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Burnout Crash

La serie trova una nuova dimensione.

In sostanza si salta per far esplodere il Crashbreaker e si "guida" la macchina andando avanti, indietro, a destra e a sinistra. Il problema è che raramente quello che vogliamo fare verrà tradotto in tempo reale su schermo, e in giochi come questo la precisione e la velocità sono piuttosto importanti.

Fra le altre cose è un vero peccato che l'unica modalità multiplayer di Burnout Crash sia stritolata proprio dalla necessità di utilizzare il Kinect. Trattasi di un party mode nel quale i giocatori vengono divisi in squadre e per i quali vengono scelte auto e incroci a caso. Ognuno deve poi effettuare dei gesti particolari per attivare i suoi bonus e il tutto si traduce in un caos (sia su schermo che reale) decisamente divertente ma rovinato dai difetti di precisione appena descritti.

Tornando al gioco "normale", se inizialmente il tutto sembra piuttosto semplice, basta poco per accorgersi che la fortuna ha un ruolo marginale e che per riuscire a far salire il counter del punteggio è necessaria un bel po' di abilità nel direzionare il veicolo durante le esplosioni, colpo d'occhio per tenere sotto controllo tutto quello che succede sullo schermo e prontezza di riflessi nello sfruttare tutti i bonus a disposizione.

David Hasselhoof si mette in gioco.

Questi rappresentano di fatto la vera differenza tra i crash dei vecchi Burnout e quelli nuovi. A volte vi capiterà di essere aiutati dalla polizia che bloccherà uno degli accessi all'incrocio, in altri casi potrete far saltare un furgone della banca o attivare una calamita che attirerà su di voi tutte le macchine nei dintorni per poi dare il via a un vero e proprio spettacolo pirotecnico. Uno dei miei preferiti è il camioncino della pizza, che una volta distrutto darà il via ad una ruota che attiverà uno dei bonus/malus del gioco in maniera totalmente casuale.

Le varianti possibili sono davvero tante e richiederebbero ben più dello spazio a mia disposizione, e poi lascio a voi il gusto di scoprirle man mano che andrete avanti. I livelli sono davvero molti, anche se, come dicevo inizialmente, mi sarebbe piaciuta un po' più di fantasia da parte degli sviluppatori nel design degli incroci, un limite forse imposto dalla scelta "bidimensionale".

Inizialmente completerete i primi livelli con 10, 20 milioni di danni, ma procedendo nel gioco (e sbloccando nuovi veicoli) potrete arrivare anche a 100, 200 milioni e scalare così le vette dell'Autolog. Ebbene sì, una delle caratteristiche migliori degli ultimi Need for Speed è presente anche in Burnout Crash e ancora una volta ci permetterà di sfidare gli amici e accettare a nostra volta le loro sfide, affiggere sulla bacheca i nostri record e vantarcene finché qualcuno non ce li porterà via.

Una nota di merito va, infine, alla colonna sonora. Come non amare un gioco in cui, come in una vera e propria radio, si spazia da musica recente a pezzi degli anni '80 come Gold degli Spandau Ballet e altri grandi classici? Il bello è che spesso queste stesse tracce seguono gli eventi su schermo cambiando di intensità e ritmo.

Insomma, in tutto e per tutto ci troviamo di fronte ad uno dei giochi più arcade che il panorama arcade possa offrire attualmente. Se solo il team di sviluppo si fosse spremuto un po' di più per migliorare un comparto grafico "carino" ma non esaltante e per aggiungere qualche variazione in più nella morfologia degli incroci (un po' troppo simili tra loro), il limite dell'eccellenza sarebbe stato ancora più vicino.

Il mio consiglio è di acquistarlo se avete voglia di ricordare i bei tempi in cui Burnout significava non solo corse ma anche distruzione insensata e spettacolare. Il prezzo tra l'altro non è niente male, 800MP (9.99€) contro gli ormai consueti 1.200 a cui siamo abituati. Se, fra l'altro, Criterion curerà i DLC di questo gioco come ha fatto con Paradise, il futuro di Burnout Crash è ancora più roseo.

8 / 10