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Bodycount

Cronaca di un insuccesso annunciato.

Nella maggior parte dei casi, infatti, la morte non arriva per merito dell'approccio tattico avversario, ma piuttosto per il rapporto numerico drammaticamente favorevole ai "cattivi" di turno o, in alcune occasioni, per eventi misteriosi difficilmente prevedibili (come le granate che piovono dal nulla, giusto per fare un esempio).

Per i malati del punteggio i programmatori hanno inserito una modalità che permette di rigiocare i singoli livelli con l'obiettivo di ottenere una valutazione finale il più alta possibile. Questo porta a studiare con cura la disposizione degli elementi strategici nei livelli, i movimenti dei nemici e tutto ciò che può contribuire all'innalzamento del punteggio. Da notare che, nella schermata di selezione del livello di questa modalità, vengono sempre mostrati i punteggi dei propri amici, giusto per mantenere alto il senso di competizione.

Un altro elemento interessante di Bodycount è la caratterizzazione delle (poche) armi che possono essere sbloccate. Ognuna di queste, infatti, vanta un'efficienza più o meno alta contro gli esseri umani o contro il metallo, dettaglio che spinge a valutare attentamente come equipaggiarsi per affrontare i vari livelli.

Anche se questo elemento non può essere sfruttato a dovere nella campagna (dove generalmente non si conosce in anticipo la tipologia di nemici che ci si troverà ad affrontare), si rivela fondamentale nelle sessioni a punteggio, dove l'arma appropriata può contribuire in modo massiccio al successo finale.

Contro i gruppi più grandi di soldati è fondamentale stanare prima di tutto il medico, per impedirgli di rianimare i caduti.

Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto dai programmatori è altalenante. Alcune ambientazioni sono vaste e articolate, al punto che se non ci fosse un sistema di navigazione (non certo impeccabile) sarebbe piuttosto semplice perdersi fra baracche, scale e vicoletti di ogni genere.

La gestione delle fonti di luce è piuttosto buona (d'altra parte è uno dei pezzi forti del motore, che ci ha già mostrato ottime cose con Operation Flashpoint, Grid e i vari capitoli di Dirt). Anche il sonoro svolge bene il proprio dovere, sebbene a volte alcuni effetti di fondo spariscano misteriosamente, lasciando improvvisamente il giocatore in un silenzio surreale... o peggio ancora in compagnia di una colonna sonora monotona e poco ispirata.

Come ogni FPS che si rispetti, comunque, Bodycount non è fatto di solo single player, ma offre le classiche modalità multigiocatore pensate per rendere più longeva l'intera esperienza. Le opzioni a disposizione, a dire il vero, sono piuttosto limitate, visto che al massimo ci si può affrontare nel Deathmatch singolo, in quello a squadre, oppure ci si può divertire un po' con l'ormai immancabile modalità co-op (sempre piuttosto piacevole).

Le mappe cinesi sono un tripudio di neon e di elementi tradizionali. Il contrasto crea un'atmosfera piuttosto interessante.

Dopo aver passato gli ultimi mesi con titoli dal multiplayer ricco, studiato e pieno di elementi utili a mantenere alto l'interesse del giocatore, trovarsi di fronte alla pochezza di Bodycountè sicuramente disarmante. Non solo le modalità presenti sono poche, ma non è nemmeno stato previsto alcun sistema di crescita del personaggio.

Dopo aver visitato tutte le mappe, al multiplayer di Bodycount si può chiedere poco altro. Le abilità sono le stesse del single player e possono essere sfruttate per uscire dalle situazioni più complesse o per far piovere bombe sugli avversari raggruppati, giusto per fare un esempio. Peccato che, in tutto questo, i punti di respawn siano stati scelti apparentemente lanciando quattro dadi da sei come nei vecchi giochi di ruolo cartacei, senza tenere troppo in considerazione il bilanciamento dell'esperienza.

Bodycount, quindi, non raggiunge la sufficienza nonostante la modalità co-op piacevole e a la campagna dalla trama assurda ma capace comunque di coinvolgere e divertire. Considerando che siamo a un passo dal periodo più caldo dell'anno, dal punto di vista delle uscite, vi consigliamo di risparmiare qualcosa aspettando l'arrivo dell'artiglieria pesante.

5 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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Bodycount

PS3, Xbox 360

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