Call of Duty: Elite
Activision alla conquista della nostra devozione.
Il nostro viaggio nell'universo di Call of Duty è stato particolarmente intenso, in quel di Colonia.
Oltre ad aver avuto la possibilità di giocare una nuova mappa della modalità Survival e di provare la spettacolare Operazione Speciale chiamata Invisible Threat, abbiamo assistito a un'interessante presentazione di Call of Duty: Elite.
La pagina di Elite mostrataci direttamente da alcuni membri del team di Sledgehammer offriva vari tipi di informazioni. Gamercard, player card e status di carriera all'interno del mondo di Call of Duty erano solo l'inizio di un mondo sociale fatto di statistiche, confronti e utili consigli per i giocatori più accaniti.
Scrollando il sito si poteva accedere a una pagina dove si potevano esaminare nel dettaglio le prestazioni nelle singole mappe, rivedendo in tempo reale le proprie morti dall'alto.
In pratica una mappa dinamica mostrava tutti gli spostamenti fatti dal giocatore durante l'ultima partita, individuando le zone più frequentate, quelle dove era morto più spesso e quelle dove aveva effettuato il maggior numero di kill, offrendo di fatto una sorta di maxi-guida per cercare di comprendere al meglio i flussi di ogni singola partita.
Ci sono punti in cui veniamo sorpresi più frequentemente? Una volta individuati sarà possibile prestarci più attenzione nelle partite seguenti. Un luogo in particolare si è sempre rivelato perfetto per tendere efficaci le imboscate? Grazie a Call of Duty: Elite saremo in grado di renderlo ancor più sicuro studiando i vari modi in cui i nemici sono soliti avvicinarsi all'area sotto il nostro controllo.
Tutto questo, ovviamente, non sarà solo a nostra disposizione, ma potrà essere usato da qualsiasi giocatore che sfrutti il servizio. Questo, di conseguenza, contribuirà a movimentare notevolmente la scena, alzando il livello generale e rendendo ogni partita più interessante della precedente. Almeno sulla carta, ovviamente. Molto dipenderà infatti dalla costanza con cui il team seguirà il servizio dopo averlo lanciato.
Durante la presentazione, comunque, la gamertag di Ricciotto è stata presa come cavia (previa necessaria premessa "Non lo gioco da un po'...") per un impietoso confronto tra le sue statistiche e quelle dello sviluppatore. Il risultato, ovviamente, è stato abbastanza schiacciante, ma è stato comunque interessante il modo in cui dal confronto, nonostante la differenza di prestazioni, sia stato possibile evidenziare gli elementi immediatamente migliorabili del mio gioco.