Skip to main content

Call of Juarez: Gunslinger - review

Per qualche pixel in più.

La serie Call of Juarez è una delle più apprezzate da parte degli appassionati di sparatutto per come, nel corso degli ultimi anni, ha saputo soddisfare la voglia di revolverate in libertà per chi ancora si emoziona sentendo parlare di vecchio West. Dopo l'eccezionale Red Dead Redemption, possiamo considerarlo il brand che meglio di altri ci ha trasportato tra canyon, villaggi polverosi e deserti infuocati alla ricerca di vendetta e denaro a suon di Colt e Winchester. Dopo il mediocre The Cartel, i polacchi di Techland sono tornati al gioco che li ha fatti conoscere al grande pubblico come sviluppatori di talento proponendoci questo Call of Juarez: Gunslinger solo in versione digitale.

Una volta terminato il download, si capisce subito che il gameplay è diverso da quello dei Call of Juarez precedenti: dovremo infatti giocare la collezione di ricordi di un cacciatore di taglie professionista il cui racconto gli pagato infinti giri di birra e whiskey nei Saloon di mezzo midwest.

A tenere insieme i vari eventi la voglia di vendetta del nostro le cui vicende sono intrecciate con personaggi e situazioni tra le più famose dell'epopea dei fuorilegge americani. Anche se non appare in nessuno dei libri di storia, Silas Greaves ha ha incrociato le sue sei colpi con criminali, tutori dell'ordine è indiani tra i più noti riuscendo a salvare la pellaccia in ogni occasione.

Il gameplay che compone le quattordici missioni è quanto di più diretto si possa immaginare: occorre semplicemente andare da A a B sparando a tutto quello che si muove: nessuna concessione ad elementi stealth, aggiramenti o qualsiasi cosa possa derivare da un level design particolarmente elaborato. Si sale in giostra e sfruttando le coperture si procede al sistematico sterminio di tutti i nemici che arrivano a tiro: tutta gente che non scherza per niente in quanto a numero, armamento e mira. Come potete vedere dai filmati di contorno, il gameplay è quindi molto immediato e quasi completamente privo di fronzoli per gli standard attuali.

"Si capisce subito che il gameplay è diverso da quello dei Call of Juarez precedenti"

Le abilita da scegliere sono numerose ma non abbiamo molti dubbi sul fatto che la Dual Akimbo sarà una delle più gettonate.

Occorre dunque mettere in pratica i tre comandamenti del bravo giocatore di sparatutto per procedere senza troppi imprevisti verso la fine di ogni livello: copertura costante, coordinazione occhio/mouse eseguendo uccisioni multiple in grado di regalare esperienza e movimento continuo per non rimanere esposti oltre il dovuto. Il primo impatto con Gunslinger è quindi divertente ed immediato, anche se quasi tutte le situazioni proposte sono state giocate decine di altre volte in altri titoli simili.

Come detto, i nemici danno un certo filo da torcere sopratutto al livello difficile: purtroppo il loro comportamento è quasi del tutto scriptato per cui non si affrontano mai sparatorie particolarmente complesse dal punto di vista tattico. Dove appaiono gli scagnozzi rimangono e con ogni probabilità tireranno anche le cuoia per mano vostra (e di Samuel Colt); la sfida è rappresentata dal loro numero e dalle situazioni di svantaggio in cui il gioco ci pone costantemente.

Non è infatti raro restare bloccati in spazi aperti circondati da ogni lato: cambiare copertura non basta e per questo Techland ci mette a disposizione una feature che gli appassionati della serie ben conoscono. Far secchi pistoleri a ripetizione con un certo stile non solo permette di accumulare esperienza a palate ma di riempire la barra della concentrazione; stiamo parlando del caro vecchio bullet time che milioni di volte ci ha salvato la ghirba e continuerà a farlo anche in questa occasione.

"Purtroppo non si affrontano mai sparatorie particolarmente complesse dal punto di vista tattico"

La strada per arrivare ad assaporare la vendetta di Silas Greaves sarà molto lunga e piena di insidie di grosso calibro.

Non solo: accumulando uccisioni si attiverà anche l'opzione schivata. Quando ci si trova prossimi alla morte, parte in automatico un altro bullet time nel momento in cui viene sparato un proiettile con inciso il nostro nome dandoci il tempo di scansarlo in perfetto stile Matrix. La gestione dell'energia è quella classica che ultimamente va per la maggiore e bastano quindi pochi secondi senza farsi colpire per tornare in perfetta forma: molti non apprezzano questo sistema, ma bisogna dire che si sposa molto bene con il gameplay frenetico di Gunslinger.

Al termine dei conflitti a fuoco che è possibile raccogliere munizioni o armi diverse dalle casse sparse qua e là o dai corpi dei caduti: non ci sono molte varianti alle armi a parte tre tipi diversi di pistole e due di fucili che tuttavia è possibile potenziare man mano che si macina esperienza. L'accumulo avviene più rapidamente concatenando combo di uccisioni (avete 4 secondi per fare secco il tirapiedi successivo) e, soprattutto, eseguendo headshot in grado di garantire punteggi più elevati.

Lo schema delle abilità permette di cambiare l'approccio al gameplay potenziando le caratteristiche delle armi da fuoco, capienza delle munizioni e più in generale facilitandoci negli scontri sulla corta o lunga distanza. Le uniche varianti a fucili e pistole sono rappresentate dalle gatling e dall'immancabile dinamite per togliersi da guai contro folti gruppi di nemici o boss di fine livello.

