010 aveva saputo distinguersi per la piattezza di un singleplayer degna dei peggiori FPS anni novanta.
Quando nella mia casella di posta elettronica ha fatto capolino questo Blacklight: Retribution, un brivido mi è corso lungo la schiena ripensando all'esperienza avuta con l'originale: dopo una dozzina di ore di sparatoria posso però dire che tanto timore non è giustificato, almeno non del tutto.
Blacklight: Retribution è infatti il seguito ufficiale del titolo di cui sopra, ed evidentemente la notte (e le recensioni negative) hanno portato consiglio agli sviluppatori di Perfect World, che hanno cambiato nettamente direzione sia per i contenuti, sia per quanto riguarda il modello commerciale. Blacklight: Retribution è, infatti, uno sparatutto multiplayer only giocabile gratuitamente, che vi invita a spendere qualche soldino in armi, equipaggiamenti e potenziamenti con il metodo delle microtransazioni.
Ma andiamo con ordine: fin dalle prime battute si capisce che la storia è un pretesto clamoroso per prendere una ventina di giocatori, calarli in un'ambientazione cyberpunk e farli scontrare in arene futuribili. Il gioco è mosso dall'ultima versione dell'Unreal Engine 3 e, tutto sommato, come potete vedere dai filmati di contorno non sembra nemmeno poi così tanto male.
La qualità dei modelli dei personaggi è più che discreta, con armature piene di riflessi e dettagli di classe; le ambientazioni invece si difendono sufficientemente bene da non rendere il gioco eccessivamente datato per gli standard odierni.
Insomma, basta scaricarlo, creare un alter ego virtuale ed entrare nella lobby che dà accesso ai server dedicati tra Europa e Stati Uniti con tempi di risposta tutto sommato discreti.
"Le modalità accessibili sono le solite: Deathmatch, Team Deathmatch, Domination, Capture the Flag e King of the Hill"
Le modalità accessibili sono le solite: Deathmatch, Team Deathmatch, Domination a tre punti di controllo, Capture the Flag e King of the Hill, in cui occorre prendere il controllo di cinque obiettivi mobili che appaiono casualmente attraverso le mappe. Queste non sono state pensate specificamente per le varie modalità ma, a rotazione, si possono utilizzare in ogni situazione.
Per quanto siano piuttosto varie per dimensioni e complessità, non si può certo dire abbiano lo stesso appeal e varietà tattica di quelle realizzate per gli sparatutto di maggiore successo targati DICE o Activision: diciamo che si lasciano giocare serenamente senza chiedervi settimane di studio alla ricerca di punti di vantaggio da interpretare in collaborazione coi propri commilitoni.
A mitigare la relativa monotonia della sparatoria, troviamo la possibilità di fermarsi presso alcuni terminali di rifornimento per acquistare al volo rifornimenti o potenziamenti: nel caso siate particolarmente in forma con le uccisioni, dal cielo vi possono paracadutare persino uno una mobile-suit in perfetto stile Gundam, con cui seminare morte e distruzione.
Troverete però anche mine, torrette, esplosivi e un sacco di diavolerie che contribuiscono a pepare le partite in modo consistente, pur non rappresentando certo novità epocali per il genere degli sparatutto multiplayer. Interessante è la possibilità di hackerare dei terminali per controllare porte e cancelli corazzati, e impedire così l'accesso ai nemici agli obbiettivi, almeno finchè non riescono a forzarlo dalla parte opposta.
Molto più consistente è invece è l'attenzione richiesta sul fronte della preparazione del proprio soldato: il menu di personalizzazione di armi, equipaggiamenti ed abilità è strettamente legato all'esperienza accumulata e al sistema economico che regge commercialmente Blacklight: Retribution.
"Se vorrete esplorare Blacklight: Retribution in tutte le sue potenzialità sarete costretti a giocare alla morte per mesi"
Si tratta di un gioco gratuito solo fino a un certo punto, visto che se lo vorrete esplorare in tutte le sue potenzialità sarete costretti a giocare alla morte per mesi per sbloccare tutto lo sbloccabile. Anche in questo caso, non avrete la possibilità di accedere a tutte le armi, potenziamenti e gadget in pianta stabile, poiché sono stati architettati due separati piani d'investimento: da un parte troviamo i Punti Esperienza guadagnabili giocando e dall'altra i Punti Zen acquistabili presso lo store sul sito ufficiale degli sviluppatori.
Posto che per arrivare a sbloccare l'accesso a determinati acquisti occorre progredire fino a un livello specifico, dovrete costantemente riacquistare con punti esperienza buona parte degli equipaggiamenti in grado di darvi un vantaggio sul campo di battaglia; e lo scarso costo è bilanciato dalla possibilità di utilizzarli al massimo per un mese. Molto pochi sono infatti i potenziamenti acquistabili definitivamente con i Punti Esperienza (e ne servono uno sproposito anche per gadget da poco) mentre molto più accondiscendente è il listino per chi investe in Punti Zen, precedentemente acquistati nello store di Perfect World.
Il costo è inferiore ma soprattutto la spinta è all'acquisto definitivo: diciamo che dopo un periodo di assestamento in cui si apprendono le mappe e si capiscono le tattiche di gioco più utilizzate in base alle armi migliori, si possono investire una ventina di euro e creare una build discretamente competitiva. Blacklight: Retribution non prevede l'uso di classi ma è chiaro che in base alla corazzatura, alle armi prescelte e ai bonus medici acquistabili, la varietà dei nemici che vi troverete davanti è garantita.
Tale differenza di trattamento pregiudica il fairplay tra chi investe e chi invece decide di giocare a sbafo? Tutto sommato no, anche se è chiaro che l'utente occasionale che non dedica più di dieci minuti al giorno difficilmente potrà competere col pubblico pagante o con chi ci si dedica appieno senza spendere nulla. In ogni caso, basta montare un'ottica decente al fucile standard, migliorare le protezioni e i potenziamenti di base (chiamati Noduli), per formare una buona base da cui partire per imparare a dovere le mappe, in particolare lo spawn point degli obiettivi e i punti d'accesso.
"Blacklight: Retribution lava l'onta del suo predecessore nel modo migliore"
In definitiva, nonostante i trascorsi del titolo non promettessero nulla di buono, possiamo dire che questo Blacklight: Retribution lava l'onta del suo predecessore nel modo migliore: pur non essendo la nuova frontiera degli sparatutto online, è realizzato con competenza e si rivela discretamente vario in termini di gameplay, per quanto le mappe scarseggino e le modalità veramente divertenti siano solo Domination e King of the Hill.
Fosse stato un prodotto commerciale a prezzo pieno, Blacklight: Retribution avrebbe fatto una certa fatica a raggiungere la sufficienza, mentre con questo modello di business si conferma meritevole di una certa attenzione, sopratutto se siete completamente al verde e non potete permettervi uno sparatutto multiplayer di qualità.
I server sempre pieni promettono piacevoli giornate e nottate di conflitti a fuoco, e se vi fate prendere la mano potreste anche spenderci qualche soldino che tutto sommato non sarebbe neppure buttato, soprattutto se avete una certa voglia di perseverare.
Certo, un investimento sopra i dieci Euro è comunque da ponderare, magari confidando nella tenuta della community e nella produzione di nuove mappe e modalità che gli facciano passare indenne la prossima stagione natalizia. Senza dimenticarsi del confronto con Team Fortress 2, da qualche mese nuovo metro di paragone per gli sparatutto online free to play.