"Lo schema delle abilità permette di cambiare l'approccio al gameplay potenziando caratteristiche e capienza delle armi da fuoco"

Le varianti al gameplay di base sono poche: i duelli e l'uso della gatling in momenti precisi delle missioni.

Le quattordici missioni che raccontano la trama sono tenute insieme da una buona dose di parlato (ben recitato ma solo in inglese sottotitolato) e corredate da tavole a fumetti a fare da istantanee ai passaggi cruciali della storia. Per vedere la parola fine occorrono quindi sette-otto ore di gioco che trascorrono piuttosto piacevolmente ma anche velocemente: Techland ha capito che era il caso di mettere altra carne al fuoco e per questo nel menu principale troverete altre due modalità.

L'arcade è essenzialmente la riproposizione dei livelli giocati nella modalità storia ma con molti più nemici; dopo aver scelto tra tre setup a seconda dello stile di gioco, si deve correre come indemoniati verso la fine del livello eliminando in velocità tutti i tirapiedi che ci parano davanti. L'obiettivo è quello di accumulare il punteggio migliore e scalare la ladder centralizzata gestita da Techland. Chiaramente si tratta di una modalità "di recupero", ma il numero assolutamente folle di desperados da posizionare orizzontalmente e il cronometro la rendono assolutamente spassosa: riuscire ad ottenere prestazioni di rilievo in tutti e dieci gli scenari proposti potrebbe occuparvi molto più a lungo della modalità storia.

Molto simile è il concept del Duel che ripropone i mexican standoff con i boss di fine livello (e anche qualche imbucato) già giocati nella modalità storia. La meccanica di gioco è la stessa: bisogna cercare di tenere la mano vicina alla pistola restando concentrati sul bersaglio per farlo secco attendendo che questi si muova per primo. L'obiettivo è quello di fare secchi tutti i nostri avversari senza finire impallinati per cinque volte: anche in questo caso è presente una classifica online con i migliori pistoleri per numero di uccisioni, bravura nel mantenere velocità di estrazione, concentrazione e tempo di reazione.

"Per vedere la parola fine occorrono sette-otto ore di gioco che trascorrono piuttosto piacevolmente"

Il cel shading in tutto il suo splendore: Call of Juarez Gunslinger è veramente piacevole da vedere.

Anche tecnicamente Call of Juarez: Gunslinger è un buon titolo: non ho avuto problemi a farlo girare al massimo su PC di fascia bassa e la sensazione è che anche le versioni console si comporteranno altrettanto bene, sacrificando qualcosa a livello di risoluzione e frame rate. Le texture sono in cell shading: pur non essendo un fan di questa tecnica bisogna dire che nel caso di Gunslinger, si sposano a meraviglia con i personaggi e le ambientazioni da Far West grazie anche a una certa varietà e cura per i particolari.

Lo stile piuttosto atipico non nasconde il buon lavoro svolto anche sul fronte del dettaglio tridimensionale con strutture molto complesse, caratterizzate dalla devastabilità di alcuni elementi, in particolare il legno in punti strategici delle sparatorie. Anche gli effetti di calore e particellari in occasione delle esplosioni concorrono a definire il contesto di un gioco ben realizzato che in alcuni livelli aperti si toglie anche lo sfizio di sorprenderci con qualche colpo d'occhio sulla distanza molto evocativo. L'unico appunto da muovere riguarda la fisica: la caduta dei corpi e degli oggetti è ben implementata ma spesso alcuni cadaveri rimangono bellamente clippati in assi o altri elementi dello scenario sporgenti, rovinando una presentazione altrimenti perfetta.

In tutta onestà, devo confessare che inizialmente ero rimasto piuttosto deluso dalla direzione intrapresa con questo Call of Juarez, essenzialmente perché speravo in un Bound in Blood 2. Del resto, i difetti a Gunslinger non mancavano: una certa ripetitività del gameplay, l'assenza di un'intelligenza artificiale particolarmente elaborata o di una qualsiasi modalità multiplayer erano un buon presupposto per inchiodare la bara di Techland con il più classico dei sei.

"La semplicità delle armi da Far West si sposa alla perfezione con il concept, rendendo alcune sessioni di gioco un vero concentrato di adrenalina"

Ecco alcuni esempi delle sparatorie a rotta di collo della modalità arcade. I veri pistoleri hanno sempre un certo stile, anche nel fare secco qualcuno.

E invece, passata la scocciatura iniziale, devo invece ammettere di essermi divertito parecchio ad arrivare in fondo a Call of Juarez: Gunslinger, per poi trascorrere più di un pomeriggio di puro agonismo nelle modalità arcade e duel. La sua natura di FPS "tutto palle e niente cervello" è talmente conclamata da renderlo perfetto per i giocatori che adorano gli FPS duri e puri: copertura, gioco di gambe e uccisioni spettacolari in velocità senza nessun mondo da salvare. La semplicità delle armi da Far West si sposa alla perfezione con questo concept rendendo alcune sessioni di gioco un vero concentrato di adrenalina in cui l'unico scopo è quello di compiacersi della propria bravura e poco altro.

La vera ciliegina sulla torta che fa aumentare la taglia (e il voto) sulla testa di questo sparatutto è però il prezzo: a 49 euro avrei avuto comunque qualche riserva a consigliarvelo, ma lasciarselo scappare a soli quattordici euro e novanta, sarebbe come rinunciare a rapinare una diligenza trainata da una coppia di cavalli bolsi.

8 / 10